I robot di Musk a Milano? Le 5 attività che potrebbero svolgere
# Lo stato attuale del progetto Optimus
Progettati per compiti pericolosi o ripetitivi nelle fabbriche, i robot di Tesla stanno evolvendo in una vera e propria rivoluzione tecnologica, con applicazioni che vanno ben oltre l’industria automobilistica.
Optimus, questo il nome del modello, è stato progettato per emulare i movimenti e le capacità fisiche umane, supportato da un’intelligenza artificiale che gli consente di prendere decisioni in tempo reale. La seconda generazione, Optimus Gen 2, è capace di camminare, eseguire movimenti complessi, maneggiare oggetti fragili e svolgere compiti pratici come piegare magliette o servire bevande. Musk ha dichiarato che l’obiettivo è una produzione di massa, con un prezzo stimato tra i 20.000 e i 30.000 dollari per unità. Ma quali attività potrebbero svolgere a Milano?
#1 Sicurezza: polizia, pompieri
Optimus potrebbe affiancare le forze dell’ordine in attività di pattugliamento, monitoraggio di aree critiche o gestione di grandi eventi. I robot potrebbero sorvegliare le zone più affollate, come il Duomo, la Galleria Vittorio Emanuele, Corso Como, la Stazione Centrale e la Darsena, ma anche le periferie.
Non sarebbe irrealistico pensare a ronde costanti di robot-poliziotti lungo la circonvallazione o la presenza di almeno un robot su ogni mezzo di trasporto. Per evitare problematiche legate alla comprensione, i robot potrebbero essere incaricati esclusivamente della sicurezza, tralasciando le infrazioni minori.
Grazie alla loro resistenza fisica, i robot potrebbero intervenire in situazioni pericolose, come incendi o crolli, riducendo i rischi per gli operatori umani. Scene da film, come un robot che entra in una casa in fiamme per spegnere il rogo o estrarre una persona, ora diverrebbero la realtà.
#2 Consegne e logistica
Con l’aumento degli acquisti online, i robot potrebbero essere impiegati per la consegna, soprattutto di pacchi pesanti e nelle aree pedonali o difficili da raggiungere con i mezzi tradizionali.
Un Optimus carico di pacchi potrebbe attraversare le strade di Brera o nuotare nei canali dei Navigli, tenendo sopraelevato il pacco, alleggerendo così il traffico. In più, i robot potrebbero anche muoversi lungo le piste ciclabili senza disturbare i pedoni.
Ogni modello sarebbe tracciabile e, oltre alle spedizioni online, potrebbe sostituire i rider per la consegna di cibo, riducendo i costi a lungo termine.
#3 Pulizia e manutenzione urbana
Optimus potrebbe diventare il “neturbino” del futuro, affiancandosi e successivamente sostituendo gli operatori ecologici. Il robot potrebbe raccogliere rifiuti, pulire tombini, occuparsi della manutenzione del manto stradale e del verde pubblico, e persino lucidare statue e facciate come quella del Duomo.
Grazie a sensori avanzati, sarebbe in grado di muoversi con precisione, evitando ostacoli e lavorando anche di notte senza disturbare i cittadini. Un esempio di impiego che lo rende di molto più efficiente rispetto alla controparte umana potrebbe essere la pulizia dei canali dei Navigli o della Darsena, che Optimus potrebbe effettuare istantaneamente e senza protezioni.
# 4 Pratiche burocratiche e informazione turistica semplificata
Milano, che ogni anno attira milioni di turisti, potrebbe impiegare i robot come guide multilingue, offrendo informazioni storiche, indicazioni stradali o suggerimenti sui ristoranti. Immaginate una serie di Optimus davanti al Castello Sforzesco, pronto a raccontare la storia dei Visconti o a indicare il percorso per il Cenacolo Vinciano. Dotati di intelligenza artificiale, potrebbe anche fungere da guida privata per i turisti più facoltosi, conducendoli in giro per la città.
In più, i robot potrebbero essere utilizzati anche negli uffici pubblici per gestire le file, rispondere alle domande dei cittadini e digitalizzare documenti. Con il miglioramento della tecnologia, potrebbero anche diventare veri e propri funzionari comunali o aziendali, offrendo consulenze legali o fiscali.
#5 Assistenza agli studenti, agli anziani e alle persone fragili
Prima della commercializzazione privata, che avverrà sicuramente nel futuro, Optimus potrebbe inizialmente assistere gli anziani e le persone con disabilità nelle attività quotidiane, come cucinare, riordinare o fare piccole commissioni. Rispetto alla salute, potrebbe monitorare i valori delle persone che assisterebbe, somministrando farmaci e intervenendo in caso di emergenza. Grazie alla sua interattività, potrebbe anche offrire compagnia a chi vive da solo, contrastando la solitudine.
Nel settore educativo, non potendo sostituire gli insegnanti in quanto privo di intelligenza effettiva ed empatia, Optimus potrebbe affiancare i docenti e gli studenti, spiegando concetti complessi in modo interattivo, simulando esperimenti scientifici o traducendo le spiegazioni per gli studenti stranieri, migliorando l’accessibilità e la qualità dell’educazione.
# Gli ostacoli: diffidenza e monopolio della produzione
Nonostante le potenzialità, l’introduzione dei robot umanoidi potrebbe suscitare alcune preoccupazioni. La tecnologia robotica porta con sé timori legati a scenari distopici, alimentati da film come Terminator o Ex Machina, che ritraggono i robot come entità ribelli. Anche se Optimus non è progettato per sviluppare coscienza, l’idea di macchine che svolgono compiti complessi potrebbe generare ansia tra alcuni cittadini.
Affidarsi a una sola azienda (Tesla) per quanto riguarda l’approvvigionamento, potrebbe creare problemi rispetto alla sovranità tecnologica. Milano potrebbe trovarsi vincolata a un modello monopolistico, in cui manutenzione, aggiornamenti e politiche di utilizzo sono controllati da un’unica impresa. Questo rischio diventerebbe ancora più rilevante se i robot venissero impiegati per servizi essenziali come la sicurezza o la gestione dei rifiuti.
L’adozione dei robot umanoidi in una città come Milano richiederebbe un approccio graduale e ben pianificato. In primo luogo, sarebbe necessario preparare i lavoratori e i cittadini a convivere con i robot, riducendo la diffidenza e promuovendo l’integrazione uomo-macchina. In secondo luogo, sarebbe fondamentale stabilire regole chiare sull’utilizzo dei robot, tutelando la privacy e la sicurezza dei dati. In terzo luogo, per evitare di dipendere esclusivamente da Tesla, Milano potrebbe favorire la collaborazione con altre aziende tecnologiche o, eventualmente, considerare la produzione di robot comunali in modo autonomo.
Continua la lettura con: Un’altra rivoluzione di Musk: anche i tunnel stradali sono una miniera d’oro. Questi i possibili progetti per Milano
MATTEO RESPINTI
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