La crisi delle democrazie occidentali. L’aveva teorizzata per primo il filosofo Edmund Husserl, oggi diventata di pubblico dominio. Ma se gli stati sono in crisi anche le città non se la vedono così bene. Soprattutto quelle “imprigionate” nella ragnatela della burocrazia pubblica. Invece prosperano quelle lasciate libere, in primis le città stato: Singapore, Montecarlo, Dubai e le altre stanno attirando persone e ricchezze da tutto il pianeta. In un momento di crisi serve qualcosa di radicalmente diverso. Come una lega tra le città che non essendo capitali, possono rappresentare una vera avanguardia di rinnovamento sganciato dagli interessi dei governi nazionali o sovranazionali. Ecco come nasce l’idea di una coalizione di metropoli emergenti, le “seconde città” del mondo, città che, come Milano, sfruttino la loro posizione strategica per guidare un nuovo modello di sviluppo globale, sempre alla ricerca di miglioramento. Vediamo assieme quale sarebbe il potenziale di questa lega e le città che ne farebbero parte.
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La «lega delle seconde città»: con Milano per rigenerare la scena politica internazionale
# Perché una «lega delle seconde città» più grandi?
Per contribuire a una rigenerazione di idee e modelli esistenti sfruttando un dato di fatto: le seconde città in ogni nazione sono quelle che, anche senza l’investitura di capitale, si sono ritagliate un ruolo di primaria importanza esclusivamente grazie alla loro capacità di attrazione. Una «lega delle seconde città» d’Europa e del mondo sarebbe una coalizione informale di metropoli che portano nuova luce ed energia al mondo grazie all’innovazione, al carattere e al dinamismo che le contraddistinguono.
Queste città non vivono all’ombra delle prime, ma sfruttano la loro posizione strategica per spingersi sempre oltre, come affermato da Renzo Rosso e Claudio Cecchetto: “Meglio essere secondi, così si cerca sempre di migliorare”.
Questa rete di “seconde” potrebbe rappresentare il più poderoso laboratorio di innovazione del mondo per la qualità della vita, per lo sviluppo economico, per la partecipazione dei cittadini e per i modelli di governance.
Quali potrebbero essere i membri di questa lega insieme a Milano? Scopriamo insieme alcune delle città che figurano al secondo posto per dimensioni nella loro nazione e che, con la loro visione, potrebbero diventare protagoniste di un nuovo modello di sviluppo globale.
# Marsiglia (Francia)
Marsiglia è una città di mare, cuore pulsante della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra e secondo polo economico di Francia dopo Parigi. Con il porto più grande del Mediterraneo, Marsiglia è un crocevia di culture e scambi commerciali. La sua identità multiculturale, unita alla recente trasformazione urbana (come il progetto Euroméditerranée), la rende una città all’avanguardia per innovazione e sviluppo.
Marsiglia potrebbe rappresentare nella lega il centro per lo sviluppo di piattaforme di logistica portuale futuristiche, basate sull’intelligenza artificiale, realizzando un hub digitale integrato che connetta il Mediterraneo all’Europa centrale. Non solo: è una delle città d’Europa che ha introdotto più novità per rendere più agile la circolazione urbana, con vasti sistemi di tunnel integrati a parcheggi sotterranei. Anche in questo ambito può diventare un riferimento per il resto del mondo.
# Birmingham (Gran Bretagna)
Birmingham, con la sua eredità industriale, è il motore manifatturiero del Regno Unito. Negli ultimi anni si è reinventata come hub tecnologico, creativo e di design. La sua posizione centrale e la connessione con la HS2 (l’alta velocità inglese) la rendono una piattaforma perfetta per il commercio e l’innovazione.
Nella lega potrebbe spingersi oltre il design tradizionale, sviluppando insieme alle altre città nuovi materiali sostenibili per la moda e l’edilizia, attraverso laboratori congiunti di ricerca avanzata.
# San Pietroburgo (Russia)
San Pietroburgo, un gioiello architettonico e culturale, è la finestra della Russia sull’Europa. Il suo patrimonio storico, i teatri e i musei come l’Hermitage attraggono milioni di turisti ogni anno, ma è anche un centro nevralgico per l’industria e l’innovazione tecnologica.
