Il Corvetto è finito sotto i riflettori per i casi di cronaca del ragazzo morto durante un inseguimento della polizia e dei conseguenti disordini sulle strade. Torna al centro la questione sulla sicurezza a Milano: è un problema reale oppure solo percepito?
Per capirlo abbiamo fatto alcune interviste tra chi ci abita e tra chi, al contrario, ci resta alla larga. Per capire anche come il quartiere potrebbe fare una radicale metamorfosi: da luogo da evitare a polo di attrazione per i milanesi.
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Corvetto, problema reale o di percezione? Le tre proposte per renderlo un «quartiere magnete» per milanesi e turisti
# Corvetto: problema reale o di percezione?
Ho chiesto ai milanesi come vedono il Corvetto.
«Il Corvetto è un’area meno glamour o vivace rispetto ai quartieri più noti come Brera, Navigli o Porta Romana. Sinceramente è uno dei quartieri più pericolosi, devianti e sregolati della metropoli, per questo a mia figlia consiglio di evitare di passare di lì.» (Teresa B. – Cesano Boscone)
«Ho paura anche solo ad attraversare il quartiere per qualche commissione quotidiana.» (Maria R. – 83enne residente del Corvetto)
«Per me si tratta di un semplice quartiere residenziale, anche se a volte mi sembra di vivere in un paesino di montagna dato che ci sono ancora quelle antiche botteghe in cui anche mia madre faceva la spesa» (Matteo L. – inquilino delle case popolari del Corvetto)
Nelle altre esperienze raccolte tra persone che vivono nel quartiere viene anche sottolineato un aspetto positivo: si tratta di un’area in continua espansione e riqualificazione, che è migliorata negli ultimi anni, grazie a una serie di interventi urbanistici che hanno incluso maggiori spazi verdi e una migliore accessibilità grazie anche alla metropolitana, in particolare la linea 3 che collega Corvetto al centro città.
Queste sono alcune fotografie della Corvetto di oggi. Ma se volessimo sognare più in grande per il quartiere, che cosa si potrebbe fare per renderlo attraente anche per chi non lo abita? Queste sono le tre proposte che puntano a valorizzare la zona facendo leva su alcuni suoi aspetti positivi.
# La Corvetto del terzo millennio: tre idee per diventare un magnete per milanesi e turisti
#1Il quartiere degli artisti
Già oggi è un quartiere di artisti, attirati dai costi più abbordabili e dai numerosi locali e alternativi, in particolare per la vita notturna della comunità gay, tra cui il Plastic, di cui era storica la frequentazione da parte di star internazionali del calibro di Andy Warhol o di Madonna nella precedente collocazione di viale Umbria. Per valorizzare ancor più una delle caratteristiche che contraddistinguono più questa zona, si potrebbero organizzare fiere, mostre o comunità creative uniche, in grado di attrarre turisti, appassionati, collezionisti e critici d’arte anche dall’estero.
#2 Il «Miglio delle farfalle»
Anche in questo caso il punto di partenza è qualcosa che si è fatto. Anche se in parte ha subito una battuta di arresto. “Il Miglio delle farfalle” è un progetto nato nel 2021 con l’obiettivo di riportare un po’ di campagna in città piantando piante capaci di attirare farfalle, api, uccellini e altri insetti, creando così un paradiso per la biodiversità e, al tempo stesso, abbellendo l’ambiente urbano. Per risolvere l’impasse e portare questo progetto al centro della vita del quartiere occorre dare la possibilità anche a società esterne e private di finanziare questa iniziativa, in modo tale da superare la lentezza con cui, ad oggi, sta proseguendo questo progetto con il solo appoggio del Comune. Se sviluppato è un progetto che potrebbe creare un ecosistema naturale in un territorio urbano capace di estendersi nel tempo in modo unico a Milano.
Nel 2019 Corvetto si è popolato di musica, arte e lirica con l’iniziativa dell’associazione ‘Arte e Musica Insieme’, insieme al Comitato ‘MImpegno’, un evento ripetuto il primo dicembre di quest’anno con il Gran gala’ lirico nella Chiesa della Medaglia Miracolosa. Un format da espandare organizzando eventi di lirica anche all’interno delle chiese più belle della zona, come l’Abbazia di Chiaravalle, sia per riunire i residenti, italiani e non, attraverso strumenti di integrazione universale che sono la musica e l’arte. Inoltre, la zona dell’Abbazia è da sempre stata circondata da campi agricoli utilizzati dalle piccole e medie industrie della zona: per questo qui si potrebbe pensare di organizzare eventi popolari, ad esempio con dei pic-nic a tema, con i prodotti delle stesse aziende agricole presenti. Non solo: si potrebbe godere nella bella stagione di spettacoli non solo musicali ma anche teatrali o cinematografici all’aperto.
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