Il monumento più brutto di Milano

La "Danza" di Piazza Amendola. Comunemente nota come: l' "incidente stradale", Questa è la sua storia e il significato originale

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Art@site

Milano ospita monumenti di tutti i tipi, alcuni veramente bizzarri o provocatori, ma oggi vogliamo parlarvi del monumento probabilmente più brutto della città: La “Danza” di Piazza Amendola. Comunemente nota come: l’ “incidente stradale”. 

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Il monumento più brutto di Milano

# “La Danza” o un “Incidente stradale”?

@antonellascorta

La Danza” è una scultura che si trova in Piazza Amendola dal 2006 ed è stata realizzata dallo scultore milanese Gianfranco Pardi per l’azienda privata Farmafactoring. Un evento inedito per Milano che sottolineava l’impegno delle aziende a collaborare con la giunta per abbellire lo spazio urbano e ridargli valore. La scultura sembrava voler aprire una nuova stagione per Milano e soprattutto per il quartiere Fiera che si preparava ad un processo di innovazione che avrebbe portato alla costruzione delle 3 torri degli architetti Daniel Libeskind, Arata Isozaki e Zaha Hadid.

Purtroppo il vento di innovazione e movimento non è arrivato con questa scultura che ai milanesi è piaciuta poco, tanto da essere soprannominata “incidente stradale” per l’aspetto sconnesso delle lamiere d’acciaio dipinte di giallo. Alcuni l’hanno addirittura paragonata a un ragno che si dimena in aria.

# In origine si chiamava “Ricostruire”

@mirkob73

La scultura in origine si chiamava “Ricostruire”: l’autore in una intervista spiega che il senso era una “ricostruzione del senso di una forte autonomia dell’opera: ricostruire come riportare il lavoro della scultura a un ripensamento del suo rapporto con la tradizione, come ridefinizione di una sua autentica autonomia di linguaggio”. Il titolo Danza arrivò solo durante la costruzione della scultura stessa e Pardi spiega che è stata la struttura, con il suo disequilibrio dinamico, a far percepire questo senso del movimento di un corpo in tensione al limite dello smembramento.

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Quello che l’autore ricercava era il continuo stravolgimento dell’idea di stabilità, forse come metafora del continuo cambiamento della società e dell’architettura urbana. Un esperimento forse non completamente riuscito che ne ha fatto un’opera svalorizzata, di cui ci si ricorda solo passando per Piazza Amendola.

Fonte: stilearte

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ANDRA STEFANIA GATU

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Andra Stefania Gatu
Studentessa di scienze Psicosociali della Comunicazione, la mente umana e le parole sono le mie più grandi passioni. Sempre mossa dalla curiosità di scoprire il mondo e la natura. Il mio obiettivo è diffondere la cultura e il sentimento di empatia. Il mio motto? Non si smette mai di imparare.