I soldi di San Siro per riqualificare il quartiere: che cosa si potrebbe fare con questi 200 milioni?

Il sindaco ha dichiarato che saranno destinati alla rigenerazione del quartiere: ma come si potrebbero impiegare?

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L’Agenzia delle Entrate ha stimato circa 200 milioni di euro dall’eventuale vendita del Meazza e dei terreni circostanti inclusi nel comparto San Siro. Il sindaco Sala in una recente intervista ha dichiarato che queste risorse saranno destinate alla rigenerazione del quartiere: ma come si potrebbero impiegare?

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I soldi di San Siro per riqualificare il quartiere: che cosa si potrebbe fare con questi 200 milioni?

# Dalla vendita dei terreni dovrebbero arrivare circa 200 milioni di euro

Docfap – Gli elementi del progetto stadio

Un nuovo stadio a San Siro, con l’acquisto dell’attuale impianto e dei terreni circostanti, significa anche tante risorse da investire sul quartiere. Lo ha dichiarato il Sindaco Beppe Sala a margine della presentazione del tram dedicato agli 80 anni della Liberazione: «Se ci sarà la vendita dello stadio la cosa importante sarà definire, e lo lascio al Consiglio comunale, decidere cosa si farà di quei fondi. Suggerisco che siano concentrati su chi vive nel quartiere, perché stiamo parlando di 7/8 anni di lavori». Sala ha proseguito spiegando che «I fondi era già previsto che fossero focalizzati lì, io ribadisco che devono essere a beneficio degli abitanti del quartiere». Ma di che cifra si sta parlando? L’Agenzia delle Entrate ha previsto una cifra di 197 milioni di euro stimati dall’Agenzia delle Entrate, anche se dal totale dovranno essere tolte le spese di bonifiche. Comunque si tratterà di molti quattrini per il quartiere. Ma come si potrebbero impiegare?

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# Il «Piano Mosaico»: collegare e rilanciare le «cinque città» di San Siro

Piano Mosaico Area interventi

Per prima cosa si potrebbe dare attuazione al piano d’area del «Mosaico San Siro». Un quadrante interessato da grandi progetti di rigenerazione che oltre allo stadio include l’area dell’Ippodromo, a Piazza D’Armi e il quartiere Selinunte con il bando Pinqua. Uno studio nel quale emergono cinque città diverse mal collegate (la città dei Recinti e delle barriere, lo stadio, il sistema degli Ippodromi, il San Carlo, Piazza d’Armi, le caserme), e da riconnettere, utile a suggerire come investire gli oneri di urbanizzazione di tutti gli interventi in corso e futuri. 

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# I 12 progetti del «Piano Mosaico»

Si prevede la riconnessione dei grandi parchi a Ovest della città, il collegamento tra i quartieri, il recupero di edifici dismessi e nuove centralità del tessuto urbano. Sono 12 i progetti pensati per l’area e tra questi troviamo: 

  • l’apertura di un percorso ciclo-pedonale pubblico all’interno dell’Ippodromo e dell’area dello stadio per favorire il collegamento da Monte Stella a San Siro;
  • la riduzione delle carreggiate delle strade e la loro depavimentazione;
  • la trasformazione di via Harar e via Rospigliosi da strade di grande scorrimento in una sequenza di piazze con esercizi di vicinato nei piani terra;
  • la trasformazione di via Novara in una strada urbana di collegamento tra i grandi parchi a vocazione ciclabile;
  • la riqualificazione, assieme ai fondi del Pnnr, degli edifici popolari più problematici;
  • la realizzazione di palestre a basso costo, con gli oneri di costruzione del nuovo stadio, convenzionate con il Comune e magari sponsorizzate da Milan e Inter per invogliare i ragazzi a praticare sport.

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# Trasformare piazza Axum, l’intervento al centro del piano d’area di San Siro

Corriere della Sera – Intervento Piazzale Axum

Al centro di questa trasformazione urbanistica c’è Piazza Axum. Da finanziare tramite gli oneri urbanistici a scomputo del progetto di Ax, di quello di Syre e di Hines che sta realizzando un nuovo micro quartiere al posto del vecchio trotto, e altri da recupare. Nell’intervento è contemplato: 

  • lo spostamento del capolinea del tram 16 in piazzale Segesta;
  • la creazione di aree gioco e palestre nelle aree verdi;
  • una playstreet in via Val Poschiavina per collegare piazza Axum e il giardino Marangoni;
  • nuovi attraversamenti nord-sud, pedonalizzando l’area davanti alle scuole e mantenendo il passaggio del bus.

Oltre a queste azioni urge poi un intervento radicale per l’area a Sud di Selinunte, il «buco nero» di Milano. 

# Rigenerare il «Quadrilatero dell’illegalità»

Case popolari San Siro

Si potrebbe infine dare seguito alla proposta elaborata dall’architetto Massimo Roj, fondatore e CEO di Progetto CMR, insieme all’ingegner Gianni Verga, di rigenerazione del “Quadrilatero dell’illegalità”. Il nucleo abitativo di 330mila mq di case popolari tristemente noto alle cronache, che ruota attorno a piazza Selinunte. L’idea è quella di realizzare un mix tra edilizia libera e popolare, che tramite demolizioni e costruzioni può dare luogo alla stessa quantità di edilizia popolare da destinare gradualmente agli attuali esistenti.

Ufficio stampa Gruppo Progetto CMR – Proposta Metodologica quartiere San Siro-Piazza Selinunte

Al posto degli attuali edifici verrebbero costruite delle torri nella parte centrale, tra Piazzale Selinunte, Viale Aretusa, Viale Mar Jonio e una propaggine in Piazza Segesta mentre nelle porzioni rimanenti, comprese tra le vie Paravia, Civitali, Ricciarelli e Dolci, edifici con le altezze di quelli attuali. Il nuovo quartiere sarebbe completamente pedonale, con accesso garantito ai mezzi di servizio e di soccorso, e con 1/3 dello spazio destinato a verde pubblico.

Sarebbero previsti inoltre servizi ai piani terreni, sostenibilità e autonomia degli edifici, insediamento delle così dette “funzioni rare” come università, spazi museali e laboratori per artisti e artigiani e la presenza di residenze temporanee, studentati, residenze per la terza età.

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

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