A Milano l’«Hub degli artisti»: 7 idee per renderla capitale della cultura del terzo millennio

Milano capitale economica, Milano capitale del design... E perché non dell'arte?

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Nata nel 2023, come evoluzione della Galleria Milano di Carla Pellegrini Rocca, figura di riferimento nel panorama artistico milanese, la Fondazione Galleria Milano, diretta dal figlio dell’artista scomparsa nel 2019, Nicola Pellegrini, promuove l’arte contemporanea ed è un punto di riferimento per la sua conservazione. Inaugurando la nuova sede in via Arcivescovo Romilli 7, la Fondazione lancia la sfida: diventare l’«Hub degli artisti». Ecco 7 idee per integrare arte, design e innovazione urbana e rendere Milano la capitale dell’arte del futuro.
 
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A Milano l’«Hub degli artisti»: 7 idee per renderla capitale della cultura del terzo millennio

#1 La metropolitana come portale dell’arte

È il sogno di molti milanesi: scendere gli scalini della metro e, come d’incanto, non trovarsi di fronte la solita banchina sporca, ma vivere un’esperienza artistica. La metropolitana potrebbe evolversi in un portale dell’arte: grazie alla realtà aumentata, le stazioni e i vagoni diventerebbero luoghi in cui le opere d’arte si mescolano con la quotidianità.

Ogni stazione potrebbe ospitare installazioni artistiche interattive che reagiscono ai movimenti dei passeggeri. Come pareti che si trasformano in schermi, su cui le opere si sviluppano in tempo reale, o a treni che diventano gallerie in movimento, con proiezioni artistiche che interagiscono, mostrando il meglio del paesaggio urbano e dell’architettura delle zone sotto cui si sta viaggiando. Ogni viaggio in metropolitana diventerebbe un’esperienza artistica unica, in continuo cambiamento.

#2 L’ennesimo parco? No! Un ecosistema artistico intelligente

Un nuovo tipo di installazione potrebbe attirare l’interesse degli artisti internazionali a Milano: un’area verde che, in realtà, sarebbe un ecosistema artistico intelligente. La prima prova potrebbe essere realizzata in Piazza del Duomo, dove un tempo sorgevano le palme.

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Ogni pianta, ogni albero e ogni fiore di questa “area verde” sarebbe in realtà sintetico e dotato di sensori e tecnologie in grado di rispondere ai movimenti dei visitatori, creando coreografie naturali e interattive. Le possibilità sono tantissime: si potrebbe pensare a un parco in cui i “fiori” si aprano e chiudano in risposta al passaggio dei pedoni, o ad “alberi” che emettono suoni e cambiano colore e forma in base all’ambiente circostante. Si tratterebbe di arte d’avanguardia, un’opera che consisterebbe in una performance artistica di cui tutti, cittadini e turisti, potrebbero beneficiare.

#3 Musei tridimensionali e immersivi

La Fondazione Galleria Milano, in collaborazione con la Grande Brera, potrebbe dare vita a una rivoluzione nel mondo dei musei, introducendo spazi tridimensionali e immersivi che trasformerebbero l’esperienza artistica. Utilizzando realtà virtuale (VR) e intelligenza artificiale (AI), le opere non sarebbero più statiche, ma diventerebbero entità “vive”, in grado di evolversi in tempo reale, reagendo all’interazione con il pubblico.

Ogni sala del museo potrebbe trasformarsi in un mondo a sé, dove le opere si modificano in base ai comportamenti dei visitatori, permettendo loro di esplorare le opere da angolazioni uniche, ingrandendole o avvicinandosi fino a quasi toccarle. I visitatori potrebbero anche essere guidati in percorsi che li portano “dentro” i quadri, esplorando e interagendo con le opere come mai prima d’ora.

Alcune di queste esperienze potrebbero essere arricchite da performance artistiche, in cui gli stessi artisti, durante la visita, modificano l’opera originaria e spiegano in modo dinamico la loro visione, creando un dialogo continuo tra arte e pubblico. Ogni visita diventerebbe così un’esperienza unica, rendendo i musei non solo spazi espositivi, ma veri e propri luoghi di co-creazione, dove il pubblico è parte integrante del processo artistico.

#4 Grattacieli come tele digitali: spettacoli e proiezioni che plasmano la città

Un’idea interessante, messa in pratica anche a Milano, ancorché poco sfruttata, è l’utilizzo delle facciate degli edifici per spettacoli di luce e proiezioni artistiche tramite video mapping. Questa tecnologia trasforma gli edifici in tele digitali su cui vengono proiettati filmati e animazioni che raccontano storie e temi sociali. A Milano, questa pratica potrebbe essere ampliata, estendendo le proiezioni ai grattacieli, creando una città che diventa un palcoscenico, raccontando la propria storia attraverso l’arte digitale.

