Mantenere la casa in ordine, preparare ogni pasto, dover risolvere ogni problema da soli in una lingua diversa. Queste sono solo alcune delle sfide che ogni studente all’estero affronta quotidianamente ed è inevitabile sentire la mancanza di casa, o meglio, della mamma. Ma se non fosse semplicemente nostalgia della comfort zone, se sentissi che è la tua città a mancarti, come reagiresti?
Cosa MI MANCA di MILANO studiando all’ESTERO
# Milano: la città che chiamo casa
Chiamo casa la città che mi ha adottata, Milano, mentre ora vivo a Malaga dove sto svolgendo il mio Erasmus. Sono passata dalla metropoli della produttività sempre di corsa, ad una realtà opposta dove la siesta è d’obbligo e la vita viene presa in totale tranquillità. Ma cosa potrà mai mancarmi di Milano, in fondo c’è solo la nebbia, no?
Eppure, nonostante io stia vivendo in un centro storico pieno di vita con il mare a pochi minuti, potrei stare ore ad elencare tutto ciò di cui sento la mancanza.
# MI manca
Mi manca andare all’università in metro, sedermi in aule da centinaia di persone e non sentirmi nuovamente al liceo, come invece accade qui. Sento la mancanza dei picnic sotto le torri Garibaldi, di prendere uno spritz sui Navigli come una semplice turista. Mi manca passeggiare tra le luci soffuse di Brera e divincolarmi tra la folla in Corso Como il sabato sera. Mi manca anche solo la mia semplice routine: cornetto, zaino in spalla e il continuo brusio del traffico in sottofondo. Sono tante le piccole cose che mi fanno provare nostalgia di casa e non nego che, da italiana basic, mi manchi molto il buon cibo e il caffè, quello vero, non la brodaglia che si beve all’estero.
Ma è molto più di tutto questo, ciò che più mi manca di Milano è come mi fa sentire: me stessa.
# Mi manca come Milano mi fa sentire: indipendente, determinata, libera
Sono svariate le sensazioni che provo anche solo passeggiando tra le sue vie. Mi sento indipendente, determinata, libera. Vedo in Milano una città che non è ancora atto, dove tutto è ancora potenzialmente possibile e mi fa sentire allo stesso modo. Mi sento libera di esprimere me stessa, di essere diversa e di essere accettata per questo. Sei un semplice individuo su milioni di abitanti, nessuno si accorge di te, ma allo stesso tempo senti di far parte di una realtà più grande.
Di Milano mi manca la frenesia. Penso a quando mi fermavo ad osservare la città dall’alto di una terrazza e ammiravo la folla in continuo movimento. Tutte le persone sembravano sapere esattamente dove andare, non verso un luogo fisico, ma come se inseguissero un preciso obiettivo. A Milano la vita scorre, sei in un flusso continuo, in un fiume in costante rivoluzione. Se per molti l’aria è solo inquinata io sento il profumo di progresso, innovazione e speranza per il futuro. È una città stimolante, che ti ispira e aperta a chiunque abbia voglia di mettersi in gioco.
# Mentre sono via, Milano la porto con me
Anche se spesso mi manca la città a cui ho scelto di appartenere, ritengo sia necessario viaggiare e concedersi l’opportunità di scoprire nuove realtà. Penso esistano due tipi di persone all’estero: chi è alla continua ricerca di qualcosa che gli ricordi casa e chi invece la porta con sé. Io Milano la porto con me. Mi ha insegnato a bastare a me stessa e ora la sua efficienza, la sua voglia di miglioramento, la sua energia e smania fanno parte di me e le sento in ogni luogo in cui mi trovo.
Milano non ti entra solo nel cuore, ma ti va alla testa e una volta che sali sulla giostra non puoi più scendere, puoi solo imparare a correre con lei.
Continua la lettura con: “Questa città mi è entrata nelle vene”: io PALERMITANA, milanese per scelta
SARA FERRI
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