Milano è da sempre al centro dell’innovazione. Da qualche anno i protagonisti del cambiamento sono i quartieri: NoLo, Mind, Porta Nuova, CityLife rappresentano esempi di originalità distintiva, ognuno facendo leva su qualche suo aspetto identificativo. Il futuro di Milano sarà sempre più in questa direzione? Abbiamo provato a immaginare come declinare questa tendenza nel quartiere simbolo dell’innovazione milanese: Lambrate. Il suo unico limite è il cielo: ma è davvero così?
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Il «quartiere nel cielo»: c’è vita sui tetti di Lambrate
# A Lambrate la vita sui tetti?
La vita a Lambrate scorre in alto. Sopra i palazzi fioriscono iniziative, spesso nate con il Fuorisalone. Per una città che ha imparato a puntare in alto, questo modo spontaneo di fare cose sui tetti potrebbe diventare un fattore distintivo per l’intero quartiere.
Lambrate, con la sua forte identità artistica e industriale, potrebbe essere riprogettata come un distretto creativo sospeso, unendo la presenza delle storiche fabbriche con l’innovazione architettonica.
Si potrebbero sperimentare nuove regole, inizialmente da testare nel solo distretto, per consentire più libertà sui tetti:
- Sopralzi, nuovi appartamenti o vere e proprie piazze: i tetti di Lambrate potrebbero trasformarsi in spazi pubblici e luoghi di ritrovo aperti a tutti e non solo ai condòmini. Sarebbe il futuro degli eventi culturali, dei mercati, e delle aree di ritrovo.
- Agricoltura urbana sui tetti: il passo successivo potrebbe essere sviluppare delle specie di “fattorie urbane”. Si tratterebbe di realizzare strutture pubbliche in cui coltivare orti comunitari o di giardini sospesi, con serre in cui far crescere ortaggi, fiori e piante aromatiche. Il risultato sarebbe duplice: migliorare la qualità dell’aria e produrre a chilometro zero in un contesto urbano.
- Festival aerei: ogni anno Lambrate potrebbe ospitare festival sospesi tematici, durante i quali le strutture sopraelevate del quartiere si trasformerebbero in una rete di sale per eventi culturali sopra il livello stradale. Concerti, spettacoli, proiezioni cinematografiche, ma anche sfilate di moda che si terrebbero sopra il livello della strada.
Non solo innovazione. Invece di abbattere l’eredità industriale, la ristrutturazione partirebbe proprio dalla valorizzazione dei vecchi capannoni. La nuova Lambrate potrebbe prendere ispirazione dalla High Line di New York, si potrebbero costruire strade pedonali sopraelevate che connetterebbero tra loro i tetti-piazze e queste stesse strade potrebbero divenire gallerie d’arte, laboratori creativi o spazi espositivi.
Continua la lettura con: Il Modello Citylife da estendere a Milano
MATTEO RESPINTI
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Ma cosa cazzo vi siete tirati, abito a Lambrate e l’unica cosa che c’è sui tetti sono i piccioni.
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