Il passo successivo, con vera portata artistica, sarebbe trasformare i grattacieli in superfici artistiche dinamiche, che reagiscono in tempo reale alle condizioni atmosferiche. Le facciate potrebbero rispondere ai fulmini con esplosioni di luce durante un temporale, o attivare giochi di luci brillanti sotto il sole, interagendo con il vento e la pioggia. L’arte si evolverebbe insieme all’ambiente naturale, creando una fusione tra urbanistica e natura.

Se concentrate in una sola zona, come per esempio in Piazzale Cadorna, queste “installazioni” la renderebbero un punto di interesse culturale e di attrazione turistica fenomenale, suscitando senza dubbio l’interesse degli artisti internazionali.

# 5 Musica immersiva negli spazi pubblici

L’arte non è solo visiva, una nuova frontiera dell’arte urbana potrebbe essere un’esperienza sonora, immersiva ma discreta, pensata per gli appassionati d’arte e musica. Si tratterebbe di una piattaforma digitale o di un’applicazione comunale che, tramite cuffie o auricolari, offre ai visitatori una colonna sonora personalizzata mentre esplorano la città.

L’app potrebbe attivarsi in base alla posizione, adattando la musica e i suoni alle diverse zone di Milano, creando una dimensione sonora unica per ogni angolo. Per esempio, passeggiando per Piazza del Duomo, l’app potrebbe offrire un soundscape dinamico che risponde al movimento dei passanti, mentre nei parchi o lungo i Navigli la musica potrebbe diventare più rilassante o acustica. La metropolitana potrebbe trasformarsi in un palcoscenico sonoro temporaneo, dove ogni viaggio è accompagnato da performance musicali legate alla cultura della città.

#6 Musei mobili: l’arte in movimento

Milano potrebbe innovare l’esperienza dell’arte portando le opere d’arte direttamente nelle strade della città con un programma di “flash mob artistici”. Si tratterebbe di veicoli elettrici trasparenti, eleganti e minimalisti, che trasportano opere d’arte di valore – sia originali che copie fisiche – attraverso le piazze, i parchi e i quartieri più frequentati. Questi “musei mobili” non sarebbero solo mezzi di trasporto, ma veri e propri contenitori di bellezza che, sorprendendo i passanti, si fermerebbero in punti strategici della città, creando un impatto visivo diretto. Ogni fermata diventerebbe una breve e inaspettata mostra che stimola curiosità e apprezzamento verso l’arte.

Gli autisti o accompagnatori dei veicoli, equipaggiati con microfoni e altoparlanti, o attraverso QR code che rendano una spiegazione in cuffia, spiegherebbero in tempo reale le opere esposte e il loro significato. Questo approccio sarebbe una risposta alla crescente digitalizzazione, ponendo l’accento sull’arte fisica e sull’impatto che una vera opera può avere sull’individuo. L’idea sarebbe di permettere ai milanesi di imbattersi casualmente in un’opera d’arte, rendendo l’arte parte della vita quotidiana, accessibile a chiunque senza dover entrare in un museo.

#7 Arte performativa 4.0: hub artistici disseminati in tutto il mondo

Per affermarsi come leader globale nell’arte e nella cultura, Milano potrebbe lanciare un ambizioso progetto: un “portale fisico” situato nel cuore del quartiere Brera, una struttura innovativa che connetterebbe la città alle principali metropoli artistiche del mondo. Questo portale, dotato di schermi interattivi, permetterebbe a chiunque di creare, disegnare e produrre opere artistiche digitali in tempo reale, visibili non solo dai passanti milanesi, ma anche dai cittadini di altre città d’arte come Parigi, New York, Tokyo e Berlino. Le opere prodotte diventerebbero parte di una rete globale di creazione e condivisione, favorendo il dialogo interculturale in tempo reale tra le città, gli artisti e il pubblico.

Gli spettacoli e le performance artistiche trasmesse dal portale potrebbero essere vissuti contemporaneamente in più città, creando una possibilità unica di confronto e scambio culturale. Grazie a questa connessione digitale, persone di tutto il mondo potrebbero assistere, nello stesso momento, a una performance artistica dal vivo che avviene in più luoghi, rafforzando l’interazione tra pubblico e artisti e stimolando la riflessione collettiva.

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MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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