Grande Brera, «isola dei musei»: i 5 nuovi musei che dovrebbero sorgere per valorizzare il ruolo di Milano nel mondo

5 nuovi musei che dovrebbero sorgere a Milano sull'onda della Grande Brera

0

Il progetto Grande Brera segna l’inizio di una nuova era culturale per Milano. Si tratta della creazione di un’«isola dei musei», un sistema integrato di musei comunali che dialoghino tra loro. Abbiamo pensato a 5 nuovi musei che potrebbero sorgere a Milano per affermare l’identità distintiva di Milano nel mondo.

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Grande Brera, «isola dei musei»: i 5 nuovi musei che dovrebbero sorgere per valorizzare il ruolo di Milano nel mondo

# L’ottagono della Grande Brera, cosa sarà quest’«isola di musei»?

Con l’apertura di Palazzo Citterio prevista per il 7 dicembre, il progetto Grande Brera segna l’inizio di una nuova era culturale per Milano. Durante un evento il 27 settembre, è stato presentato il nuovo logo del progetto, un ottagono che simboleggia l’unione delle diverse istituzioni culturali del complesso, come la Pinacoteca, l’Osservatorio Astronomico, l’Orto Botanico e la Biblioteca Braidense.

Il marchio, creato dal gruppo Qubit con Carmi e Ubertis, mira a rafforzare la connessione tra queste istituzioni e a esprimere il cuore artistico della città. Il direttore Angelo Crespi ha descritto il progetto come un “contenitore” di valore culturale, destinato a generare nuove opportunità per l’arte e la cultura a Milano.

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

Il progetto prevede la creazione di un’«isola dei musei», un sistema integrato di musei comunali che dialogano tra loro, supportato da un investimento statale di 300 milioni di euro. Oltre alla Grande Brera, il piano include nuovi spazi culturali come la Biblioteca Europea e il Museo della Resistenza, con l’obiettivo di aumentare l’accessibilità e il numero di visitatori, già cresciuto del 35% quest’anno.

# Milano come «isola di musei», perché fermarsi alla Grande Brera?

Se l’idea della Grande Brera fosse estesa ai maggiori musei della città, Milano potrebbe beneficiarne ulteriormente. Una rete museale, simile al sistema bibliotecario cittadino, permetterebbe di integrare e valorizzare le diverse istituzioni culturali, favorendo sinergie tra le offerte espositive.

Questa rete potrebbe sviluppare itinerari culturali tematici, facilitando l’accesso per cittadini e turisti, rendendo la cultura un elemento quotidiano nella vita milanese. Inoltre, l’interconnessione tra musei stimolerebbe la partecipazione pubblica, incentivando eventi comuni, programmi educativi e attività culturali che coinvolgano la comunità. Ecco 5 musei che mancano a Milano e che, se realizzati, potrebbero far parte di questa rete.

#1 Il Museo del Giornalismo 

La capitale dell’informazione deve avere un Museo del Giornalismo. Potrebbe essere situato in un palazzo storico del centro di Milano, città che, insieme a Roma, è stata ed è ancora capitale del giornalismo nazionale, e potrebbe essere dedicato a raccontare l’evoluzione del giornalismo dal ‘700 ad oggi e il suo impatto sulla società.

Le esposizioni potrebbero comprendere, per esempio, una vasta collezione di quotidiani e periodici, fotografie, macchine da scrivere, strumenti per la stampa e cimeli provenienti dalle grandi redazioni milanesi. Si potrebbero documentare le tappe fondamentali del giornalismo, dalle prime testate cartacee all’era digitale.

Un’area di laboratorio potrebbe permettere ai visitatori di esplorare le tecniche di scrittura o le pratiche come il fact-checking e, più di tutto, l’importanza dell’etica giornalistica, offrendo uno sguardo critico sulle sfide moderne della professione.

Laboratori pratici su come scrivere articoli, utilizzare i social media per il giornalismo o produrre reportage d’impatto potrebbero coinvolgere attivamente i visitatori, in particolare i giovani. In questo modo, il Museo del Giornalismo non solo preserverebbe la memoria storica della professione, ma contribuirebbe anche a ispirare una nuova generazione di giornalisti.

#2 Il Museo della Metropolitana

Credits: Ideogram.AI

Il Museo della Metropolitana potrebbe essere situato in una vecchia stazione dismessa o in un deposito sotterraneo, ricreando l’atmosfera autentica del sistema di trasporto pubblico milanese.

Le gallerie espositive potrebbero illustrare la storia delle linee della metropolitana attraverso modellini di treni, attrezzature di segnalamento e pannelli interattivi. Un’area centrale dedicata ai vagoni restaurati permetterebbe ai visitatori di entrare in treni storici, offrendo un’esperienza immersiva nel tempo.

La sezione dedicata all’impatto socio-culturale potrebbe presentare fotografie e documentari che raccontino di come la metropolitana abbia influenzato la vita quotidiana dei milanesi.

