Sono decenni che Milano fatica a risolvere il problema della crisi abitativa, nonostante gli interventi messi in campo. Forse è giunto il momento di cambiare strategia. Vediamo come poter cogliere due piccioni con una fava.
La “CRISI ABITATIVA” può essere RISOLTA? Sono circa 11.000 le case POPOLARI VUOTE a MILANO
# A Milano ci sono 11.000 appartamenti vuoti contando sia quelli sfitti che quelli inagibili
Il problema della crisi abitativa a Milano è presente ormai da decenni, ma nonostante tutti gli interventi messi in campo non si è ancora trovata una soluzione definitiva. In base agli ultimi dati dell’Unione inquilini-CubNel in città “sono attualmente oltre 17.500 le famiglie in attesa di casa popolare e almeno 10.000 le famiglie sottoposte a sfratto o esecuzione immobiliare, a fronte di meno di 1.000 alloggi all’anno assegnati”. Un dato che fa riflettere visto che ci sono circa 11.000 alloggi Aler e Mm totalmente vuoti, su un totale di circa 58.000, con una quota maggiore a carico della prima.
Come è possibile quindi molti milanesi non abbiano una casa? I motivi sono sostanzialmente due: una parte di quelle disponibili è inagibile, pari a circa il 30%, quella rimanente è semplicemente sfitta.
# Al conteggio sono da aggiungere 5.000 gli alloggi da liberare
Non ci sono però solo questi 11.000 appartamenti. Vanno aggiunti anche quelli, circa 5.000, in attesa di essere liberati per decadenza economica. In sostanza è la situazione che si verifica quando la soglia Isee per beneficiare di una casa popolare è stata superata, in conseguenza dell’aumento del reddito. Quindi questi cittadini continuano a rimanere dentro per non avendone più diritto. Ci sono poi qualche centinaio di case sulle quali pende un un decreto di rilascio, subito esecutivo alla firma, a causa di alcune illegalità e irregolarità: subaffitti, subentri o ospitalità non dichiarati, alloggi lasciati vuoti per oltre 6 mesi e abitazioni utilizzate per spaccio o prostituzione.
# Assegnazioni rallentate a causa di problemi amministrativi, economici e interessi politici
Il problema dell’occupazione abusiva risulta quindi un problema limitato, soprattutto se paragonato agli altri casi elencati in precedenza. Il numero delle abitazioni occupate è infatti sensibilmente inferiore rispetto a quelli che dovrebbero essere liberi ma inagibili o sfitti. Prendendo in considerazione quelli di MM, da circa 28.000, sono passati a 800 nel 2021.
Gli immobili non diventano disponibili in tempi congrui per problemi di tipo burocratico e amministrativo. Basti pensare che MM per conto del Comune di Milano ha ristrutturato e assegnato appena 3.000 immobili nel triennio 2018-2021, se ne attende un altro da 300, mentre i numeri di Aler sono ancora più bassi.
A peggiorare il quadro le difficoltà economiche nel far fronte alle spese di ristrutturazione delle abitazioni da assegnare, oltre alla politica che utilizza da anni l’abusivismo come uno dei grandi temi su cui giocare le proprie campagne elettorali. Dai quartieri popolari arriva infatti una quota consistente dei voti e quindi perché cercare di risolvere il problema una volta per tutte?
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Articolo originale di ROSITA GIULIANO aggiornato dalla redazione
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