Anche l’Odeon diventa Rinascente: il nuovo centro di Milano con terrazze, passerelle sospese e…

Il Rinascente District segnerà un nuovo inizio per il cento di Milano?

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Il cinema Odeon entra a far parte del nuovo Rinascente district. C’è chi lamenta la desertificazione culturale del centro: un tempo una mini ville lumiere, fatta di cinema e teatri, oggi sempre più luogo di shopping che tende a spegnersi la sera. E se fosse invece l’inizio di una grande trasformazione del centro di Milano? 

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Anche l’Odeon diventa Rinascente: il nuovo centro di Milano con terrazze, passerelle sospese e…

# Anche lo storico Odeon diventa parte del Rinascente district: e se fosse solo il punto d’inizio per l’intero centro di Milano?

Credits: Urbanfile

Il cinema Odeon entra a far parte di quello che sarà il Rinascente district. Dopo la chiusura definitiva del cinema a luglio 2023, il gruppo Rinascente, insieme a Kryalos Sgr, ha deciso di trasformare questo spazio storico in un’esclusiva Rinascente Odeon Beauty Hall, che sarà inaugurata nel maggio 2027. Il progetto, che prevede un investimento di circa 50-55 milioni di euro, si estenderà su oltre 3.000 metri quadrati, creando un vero e proprio distretto dello shopping e del lusso nel cuore di Milano

Oltre a dedicare gran parte dello spazio al mondo beauty, con l’obiettivo di attrarre più di 3 milioni di visitatori all’anno, il progetto prevede anche l’apertura di nuove sale cinematografiche, mantenendo vivo lo spirito culturale del luogo. Ma non finisce qui: la Rinascente ha in mente di fare molto di più. Oltre all’Odeon, il distretto ingloberà il palazzo principale della Rinascente, l’Annex e altri spazi adiacenti, consolidando il suo ruolo di protagonista nel centro cittadino. L’investimento creerà circa 600 posti di lavoro nei primi tre anni, consolidando il ruolo di Rinascente come motore economico e sociale della città. La proposta tra provocazione e ispirazione potrebbe essere: perché non “brandizzare” l’intero centro di Milano per una trasformazione a velocità supersonica? 

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# La Terrazza Duomo sarà il fiore all’occhiello del Rinascente district del futuro?

Credits: Ideogram

Da qui nasce la provocazione: se il cinema Odeon può diventare parte del Rinascente district, perché fermarsi? Perché non immaginare una espansione ancor più audace, che coinvolga perfino il Duomo? La cattedrale, simbolo indiscusso di Milano, da anni sta sempre più diventando un faro non più solo spirituale. 

Il Duomo in versione “Rinascente District” potrebbe orientarsi in modo più esplicito at attività di tipo commerciale. Pensiamo, per esempio, alle terrazze del Duomo: oltre alle visite turistiche, già ospitano da anni eventi esclusivi, come concerti. Si potrebbe trasformare questa iniziativa da occasionale ed esclusiva a continuativa e più inclusiva, con live session, aperitivi, mostre d’arte all’aperto e cene di gala panoramiche nelle quali fondere cultura, spettacolo e lusso. Il tutto, ovviamente, senza compromettere l’integrità storica del monumento.

Il Duomo resterebbe il cuore della città, ma potrebbe anche diventare simbolo della nuova Milano, un epicentro attorno al quale sviluppare esperienze che abbraccino l’arte, la moda e la gastronomia milanese.

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# La mobilità “esagerata” del Rinascente district: monorotaia sotterranea o funicolare?

Per facilitare l’accesso tra i punti chiave del Rinascente district, come Piazza Duomo e San Babila, si potrebbe ipotizzare una monorotaia ad alta velocità che possa scorrere in mezzo a Corso Vittorio Emanuele. Certo, la metropolitana che copre quella tratta esiste già, ma una breve monorotaia dedicata sarebbe più agile e potrebbe trasportare le persone fungendo anche da mezzo turistico panoramico. 

