Con la «città a 15 minuti» Milano è andata in scia a Parigi. Il punto forza del progetto è quello di dotare di ogni servizio, in particolare la metro, ogni piccola area di Milano. Il rischio è quello però di creare dei ghetti, “proteggendo” con questa scusa le aree più prestigiose dall’arrivo di chi vive in altre zone, come succede ad esempio con area C e come accade in generale rendendo più complicata la circolazione delle automobili. Malgrado sia uno slogan affascinante, la realtà è che non tutti i milanesi, in particolare chi vive in periferia e chi ha più difficolta di movimento come le persone anziane o i genitori con bambini piccoli, possono soddisfare la maggior parte delle necessità quotidiane muovendosi a piedi o in bicicletta. Forse per valorizzare meglio i punti di forza originali di Milano si dovrebbe allargare l’orizzonte, considerando tutte le città collegate a Milano al massimo in un’ora di treno, con i suoi milioni di pendolari, e che altrove farebbero parte di un’unica metropoli.
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La «metropoli a un’ora» (di treno) sarà la nuova frontiera della «Milano a 15 minuti»?
# Dalla “città a 15 minuti” alla “metropoli a 1 ora”?

Nel 2020, proprio nel bel mezzo della pandemia, a Milano si è iniziato a parlare seriamente di “città dei 15 minuti”. Ispirandosi a Parigi, Palazzo Marino sta cercando da allora di ridisegnare la città in modo più vivibile e sostenibile, per consentire a sempre più milanesi di avere tutto a portata di mano: lavoro, scuole, negozi, sanità e spazi verdi. Un concetto urbano residenziale che il completamento della M4 ha rafforzato, accorciando ancor di più le distanze dalla metro. Il rischio però è quello di ingabbiare i cittadini in singole aree, in particolare deprimendo il principale fattore di forza di Milano: la posizione. Per governare al meglio le dinamiche cittadine non ci si può limitare ai confini comunali e al milione e 400mila abitanti. Occorre allargare lo sguardo per considerare tutta la sua area metropolitana abitata da milioni pendolari che ogni giorno, al massimo in un’ora di viaggio, arrivano in treno nelle stazioni di Rogoredo, Centrale, Porta Garibaldi, Cadorna e del passante.
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# In Lombardia si possono raggiungere da Milano tutti capoluoghi di provincia, eccetto Mantova e Sondrio, in massimo un’ora di treno

Nel resto d’Europa e del mondo chi vive entro un’ora di distanza dal centro economico di una determinata area geografica viene considerato cittadino di un’unica metropoli. Secondo l’OCSE la regione urbana di Milano dovrebbe includere gran parte delle province lombarde e Novara. Prendendo però come riferimento le città raggiungibili in treno in un’ora o meno, Milano potrebbe avvicinarsi più al concetto di megalopoli.
Facendo il focus sulla Lombardia, tutte le città capoluogo di provincia, tranne Mantova e Sondrio, si raggiungono in treno al massimo in un’ora: Monza e Lodi 15 minuti, Pavia 20, Brescia e Como 40, poco sopra i 50 minuti Bergamo, Varese, Cremona e Lecco.
# Fuori regione si arriva in Emilia Romagna e in Piemonte

In mezz’ora con l’alta velocità Milano è collegata a Piacenza e Reggio Emilia, in meno di un’ora a Torino, Parma e Bologna. Entro l’ora troviamo, con collegamenti regionali, Vercelli e Novara in Piemonte.
# In futuro Genova e Verona collegate in meno di 60 minuti

Nel futuro le distanze si accorceranno con altre due regioni, la Liguria e il Veneto. Le due opere dell’alta velocità in costruzione, il Terzo Valico e la linea Brescia-Padova, faranno scendere i tempi di percorrenza sotto i 60 minuti tra Milano e Genova verso sud ovest e tra Milano e Verona verso est.
Sommando la popolazione di Milano con quella di tutte le province raggiungibili al massimo in un’ora con il treno si verrebbe a creare una megalopoli da oltre 15 milioni di abitanti. Fondamentale progettare fin da subito una regia comune per questo immenso territorio superando la logica degli spicchi e delle aree esclusive.
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FABIO MARCOMIN
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