Diventato famoso come concept store pensato per mettere al centro la qualità dell’abito e non il marchio, nel giro di un anno ha cambiato pelle più volte. Ecco cosa è diventato e cosa vende oggi.
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Il primo store «unbranded» d’Italia è diventato un «negozio camaleonte»
# YoLo: lo store con oltre 100 brand a prezzi ribassati e senza etichetta
A maggio 2023 aveva aperto in centro a Milano il primo negozio unbranded d’Italia: l’idea chiave era che non doveva essere il marchio di ciò che indossiamo a definire la nostra personalità. Un concept innovativo dove scegliere i vestiti da comprare “solo” in base alla vestibilità, il comfort e il valore di un capo in sé. In totale oltre 100 i marchi selezionati nello store Yolo, ma venduti senza etichetta, in modo che i clienti non conoscessero la firma acquistata.
Yolo
Il negozio in via Torino 60 con affaccio su piazza San Giorgio era riconoscibile anche dalla strada per via dei suoi colori accesi, mentre all’interno si trovavano elementi giocosi e interattivi come l’ascensore pieno di orsetti di peluche o il piccolo spazio dove giocare a basket. Dopo pochi mesi però è cambiato tutto o quasi.
# La prima trasformazione in Crazy outlet, vetrine gialle e sconti fino all’80%
Alla fine del 2023 la prima trasformazione in Crazy Outlet, come si può vedere nelle pagine IG e Tik Tok. Insegna nera, scritte adesive su sfondo giallo con sconti fino all’80% su brand di varie case di moda.
All’interno cambiano anche i colori delle pareti, alcune diventano gialle, mentre gli arredi rimangono sostanzialmente gli stessi di colore rosa e azzurro presenti quando lo store si chiamava Yolo. La novità più importante riguarda però il posizionamento distintivo con cui era stato aperto lo store all’inizio del 2023: i vestiti non sono più unbranded, hanno tutti l’etichetta originale, pur trattandosi sempre di brand di moda più o meno famosi di vecchie collezioni, di collezioni attuali o di prototipi per quelle future.
# Dopo il Crazy Outlet è arrivato Mercato Urbano con un’altra trasformazione gattopardesca
Altro giro, altra corsa. Al posto di Crazy Outlet troviamo da qualche mese Mercato Urbano, presente in città con altri due punti vendita in corso Buenos Aires e in Ticinese, a cui se ne aggiungo tre in Sicilia. Sul sito ufficiale mercatourbano.it, così come sulle pagine social, non c’è nessun contatto telefonico, email e partita iva. Davvero strano dato che almeno quest’ultimo dato è obbligatario per legge.
Abbiamo quindi cercato di capire cosa si nasconde dietro questo negozio camaleonte, recandoci sul posto. Al netto della vetrina, l’interno è rimasto sostanzialmente invariato, salvo che il giallo ha lasciato spazio al bianco e al verde su alcune pareti, in altre è rimasto.
Ritroviamo infatti le stesse grucce e alcuni accessori come borracce con la scritta Yolo, e sempre vestiti di marca con etichetta, come nella precedente trasformazione in Crazy Outlet, super scontati. Ma di chi sono le attività di vendita a Milano e in Sicilia?
# Di chi sono i negozi che cambiano pelle a Milano?
Appartengono alla Innovas S.r.l. a socio unico con sede a Milano, fondata nel 2019. L’attività prevalente tra quelle possibili da oggetto sociale, come lo sviluppo di algoritmi informatici, riguarda il settore della vendita di abbigliamento. Risultano infatti altre unità di vendita, che hanno cambiato insegna negli anni, senza sito internet e con solo pagine social. Tra queste c’è The Price in Buenos Aires, oggi Brand Privè, aperto nel 2021 con un altro locale nella piazza San Giorgio dove affaccia oggi Mercato Urbano di via Torino 60, non è dato sapersi se proprio negli stessi spazi che poi hanno ospitato in successione anche Yolo e Crazy Outlet. Il sito ufficiale della società risulta invece in manutenzione anche se c’è la pagina privacy con tutti i contatti, partita iva e registro camerale.
Continua la lettura con: Riapre il negozio del Tribunale di Milano: vestiti a prezzi stracciati e prodotti di negozi falliti
FABIO MARCOMIN
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