Un’area interattiva potrebbe consentire ai visitatori di provare simulatori di guida di treni o esplorare modelli virtuali della rete metropolitana.

Leggi anche: Il Museo della Metropolitana di Milano: cosa potrebbe esserci?

#3 Il Museo della Cucina

Credits: Ideogram.AI

Milano si sta sempre più affermando come una capitale internazionale del food e dell’alta gastronomia. Niente di meglio che sottolinearlo con un museo specifico. Il Museo della Cucina potrebbe essere concepito come un vero e proprio viaggio attraverso la tradizione culinaria milanese, italiana e, perché no, a tratti, mondiale. Ospitato in un antico edificio ristrutturato, la prima parte del museo potrebbe presentare ricostruzioni di cucine storiche, complete di utensili e attrezzature d’epoca, accompagnate da pannelli informativi che raccontino l’evoluzione dei piatti tipici e dei mezzi per cucinarli.

Spazi dedicati a degustazioni e laboratori interattivi permetterebbero ai visitatori di partecipare a dimostrazioni culinarie dal vivo e workshop pratici, insegnando le tecniche tradizionali di preparazione di piatti iconici delle tradizioni italiane.

Il museo potrebbe anche avere un’area dedicata alla sostenibilità alimentare, con esposizioni che insegnino l’importanza di utilizzare ingredienti locali. Qui, i visitatori potrebbero scoprire come la cucina, sia quella tradizionale che quella innovativa, si intreccia con le pratiche sostenibili contemporanee.

#4 Museo del Gioco e dell’Infanzia

Credits: Alternalab

In un’Italia in crisi demografica serve rilanciare il tema della natalità con il Museo del Gioco e dell’Infanzia, che a Milano è esistito come Museo del Giocattolo e del Bambino fino al 2023, in Porta Ticinese. Potrebbe tornare come uno spazio colorato e vivace, situato in un quartiere ricco di famiglie, dove ogni area espositiva rappresenti una fase dell’infanzia e un tipo di gioco.

Le sale potrebbero contenere una vasta gamma di giochi e giocattoli, dai classici in legno ai moderni videogiochi, offrendo ai visitatori un’esperienza ludica e interattiva. Mostre dedicate ai giochi tradizionali italiani permetterebbero ai bambini di sperimentare giochi dimenticati, come le trottole o il meccano, mentre un’area dedicata ai videogiochi retro potrebbe dare la possibilità di esplorare il passato del gaming.

Anche questo museo potrebbe ospitare laboratori creativi, qui i visitatori potrebbero cimentarsi nel tentare di costruire giocattoli, incoraggiando la fantasia e la creatività. Spazi relax e aree di ristoro a misura di bambino renderebbero il museo un luogo ideale per le famiglie, mentre un’area esterna con giochi all’aperto completerebbe l’offerta.

Il Museo del Gioco e dell’Infanzia si proporrebbe così come un importante punto di riferimento culturale e ludico, dove l’apprendimento e il divertimento si intreccerebbero in un ambiente stimolante e accogliente.

#5 Il Museo delle Religioni

Il Grande Buddha (Tailandia)

La città che con l’Editto di Costantino ha introdotto la libertà di culto nel mondo, deve lanciare un nuovo messaggio di tolleranza con il Museo delle Religioni. Potrebbe sorgere in un’area spiccatamente multiculturale di Milano, come quella tra viale Monza e via Padova, riflettendo la ricchezza e la diversità delle diverse fedi presenti in città, ma non limitandosi ad esse.

Le gallerie espositive potrebbero presentare oggetti rituali, testi sacri e opere d’arte provenienti da varie tradizioni religiose, offrendo ai visitatori un assaggio delle pratiche e delle credenze di diverse culture. Ogni sezione potrebbe essere dedicata a una religione specifica, con pannelli informativi e audioguide che raccontino storie e significati, promuovendo il dialogo interreligioso e la comprensione reciproca.

Il museo potrebbe anche includere spazi interattivi per laboratori e seminari, dove i visitatori potrebbero prendere parte a discussioni su temi etici e spirituali. Eventi culturali, come concerti di musica sacra, proiezioni di film e feste religiose, arricchirebbero ulteriormente l’offerta del museo.

Il Museo delle Religioni potrebbe essere non solo un archivio di conoscenza, ma anche un luogo di incontro, in cui persone di diverse fedi e culture possono connettersi e confrontarsi.

Continua la lettura con: Le 5 MERAVIGLIE di BRERA visibili PASSEGGIANDO

MATTEO RESPINTI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/


Articolo precedenteEataly festeggia 10 anni: la gastronomia gourmet scenderà per le strade di Milano?
Articolo successivoI 30 «paesi orribili vicino a Milano»: idee per rilanciare i pustass dei dintorni
Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome