Milano è Gotham City? La classifica de Il Sole 24 ore pone la città al primo posto in Italia per crimini e le cronache aumentano la preoccupazione dei milanesi, con gli ultimi fatti di Piazza Duomo a Capodanno o il video con un tentato furto a un turista dell’orologio dal valore di 400mila euro. E se la soluzione venisse proprio dai cittadini, con l’utilizzo della tecnologia? Vediamo come.
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Bodycam e intelligenza artificiale: saranno i milanesi a sconfiggere il crimine a «Gotham City»?
# Sicurezza: Milano è «Gotham City»?
Il sindaco lo nega, ma la sicurezza è il problema principale che attanaglia la città. Secondo i dati del Sole 24 Ore, con un indice di 6.991,3 denunce ogni 100.000 abitanti, Milano si trova al primo posto tra le città più insicure d’Italia.
Nel 2023 sono state registrate 124.631 denunce per furti, 4.123 per rapine, 3.832 per lesioni dolose e 20.029 per frodi informatiche. Attendiamo i dati per il 2024, ma le notizie di cronaca dello scorso anno, e l’inizio del 2025, non fanno di certo ben sperare. Milano è Gotham City, ma se Gotham aveva Batman, Milano ha i suoi cittadini.
Per motivi legislativi e culturali non si può avere i cittadini che girano armati né creare squadre di psicopoliziotti, soprattutto in una società dove la responsabilità individuale è spesso delegata alle istituzioni. Tuttavia, ci sono almeno un paio di modi in cui i cittadini potrebbero essere responsabilizzati senza esporsi a pericoli diretti.
# Bodycam ai cittadini per una Milano più sicura?
Un primo passo potrebbe essere l’introduzione delle bodycam, come quelle in dotazione agli agenti in servizio. Negli Stati Uniti, le bodycam sono nate per sorvegliare l’operato delle forze dell’ordine, ma a Milano potrebbero avere un utilizzo diverso: migliorare la sicurezza urbana.
Il sistema sarebbe molto semplice, un cittadino che passeggia tranquillamente per le strade di Porta Venezia o dei Navigli, dotato di una bodycam, contribuirebbe senza sforzi alla sicurezza collettiva. L’adozione di questi strumenti non sarebbe obbligatoria, ma su base volontaria, magari con la presenza di incentivi comunali, e i dati sarebbero raccolti e gestiti in modo trasparente, per evitare preoccupazioni legate alla sorveglianza personale.
Il cittadino che indossa una bodycam non avrebbe accesso diretto alle registrazioni, per tutelare la privacy di chi viene inquadrato. Tuttavia, le immagini potrebbero essere utilizzate come prova in caso di reati o situazioni sospette, migliorando la capacità delle autorità di intervenire tempestivamente. Questo sistema potrebbe non solo rendere la città più sicura, ma rispondere anche a una necessità di giustizia e trasparenza.
La presenza di filmati potrebbe rivelarsi cruciale per risolvere controversie tra i cittadini e le forze dell’ordine, contribuendo a una difesa equa in caso di accuse ingiuste. La bodycam, quindi, potrebbe rappresentare uno strumento di protezione per entrambi, contribuendo a garantire che chi agisce correttamente possa avere una prova tangibile a suo favore.
In fondo, in una città con telecamere disseminate ormai ovunque, perché non ampliare il loro utilizzo attraverso i singoli cittadini?
# L’Intelligenza Artificiale: la nuova frontiera della sicurezza milanese
Se il sistema delle bodycam si diffondesse, sarebbe impensabile dedicare agenti alla revisione di tutte le registrazioni. Due sono le strade possibili: o una revisione selettiva dei filmati, analizzati solo in caso di denuncia, oppure l’utilizzo di un’Intelligenza Artificiale (IA) avanzata. Milano potrebbe diventare la prima città in Italia, probabilmente al mondo, a implementare un sistema di IA integrato alle bodycam. Questo sistema, unico e accessibile solo alla polizia, analizzerebbe costantemente i video per individuare situazioni di pericolo o comportamenti criminali, avvisando le autorità in tempo reale.