Nella lega delle città San Pietroburgo potrebbe creare una piattaforma digitale per eventi culturali immersivi in realtà aumentata, permettendo agli utenti di esplorare virtualmente mostre, teatri e festival.
# Amburgo (Germania)
Amburgo, il secondo porto più grande d’Europa dopo Rotterdam, è una città ricca di storia e innovazione. Con il suo quartiere HafenCity, esempio di rigenerazione urbana sostenibile, e un’economia fortemente orientata al commercio internazionale, Amburgo è una città in continua evoluzione.
Con le altre città della lega potrebbe sviluppare un ecosistema di scambi commerciali basati sulla blockchain per tracciare e ottimizzare gli scambi economici e il trasporto delle merci in tempo reale.
# Barcellona (Spagna)
Barcellona è una delle città più iconiche d’Europa, famosa per la sua architettura modernista, il clima mediterraneo e la cultura vibrante. È anche un centro di innovazione, con un ecosistema di startup in forte crescita.
Nella lega Barcellona potrebbe costituire la regia di un network di incubatori tecnologici che lavorino su progetti di smart cities, dal traffico intelligente alla gestione energetica.
# Cracovia (Polonia)
Cracovia, ex capitale della Polonia, è il cuore culturale e accademico del paese. Con la sua storica Università Jagellonica e il centro medievale Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, Cracovia combina tradizione e modernità. È anche un hub per l’outsourcing e la tecnologia.
Nella lega la seconda città polacca potrebbe generare programmi di scambio accademico focalizzati sull’intelligenza artificiale e la robotica, sviluppando soluzioni per la sanità e l’automazione industriale
# Porto (Portogallo)
Porto è famosa per il suo vino e le pittoresche strade sul fiume Douro, ma è anche un centro di creatività e imprenditorialità. Negli ultimi anni ha attirato startup e investimenti internazionali, diventando una delle città più dinamiche del Portogallo.
Nella lega, Porto potrebbe ricoprire il ruolo di lanciare un progetto internazionale per la tracciabilità dei prodotti agroalimentari attraverso tecnologie IoT, garantendo qualità e sostenibilità.
# Göteborg (Svezia)
Göteborg, la seconda città svedese, è un centro industriale e tecnologico, sede di giganti come Volvo. È anche una città verde, con un forte impegno per la sostenibilità.
La città scandinava, già collegata via ponte con Copenaghen, potrebbe esplorare progetti per la mobilità autonoma e il design di veicoli urbani elettrici modulari, adatti alle smart cities del futuro.
# Quale potrebbe esse il ruolo di Milano nella Lega?
Milano, come capitale economica e culturale d’Italia, può giocare un ruolo da protagonista in questa Lega:
- Milano come hub finanziario e innovativo: Milano, cuore economico d’Italia, potrebbe diventare un centro di innovazione finanziaria in Europa. Con il suo ecosistema bancario e il settore fintech in crescita, la città potrebbe ospitare un “Distretto Fintech” per sviluppare soluzioni come blockchain e criptovalute , attrarre investimenti internazionali e consolidare il suo ruolo di capitale dell’innovazione.
- Mobilità intelligente e sostenibile: Milano, già impegnata nella mobilità sostenibile, potrebbe diventare un laboratorio di mobilità intelligente. Potenziando la metropolitana automatizzata (in modo che raggiunga i paesi dell’hinterland e le principali città della Lombardia) e introducendo veicoli privati e pubblici autonomi e intelligenti, la città testerebbe per prima una rete intermodale che migliori l’efficienza dei trasporti urbani e riduca l’impatto ambientale, estendendo poi i benefici alle città della lega.
- Cultura e innovazione digitale: Milano potrebbe diventare un punto di riferimento culturale e digitale, ospitando eventi che uniscono arte, moda e tecnologia. Un festival immersivo con realtà aumentata, a cui sarebbe possibili partecipare virtualmente dalle altre città della lega, rafforzerebbe i legami culturali e tecnologici tra Milano e l’Europa.
- Hub di riprogettazione delle democrazie. Ultimo ma non ultimo è il ruolo forse più ambizioso. Quello di tenere la barra a dritta sulla via della riprogettazione delle democrazie occidentali, aprendo uno spazio di confronto e di libera circolazione di idee sul tema del senso degli stati contemporanei.
Continua la lettura con: E se a Est sorgesse una nuova Milano?
MATTEO RESPINTI
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