Il «modello CityLife» da estendere a Milano: persone nel verde, traffico sotto terra

Come cambierebbe Milano se si applicasse il «modello CityLife»: le prime due zone coinvolte

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Ph. thesubmarine.it/

CityLife rappresenta una piccola rivoluzione nel design e nella mobilità. E se questo nuovo modello venisse esteso al resto della città? Come cambierebbe Milano se si applicasse ovunque il «modello CityLife»: le prime due zone. Foto cover: thesubmarine.it

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Il «modello CityLife» da estendere a Milano: persone nel verde, traffico sotto terra

# Il «modello CityLife»: zona solo pedonale, tutte le auto sono sotto terra

Credits: Google Maps

Il «modello CityLife» rappresenta la trasformazione urbana più ambiziosa (finora) di Milano. Sviluppato nell’area dell’ex Fiera di Milano, su una superficie di oltre 366.000 metri quadrati, il progetto si caratterizza per un mix di edifici residenziali, spazi commerciali e uffici. Il tutto immerso in uno dei più grandi parchi pubblici della città, che copre 170.000 metri quadrati. La Torre Allianz (con i suoi 209 metri), la Torre Generali (77 metri) e Torre Libeskind (175 metri) sono simboli del moderno skyline di Milano e delle ambizioni di CityLife.

L’idea alla base del modello è di creare una zona completamente pedonale: traffico automobilistico e parcheggi vengono infatti portati sotto terra, garantendo così un ambiente libero dal rumore e dall’inquinamento.

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Tra gli aspetti più innovativi del progetto c’è infatti l’integrazione delle infrastrutture sotterranee. Ai confini dell’area ci sono gli ingressi dei tunnel che si snodano sotto terra, con una ragnatela di vie a scorrimento e di parcheggi dove è possibile scegliere la posizione più vicina alla via di uscita.  Tutto integrato con la linea M5 della metropolitana, che svolge un ruolo fondamentale. Il quartiere risulta così del tutto privo di auto: questa progettazione consente di mantenere la superficie libera per aree verdi, percorsi pedonali e ciclabili.

Inoltre, CityLife mira a essere un esempio di sostenibilità, con edifici certificati LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) e soluzioni ecologiche che riducono il consumo energetico.

# Una nuova area d’avanguardia: Porta Garibaldi alla conquista del cielo?

Credits: WhereverFamily – Pinterest

Anche la zona di Porta Nuova presenta qualche affinità con il modello di CityLife anche se solo abbozzata. Il tunnel è solo parziale e i parcheggi per interrare tutte le auto sono solo sotto piazza Gae Aulenti. Un’occasione colta solo in parte che però si può recuperare con la riqualificazione di Porta Garibaldi.

Porta Garibaldi è uno snodo principale di Milano, collega il centro e aree come Isola e Corso Como. Il traffico intenso e la limitata presenza di verde la rendono il luogo ideale da cui partire per una trasformazione profonda in stile CityLife. Azzardando anche qualche passo in più.

Oltre a puntare su aree verdi a livello del suolo, e traffico interrato, come per le zone adiacenti a Piazza Gae Aulenti, qui l’innovazione si potrebbe concentrare su torri verticali con giardini pensili e foreste urbane verticali. L’ispirazione al Bosco Verticale c’è, ma si potrebbe osare con un progetto molto più ampio.

Le facciate degli edifici potrebbero ospitare le classiche pareti verdi, ma da queste si potrebbero sviluppare piste ciclabili sopraelevate che, simili a ponti sospesi, collegherebbero tra loro le torri, gli “alberi” della “foresta urbana”. Un’operazione di questo tipo sgombererebbe il “piano terra” dal traffico delle biciclette (e dei mezzi simili), in più, naturalmente, la presenza di nuovi parcheggi sotterranei libererebbe definitivamente la superficie per i pedoni.

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# E a Forlanini… si coltiverà sotto terra?

Credits: valfrutta.it

Il quartiere Forlanini, noto per il parco, è poco sfruttato in termini di potenzialità urbana. Qui, il modello CityLife potrebbe essere introdotto con una logica ancora più esasperata: portare parte della vita urbana sotto terra, mantenendo la superficie quasi totalmente verde.

Invece di costruire in altezza, l’innovazione per Forlanini potrebbe essere uno sviluppo sotterraneo anche con abitazioni, uffici e negozi inseriti in spazi interrati (o semi-interrati), ispirati ai moderni bunker ecologici. Naturalmente, si intendono spazi abitativi ben illuminati, grazie a sistemi di illuminazione naturale, ispirati al concetto di bio-architettura, già sperimentato in diverse città del mondo, come Helsinki.

La logistica interna dei trasporti pubblici e privati potrebbe poi sfruttare tunnel sotterranei (a un livello ancora più basso della zona abitata) collegati alla linea metropolitana per ridurre l’impatto ambientale e favorire la mobilità.

Tutte le infrastrutture, inclusi naturalmente i parcheggi, verrebbero disposte sottoterra, lasciando la superficie come un parco urbano ininterrotto. Questa soluzione sfrutterebbe appieno la vicinanza del quartiere al parco ed estenderebbe lo stesso, creando una vera oasi verde per la città.

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MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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