Il futuro del trasporto aereo sta per cambiare, si sta per rinnovare, siamo sempre più vicini ad una nuova modalità di trasporto per aria. E come? Fuori dai nostri cieli, avvicinandoci sempre di più allo spazio.
Da Milano alla Luna: il futuro del trasporto aereo in città
# La sfida di Spacex con il programma Starship
Se l’alta velocità ferroviaria sta mettendo in crisi i voli di breve tratta, per quanto riguarda le lunghe tratte la situazione è decisamente più complessa, sia dal punto di vista infrastrutturale, sia dal punto di vista di un mezzo vero e proprio.
Ormai diversi anni fa Spacex ha lanciato il programma Starship, un programma per riportare l’uomo sulla Luna e poi su Marte, grazie ad un razzo completamente riutilizzabile, alimentato a metano, che renderanno sostenibile, dal punto di vista economico, il trasporto nello spazio. Il razzo è ancora nella fase di test, per cui non è ancora chiaro quali saranno le tempistiche legate al suo utilizzo nello spazio, né quante volte potrà essere utilizzato, né quanto tempo sarà necessario per completare un check-up prima di rilanciarlo, insomma sono più le cose che non sappiamo che quelle che sappiamo ma le potenzialità di Starship sono evidenti.
# Collegare diverse città distanti tra loro
L’enorme potenza e versatilità del sistema ha fatto pensare a SpaceX e non solo a loro, di rivoluzionare il sistema di trasporto aereo. L’idea sarebbe di utilizzare il razzo per collegare varie città piuttosto distanti, abbassando i tempi e anche i costi di trasporto rispetto al trasporto aereo, in quanto si accorcerebbe il tragitto cambiando completamente la traiettoria. Per cui, forse già oggi dobbiamo domandarci, dove sarebbe possibile costruire uno spazio-porto a Milano?
# Dove realizzare uno spazioporto a Milano? Assago in pole position
Per creare uno spazioporto bisogna valutare fin da subito l’impatto ambientale, di conseguenza bisognerebbe stare ben lontani dai vari parchi nazionali e regionale, in modo da non impattare eccessivamente sugli ecosistemi più importanti del nostro territorio, anche se comunque la costruzione comporterà l’utilizzo di diverse unità di suolo e l’esercizio comporterà rumore e vibrazioni nell’intorno.
Sicuramente per cercare di mitigare l’impatto ambientale, è opportuno cercare un luogo che sia fin da subito fortemente interconnesso, in modo tale da ridurre l’impatto di opere accessorie come bretelle autostradali, ferroviarie o estensioni della linea metropolitana. Questo inoltre permetterebbe alle persone, ed eventualmente alle merci, di raggiungere lo spazioporto mediante il trasporto pubblico.
L’area su cui sorge oggi la base di lancio di Spacex è di circa 150.000 metri quadri e comprende due rampe di lancio pensate per il lancio spaziale, alcune strutture per il controllo, la produzione dei razzi e diverso altro spazio libero per future espansioni.
Di conseguenza dobbiamo pensare ad un’area di almeno 900.000 mq in modo tale da poter accogliere tutti i vari servizi e almeno 4/5 rampe di lancio sia per il trasporto terrestre, sia per il trasporto spaziale, oltre a tutte le infrastrutture necessarie a garantire il servizio.
Possiamo ipotizzare la creazione dello spazio porto a sud-ovest di Assago, siccome la M2 sarebbe a poco più di 1km e si potrebbe pensare quindi di prolungarla, nelle vicinanze è presente la tangenziale ovest e l’autostrada A7, che creerebbe un buon interscambio con le arterie autostradali.
Rimane aperta la problematica legata alla ferrovia, in quanto in questa zona non passano treni, certamente il collegamento che sarebbe garantito da M2 sarebbe già sufficiente per l’afflusso di passeggeri. Con l’apertura del Terzo Valico, potrebbe convenire pensare di collegare lo spazioporto alla linea che collega Milano e Genova nei pressi di Pieve Emanuele a sud, mentre a nord si potrebbe intersecare la linea S9 nei pressi di Trezzano sul naviglio, che potrebbe essere una scusa per completare la cintura ferroviaria.
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SAMUELE GALBIATI
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