Da qualche tempo è tornato al centro del dibattito: che cosa fare di questa infrastruttura? Fioccano le ipotesi. Facciamo il punto sulla situazione.
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Il futuro del cavalcavia di Corvetto: riqualificarlo, «passerella green» o abbatterlo?
# L’innesto urbano dell’Autostrada del Sole

Costruito tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60, il cavalcavia del Corvetto è l’innesto urbano dell’Autostrada del Sole, progettato per facilitare l’accesso a Milano dei flussi veicolari in ingresso. Parte da Rogoredo e si estende fino a Piazzale Bologna, attraversando uno dei quadranti più delicati e strategici del sud-est milanese.

Un tempo opera moderna, oggi appare come una infrastruttura ingombrante, testimone di un’epoca in cui l’auto era al centro delle politiche della città. Da anni si parla della sua trasformazione, ma dalla sua nascita non si è toccata una pietra. Tra le ipotesi ci sono i due estremi: riqualificarlo per renderlo più moderno, magari abbellendolo sulla parte esterna, oppure abbatterlo. Ma il progetto forse più concreto sul tavolo riguarda la sua trasformazione.
# L’idea più radicale: trasformarlo nella High Line di Milano

Nel luglio del 2023, un concorso universitario ha acceso una nuova luce sul futuro del cavalcavia. Il progetto vincitore si chiama “Fly Over Live Under” ed è stato ideato da Fab For Future (FFF). L’idea? Abbandonare definitivamente la funzione veicolare e riconvertirlo in uno spazio pubblico verde e sopraelevato, una “High Line” milanese ispirata all’omonimo parco lineare newyorkese che è stato costruito su una ferrovia dismessa.
La proposta consiste nella trasformazione della parte superiore del cavalcavia in un lungo percorso pedonale con pergolati, sedute, zone ombreggiate e aree verdi. Uno spazio da vivere, dove camminare, rilassarsi, ammirare Milano da un punto di vista inedito, tutto a pochi metri sopra la città. Ma la novità riguarderebbe anche quello che si dovrebbe fare sotto.
# Sotto il cavalcavia: lo sport prende il posto delle auto

Ma la vera novità riguarda la parte inferiore della struttura. Lì dove oggi regnano degrado, auto in sosta e abbandono, il progetto prevede una trasformazione radicale. L’obiettivo è restituire lo spazio ai cittadini, con attività aggregative e sportive. Si immaginano pareti per arrampicata, tavoli da ping-pong, campi da basket e da bocce, ma anche zone d’incontro, piccole piazze, aree gioco per bambini. Un’idea che va oltre l’estetica e mette al centro la funzione sociale dello spazio pubblico.
E Piazzale Corvetto? Oggi è uno snodo viabilistico ostile ai pedoni. L’idea progettuale lo riconfigura come nuova piazza multifunzionale, con aree pedonali, spazi commerciali e servizi di prossimità.
# I numeri della proposta: ma le auto dove finirebbero?

Il progetto prevede l’impatto potenziale dell’intervento:
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5,5 ettari in meno dedicati alle auto
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5,4 ettari guadagnati per pedoni, verde e socialità
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485 nuovi alberi da piantare lungo il tracciato
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2.400 mq di spazi sportivi e aggregativi
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un nuovo edificio multifunzione per coworking, eventi, artigianato e ristorazione
E le auto? Anche se il progetto non se ne occupa, la soluzione ottimale potrebbe essere di prevedere la creazione di un tunnel sotterraneo per portare le vetture da Milano all’Autostrada del Sole senza impattare sul paesaggio, un po’ come avviene con il tunnel dall’ex Fiera all’imbocco dell’autostrada dei laghi. Ma quello di Corvetto non è l’unico cavalcavia al centro dell’attenzione.
# Il “mostro” gemello: il caso del cavalcavia Monteceneri-Serra

Il destino del cavalcavia di Corvetto non è un caso isolato. Un altro gigante in cemento attende da decenni il suo futuro: il cavalcavia Monteceneri-Serra. Si estende per circa un chilometro nella zona nord della città, costruito anch’esso negli anni ’50 e completato nel 1965.

Da tempo si discute di un suo abbattimento o restyling, ma anche qui il nulla ha avuto la meglio. Inserito tra le priorità del Municipio 8 nell’Atlante dei Quartieri legato al nuovo PGT, è al centro di una proposta di trasformazione simile a quella del Corvetto. In questo si prevede un parco sopraelevato, sempre sul modello della High Line di New York, con aree verdi, spazi per lo sport e la riqualificazione della parte sottostante con servizi, commercio e cultura.
Palazzo Marino è favorevole: nel 2025 è in programma il lancio di un bando di progettazione di fattibilità per trasformare il sogno in realtà, come dichiarato dall’assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi. Anche questo “mostro urbano” potrebbe quindi diventare un nuovo spazio di comunità: anche in questo caso resta il tema viabilità. E le auto, soprattutto quelle dei residenti, che fine farebbero?
Leggi anche: L’HighLine Verde sul cavalcavia: a New York è a Manhattan, a Milano sarà alla Ghisolfa
Continua la lettura con: Le strane idee del Comune per i ponti del Portello: la passerella chiusa di sera e il giardino pensile sul cavalcavia
FABIO MARCOMIN
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Pura utopia. Sia per il cavalcavia del Corvetto, sia per il Serra, prima di utilizzarli in altro modo, o addirittura di abbaterli, è d’uopo pensare alkle alternative. Per il Serra, non conosco il problema, anche se per me è utile così come è; per il Corvetto, l’Amministrazione da una parte pensa fantasioso, e dall’altra ha cancellato, se non grandemente ridimensionato, le alternative al ponte. Quindi, speriamo che passi questa amministrazione, e ne subentri un’altra meno fantasiosa e più razionale, Chi compila queste fantasie non conosce il territorio, anche se si qualifica come l’amministratore della città