L’IA potrebbe riconoscere un individuo intento a scassinare un’auto o a minacciare qualcuno, attivando immediatamente un’allerta alle pattuglie più vicine. Una rete del genere migliorerebbe drasticamente i tempi di reazione, passando da minuti a pochi secondi. L’idea potrebbe sembrare distopica, ma avrebbe il potenziale di rivoluzionare la sicurezza urbana. Naturalmente, sarebbe necessario stabilire regole chiare per garantire il rispetto della privacy e prevenire abusi. L’integrazione con la tecnologia AI potrebbe anche giocare un ruolo fondamentale nella protezione dei diritti dei cittadini, migliorando l’efficacia e la giustizia nel sistema di sorveglianza.
# Integrare le telecamere pubbliche e dashcam nella rete
Una volta realizzata una rete di bodycam, si potrebbero integrare le telecamere pubbliche già in funzione e le dashcam delle auto. Pensate inizialmente per tutelare i proprietari dagli incidenti, queste telecamere potrebbero fornire una visione complementare sui crimini. Un sistema di sorveglianza così esteso migliorerebbe non solo la sicurezza, ma anche la percezione dei cittadini.
Attualmente, Milano dispone di migliaia di telecamere di sorveglianza distribuite in punti strategici, ma spesso queste funzionano come strumenti passivi, utili solo a posteriori per ricostruire un evento. L’integrazione con bodycam e dashcam potrebbe trasformarle in strumenti proattivi, aumentando l’efficacia delle forze dell’ordine. In questo scenario, la responsabilità individuale giocherebbe un ruolo importante: il cittadino che partecipa attivamente al miglioramento della sicurezza con dispositivi come la bodycam contribuirebbe a proteggere se stesso e la propria comunità, ma allo stesso tempo offrirebbe un supporto fondamentale nel garantire che giustizia venga fatta in caso di errori o malintesi.
Un nodo cruciale sarebbe stabilire i limiti d’utilizzo di questi strumenti. Non dovrebbero essere impiegati per sanzioni minori, come il parcheggio in divieto di sosta, ma concentrarsi sulle infrazioni gravi. L’ultima parola sui fatti ripresi spetterebbe sempre al controllo umano degli agenti e, in caso di controversie, alla revisione del filmato in tribunale.
Un ulteriore vantaggio dell’integrazione potrebbe essere la creazione di mappe del rischio aggiornate in tempo reale. Analizzando i dati raccolti da bodycam, dashcam e telecamere pubbliche, si potrebbero individuare le zone più a rischio della città, permettendo una distribuzione più efficiente delle risorse.
# La soluzione intermedia: un’app per la sicurezza
Attendendo la messa a terra del sistema bodycam, un’altra soluzione potrebbe essere rappresentata da un’applicazione per cellulare. Questa app, concepita come strumento bidirezionale, consentirebbe alle forze dell’ordine di inviare notifiche agli utenti in caso di pericolo nelle vicinanze, basandosi su dati in continuo aggiornamento. I cittadini, dal canto loro, potrebbero segnalare immediatamente situazioni sospette, reati subiti o comportamenti violenti, rendendo le informazioni in tempo reale accessibili a chi di dovere.
L’app potrebbe includere una funzione che consente ai cittadini di inviare un video o una foto direttamente alle autorità, geolocalizzando automaticamente l’evento. Inoltre, potrebbe integrare una funzione di «safe walk», che consentirebbe agli utenti di condividere la propria posizione con familiari o amici durante spostamenti notturni.
Un’app del genere sarebbe un esempio concreto di collaborazione tra cittadini e autorità, favorendo una maggiore consapevolezza e un intervento più rapido. Tuttavia, anche in questo caso, l’utilizzo dovrebbe essere regolamentato per evitare abusi o false segnalazioni. Sarebbe inoltre fondamentale un sistema di moderazione automatizzato per filtrare le segnalazioni inutili o palesemente false.
In questo contesto, ogni cittadino, responsabilizzandosi, avrebbe l’opportunità di difendersi in caso di necessità, contribuendo in modo positivo alla creazione di una città più sicura e giusta per tutti.
Continua la lettura con: Sicurezza a Milano: «più telecamere dove lo chiedono i cittadini». Perché non un’app dedicata?
MATTEO RESPINTI
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