E, dato che Milano non si pone limite, un’alternativa ancora più stile “Rinascente” alla monorotaia potrebbe essere una funicolare che colleghi Duomo e San Babila, con l’idea, magari, di estenderla fino al Castello, aggiungendo al centro un tocco ancora più futuristico e commerciale, che si integrerebbe perfettamente nel contesto del Rinascente district.

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# Galleria Vittorio Emanuele: boutique d’arte e lusso esperienziale

La Galleria Vittorio Emanuele potrebbe spingere ancora più sull’acceleratore. Si potrebbe pensare di riorganizzare il piano superiore, attualmente occupato principalmente da uffici comunali, rendendolo molto più glam con mostre temporanee di artisti nazionali e internazionali, insieme a spettacoli e live session, anche improvvisati.

Il Rinascente District potrebbe dare un tocco di innovazione pure per lo storico salotto milanese con una serie di spettacolari scale a chiocciola, sviluppate come colonne, da posizionare a destra e a sinistra di ogni ingresso della Galleria e in ogni angolo della piazza centrale. Da queste scale sarebbe possibile salire fino al piano superiore, dove si potrebbe immaginare una passerella centrale sospesa, o due passerelle laterali, lasciando libera la vista sul piano terra e sull’intero distretto.

Non solo: per rendere più accessibile la Terrazza del Duomo si potrebbe creare una galleria sospesa che la colleghi ai piani superiori della Rinascente

Per quanto riguarda la parte sottostante, più tradizionale ma comunque affascinante, le boutique potrebbero rinnovarsi in accordo con lo spirito dei tempi e offrire esperienze esclusive, come sessioni private con stilisti o personal shopper per una clientela selezionata. Inoltre, potrebbe essere interessante dedicare uno spazio della Galleria alla gastronomia nazionale, lombarda e milanese, affiancando i ristoranti stellati. Al posto dei locali più turistici, potremmo un giorno vedere una collaborazione tra Eataly e Rinascente?

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# Corso Vittorio Emanuele: vetrine a cielo aperto e pop-up store permanenti

Corso Vittorio Emanuele, con la sua posizione strategica tra Piazza Duomo e San Babila, nel nuovo Rinascente District potrebbe trasformarsi in un vero e proprio laboratorio di innovazione commerciale, eliminando i locali turistici e ridefinendo l’intera via attraverso pop-up store permanenti. L’idea sarebbe di creare spazi modulari, flessibili e dinamici che possano cambiare ogni sei mesi, dando ai brand internazionali e ai designer emergenti un palcoscenico per sperimentare nuove idee e prodotti.

I negozi potrebbero essere pensati come piattaforme temporanee, con strutture smontabili o riadattabili, in grado di trasformarsi rapidamente in base alle esigenze dei nuovi marchi. Questa costante rotazione garantirebbe un flusso continuo di novità, mantenendo Corso Vittorio Emanuele sempre fresco e sorprendente, attirando non solo i turisti, ma anche i cittadini che vivono la città quotidianamente.

La rimozione dei locali turistici tradizionali, spesso caratterizzati da un’offerta omogenea e poco innovativa, permetterebbe di elevare l’intera esperienza dello shopping sulla via, sostituendoli con spazi più esclusivi e originali. Potrebbe persino essere creata una collaborazione con università di moda e design per dare spazio a talenti emergenti, offrendo vetrine temporanee dove esporre le loro creazioni.

L’innovazione di Corso Vittorio Emanuele si potrebbe poi estendere fino a San Babila, la porta d’accesso al Quadrilatero della Moda, trasformando la piazza in un centro di intrattenimento di lusso. Qui, oltre ai pop-up store e ai nuovi concept di vendita, si potrebbero immaginare boutique fisse, che offrano prodotti esclusivi, magari acquistabili solo per un periodo limitato. San Babila potrebbe diventare il luogo dove il lusso incontra la sperimentazione, rendendolo un’esperienza unica per chi lo vive, sia in termini di shopping che di intrattenimento.

I cittadini milanesi e i turisti troverebbero quindi un corso mai uguale a se stesso, dove ogni visita potrebbe regalare una nuova scoperta, un nuovo trend, e una nuova esperienza.

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MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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