L’attesa al semaforo rosso è spesso snervante, sia per autisti che per pedoni. Ci sono città che stanno escogitando sistemi per renderla un’esperienza più avvincente. Questa è l’iniziativa messa in campo da Berlino: dove si potrebbe sperimentarla a Milano?
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Berlino contro la noia del semaforo rosso. Da portare a Milano?
# Si passa il 20% del proprio tempo fermi al semaforo rosso
Sulle strade di Milano circolano ogni giorno 2 milioni di persone tra automobilisti e pedoni. La National Association of City Transportation Officials ha calcolato che durante gli spostamenti quasi il 20% del tempo che le persone impiegano nel loro tragitto lo passano fermi al semaforo. Si tratta di un piccolo buco nero di perdita di tempo che molto spesso porta le persone a tirar fuori il proprio cellulare per ingannare la noia, con gli automobilisti a distrarsi dalla strada e i pedoni a disconnettersi dall’ambiente circostante.
# Come Berlino sta combattendo la noia dell’attesa
L’attesa però può essere usata per offrire ai cittadini un momento di svago e riflessione, cercando così di sfruttare a proprio vantaggio questa attesa: questo è l’intento di Berlino. L’obiettivo è di combattere la noia dell’attesa ai semafori rossi grazie a speciali impianti semaforici che proiettano colori e immagini sui passaggi pedonali trasformandoli in una tela urbana. Si tratta di immagini artistiche con colori e figure astratte, di libera interpretazione da parte dell’utente, che trasformano l’attesa in una mostra a cielo aperto improvvisata.
L’intento è di offrire quegli stessi stimoli che le persone ricercano sul telefono attraverso la proiezione di immagini per trasformare l’attesa in un momento speciale di riflessione e stupore. Inoltre, così facendo si riesce a dare spazio agli artisti di far conoscere la propria arte ad un gruppo ampio di spettatori.
# Dove si potrebbe sperimentare a Milano?
A Milano si può prendere spunto da questa idea e sperimentarla, ad esempio, proprio in corrispondenza dell’area in cui era stato installato il primo semaforo d’Italia nei pressi di piazza Duomo.
Sarebbe un modo sia per celebrarne il centenario, che cade proprio nel 2025, ma anche perché si tratta di un punto di Milano congestionato dal traffico e quindi pieno di automobilisti e pedoni molto spesso irritati, dai quali si potrebbe avere un feedback sull’iniziativa in maniera molto efficacie e tempestiva.
In alternativa o in aggiunta, si può provare anche in zona Città Studi, un quartiere attraversato a piedi ogni giorno da tantissimi studenti, i quali potrebbero essere dei soggetti perfetti per un test in quanto sempre di corsa e molto spesso distratti dalle mille cose da fare. Non solo: potrebbe essere un campo di sperimentazione per artisti e studenti di Milano.
In ogni caso si tratta di un’iniziativa che può concretamente trasformare attraverso l’arte ogni angolo della città e che può riuscire a connettere i milanesi tra di loro e con l’ambiente che li circonda evitando di disconnetterci, ma di avvicinarci tra di noi.
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MARTA BERARDI
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