L’Ocean Dome di Miyazaki, Giappone, demolito nel 2017, è stata la più grande spiaggia artificiale del mondo, con 12.000 metri quadrati di sabbia e un tetto retrattile, capace di ospitare 10.000 persone. Costato ¥200 miliardi ($1,6 miliardi), ha rappresentato un’opera ingegneristica unica nel suo genere. Cosa succederebbe se Milano decidesse di intraprendere un progetto simile?
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Il «mare a Milano»: il nuovo Ocean Dome all’Idroscalo oppure… ai Bagni Sempione?
# Perché l’Idroscalo potrebbe essere l’Ocean Dome di Milano
L’Idroscalo è già un luogo popolare per gli amanti dello sport e, in generale, delle attività acquatiche. Tuttavia, gli manca quel senso di fuga dalla città e di attrazione tropicale che, invece, l’Ocean Dome restituiva ai giapponesi.
Un progetto che introducesse una vera spiaggia artificiale, per intenderci simile a quelle dalla riviera romagnola, ma al coperto, magari anche coprendo una parte dell’Idroscalo, potrebbe elevare questo lago artificiale di Milano a qualcosa di completamente diverso e unico nel suo genere. L’installazione di una struttura che garantisca un tetto retrattile, come quello del Seagaia, consentirebbe di sfruttare lo spazio sia d’estate che d’inverno, proteggendo gli eventuali bagnanti dai freddi invernali e dalle piogge estive, creando all’interno un ambiente adatto.
L’Idroscalo presenta altri limiti difficilmente superabili: situato nei pressi di Linate, è lontano dal centro di Milano, per questo potrebbe risultare meno accessibile per i cittadini desiderosi di un’esperienza di relax a portata di mano. Qui sorge l’idea che forse, per quanto più complesso da realizzare, l’Ocean Dome di Milano dovrebbe sorgere a pochi passi dal centro della città, sfruttando spazi dismessi, aree industriali abbandonate o grandi parchi.
# Il Bagno Sempione: un’oasi marittima nel centro di Milano?
Immaginate un parco che vada anche oltre l’Ocean Dome, nel cuore pulsante di Milano. Una scelta iconica e simbolica sarebbe Parco Sempione, che rappresenta già un punto di riferimento per la vita all’aperto della città, pur, ovviamente, mancando di un’oasi balneare. Sarebbe un polmone verde che diventa un paradiso esotico e il punto di svago della città.
L’idea del Bagno Sempione potrebbe spingersi oltre l’Ocean Dome, una singola spiaggia artificiale finirebbe per annoiare i milanesi, tutt’altra storia sarebbe un percorso tra diverse tipologie di spiagge, ciascuna ispirata a famose località balneari del mondo. Ogni area potrebbe avere un tema specifico, con sabbia importata da vari angoli del pianeta per ricreare l’esperienza unica di quei luoghi. Ecco alcune idee:
- Spiaggia Caraibica – Baia delle Palme: sabbia bianca finissima, palme e amache, ricreando l’atmosfera rilassata dei Caraibi. Questa zona potrebbe includere bar a tema tropicale che servono cocktail esotici e una piscina dall’acqua cristallina che simuli le lagune delle isole caraibiche.
- Spiaggia Californiana – Surf Bay: Onde artificiali, se possibile alte almeno fino a 2 metri, simili a quelle dell’Ocean Dome, con un’area dedicata ai surfisti. Questa parte potrebbe essere pensata come una piccola Malibu, con una torretta di salvataggio e, perché no, la presenza di surfisti stranieri che offrano corsi.
- Spiaggia Mediterranea – Costa Azzurra: Sabbia dorata, mare tranquillo e calmo, lettini e ombrelloni in stile riviera francese. Una zona elegante e raffinata, con ristoranti gourmet che servono piatti tipici della cucina mediterranea.
- Spiaggia Giapponese – Kyoto Beach: Una spiaggia di ciottoli levigati, con giardini, un angolo di tranquillità dove l’acqua dolcemente lambisce la riva. Potrebbe essere arricchita da strutture architettoniche in stile giapponese e zone relax con vasche termali all’aperto.
Naturalmente queste sono solo 4 idee, tra le quali mancano riferimenti alle spiagge italiane, le potenzialità sono infinite e, in fin dei conti, un rinnovo annuale delle spiagge, se gli incassi lo permettessero, sarebbe un altro punto forte dei Bagni Sempione.
# Attività e Attrazioni: più di una Semplice Spiaggia
La struttura potrebbe ospitare un’ampia gamma di attrazioni ispirate a destinazioni esotiche e internazionali. Le onde artificiali, di altezza variabile, consentirebbero ai surfisti di cimentarsi in diverse tecniche, mentre, di contro, piscine dedicate ai corsi di nuoto sarebbero ideali per famiglie con bambini. Aree relax, con spa e piscine termali ispirate alle terme giapponesi, offrirebbero un rifugio per chi cerca trattamenti rigeneranti, rendendo l’esperienza completa e diversificata.
L’atmosfera sarebbe arricchita da ristoranti a tema che offrono piatti tipici delle località marine, dal sushi giapponese al pesce fresco mediterraneo. Un mercato con negozi di articoli da spiaggia e gadget tropicali, uniti a uno spazio per eventi culturali e musicali, ispirati allo spirito delle coste californiane o dei festival caraibici, creerebbe una fusione unica di intrattenimento e cucina.
Per sorprendere i visitatori, e mantenere un filo diretto con l’Ocean Dome, al centro della struttura potrebbe essere posizionato un vulcano artificiale, magari realizzato con le fattezze dell’Etna o del Vesuvio, che potrebbe eruttare ogni 2 ore. Questo vulcano, oltre a vapori e colori, la notte potrebbe proiettare luci laser e, magari, suoni sincronizzati, immergendo presenti e passanti in uno spettacolo magico.
# Le sfide: ambientale ed economica
Per realizzare una struttura di questo tipo, la progettazione dovrebbe concentrarsi su estetica, funzionalità e soprattutto sostenibilità. L’uso di tecnologie avanzate per il risparmio energetico e la gestione delle risorse idriche sarebbe essenziale, integrando sistemi di riciclo dell’acqua, unitamente a formule per generare energia dall’acqua utilizzata e pannelli solari per coprire le esigenze energetiche.
Un progetto di tale portata comporterebbe inevitabilmente sfide economiche e logistiche, con costi significativi per la costruzione, ma il ritorno, sia in termini di turismo che di creazione di posti di lavoro, potrebbe giustificare l’investimento. Collaborazioni con investitori privati e aziende del settore turistico sarebbero cruciali per garantirne la sostenibilità finanziaria. Oltre che per i milanesi, l’attrazione potrebbe essere irresistibile per cittadini e visitatori internazionali.
Continua la lettura con: Il “gemellino dell’Idroscalo”: avviato il cantiere del nuovo Lido di Milano
MATTEO RESPINTI
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state pubblicando fantasie, non progetti, pure di pessimo gusto.. tornate a scrivere articoli realistici
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