Il «Quartiere dei Sogni» di Milano

Alcune città del mondo stanno costruendo un «Quartiere dei Sogni». Se lo facesse anche Milano, come sarebbe?

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Singapore è stata la prima. Seguita a ruota da altre città, tra cui Montecarlo e Dubai. La sfida: costruire il «Quartiere dei Sogni». Se anche Milano seguisse la scia, come e dove potrebbe realizzarlo?

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Il «Quartiere dei Sogni» di Milano

# Il mito della città ideale: la sfida di Singapore, Dubai e Montecarlo

Una delle grandi intuizioni del Rinascimento italiano: la città ideale. In quell’epoca d’oro in cui l’Italia dava luce al mondo intero, le città erano tornate al centro, come motore di sviluppo economico e culturale. I grandi del tempo si sono così iniziati a interrogare su come dovesse essere la città ideale, un tema che ha affascinato tutti i grandi urbanisti nei secoli a venire. Fino ad oggi. Nel mondo contemporaneo le città più all’avanguardia si stanno sfidando per realizzare zone che seguano quei principi adattati ai tempi moderni. In prima fila ci sono Dubai, Montecarlo (con la creazione di un'”isola dei sogni”) e, soprattutto, Singapore che ha pianificato Tengah, un’area formata da 5 distretti che dovrebbero rappresentare il massimo livello di qualità della vita urbana. Se Milano raccogliesse questa sfida e riportasse a casa nostra il modello di città ideale, come potrebbe essere il quartiere delle meraviglie?

#1 Un «quartiere foresta»: sopra il verde, sotto le auto

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Niente auto in superficie. Tutti i mezzi di trasporto dovrebbero essere messi sottoterra, come avviene per la metropolitana. Sia per il movimento che per il parcheggio. Sopra ci dovrebbero essere esclusivamente verde e zone di ristoro pedonali. Ancora di più: insieme a prati all’inglese ci dovrebbe essere una vera e propria foresta con tipi di piante capaci di rappresentare una vera e propria attrazioni per il territorio. 

#2 Un «quartiere fattoria»: ecosistema di coltivazione e allevamento 

Nel «quartiere foresta» si dovrebbe agevolare la semina di piante da frutto e di piantagioni per rifornire i cittadini del quartiere di prodotti a chilometro zero a cui si potrebbero dedicare per la coltivazione pensionati e bambini delle scuole per formarli a una vita più sana e funzionale. Non solo: la superficie dedicata alla foresta non dovrebbe solo corrispondere a un fine estetico e di benessere per il contatto con la natura ma anche riportare in vita l’ecosistema ancestrale dei villaggi di fattorie, attualizzato alla realtà di oggi. Animali da allevamento potrebbero vivere in armonia con i cittadini anche per stimolare una cultura più naturale nelle nuove generazioni, oltre che per produrre beni di consumo più genuini per i cittadini. 

#3 Un bosco come “mura”

Riprendendo la tradizione delle città italiane, il quartiere potrebbe essere delimitato da mura. Ma che non dovrebbero essere di cemento ma formate da alberi. Il quartiere avrebbe così un bosco circolare realizzato sul modello delparco orbitale“, progetto desiderato ma mai realizzato nel corso dell’ultimo decennio. Il bosco circolare avrebbe la funzione di proteggere l’ecosistema del quartiere dal resto delle aree urbane di Milano. 

#4 Il «quartiere comunità»: partecipazione e responsabilità condivisa degli spazi comuni

Ultima innovazione fondamentale riguarda il ruolo del cittadino. Il Rinascimento ha dato vita alla figura del “cittadino moderno”, che sostituisse l’idea di suddito alla mercé del sovrano di turno. Una figura che oggi ha bisogno di un rinnovamento radicale e tornare al centro di ogni decisione politica sul territorio. Tutto quanto sia possibile deve essere spostato al livello più basso: ogni potere del territorio va esercitato attraverso il coinvolgimento e la responsabilizzazione di ogni cittadino, favorendo così lo sviluppo di una comunità in cui ogni partecipante alla cosa pubblica sia un protagonista invece che un semplice esecutore della volontà dell’autorità. Questa sarebbe la rivoluzione epocale che partendo da un singolo quartiere potrebbe estendersi all’intero mondo. Come accaduto ai tempi del Rinascimento. 

# Dove costruirlo? A Milano Est

La zona dove sorgerebbe Milano Est

Come immaginato in questo articolo E se a Est sorgesse una nuova Milano?, lo spazio per costruire un nuovo progetto urbanistico esiste. Il quartiere dei sogni potrebbe diventare realtà in un’area compresa tra Segrate e Paullo. Non rappresenterebbe solo un’espansione fisica di Milano, ma una vera e propria “Milano parallela“, riprogettata per rispondere alle esigenze della “città madre” alla luce delle esigenze del mondo contemporaneo. Sarebbe un quartiere “sperimentale”, costruito ex novo, con una pianificazione orientata alla funzionalità e alla vivibilità: un nuovo centro grandioso e superverde. 

Continua la lettura con: L’Upper Class di Milano se ne va via da Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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Andrea Zoppolato
Più che in destra e sinistra (categorie ottocentesche) credo nel rispetto della natura e nel diritto-dovere di ogni essere umano di realizzare le sue potenzialità, contribuendo a rendere migliore il mondo di cui fa parte.

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