La «Riviera Verde» sul Lambro: cascata, ponti tibetani e una piscina naturale

Sarà la futura grande attrazione di Milano?

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architects-dl.com - Suggestione canoa a slalom
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Un progetto di ricucitura per urbana per far rinascere un luogo, un tempo simbolo di degrado, che ancora oggi necessita di interventi per renderlo davvero pulito. Un luogo pensato per mettere insieme passeggiate, socialità e natura urbana. Diventerà un’attrazione della città come il torrente Cheonggye a Seul?

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La «Riviera Verde» sul Lambro: cascata, ponti tibetani e una piscina naturale

# Il progetto per far rinascere un luogo diventato simbolo del degrado

architects-dl.com – Area di progetto Riviera Verde

Non è tra i luoghi da cartolina di Milano. Il Lambro Meridionale, detto anche Lambro Morto, ha un nome che già racconta una storia difficile: quella di un fiume che ha raccolto per decenni gli scarichi di Milano, diventando simbolo del degrado urbano. Ma proprio qui, tra il Naviglio Grande e il Villaggio Barona, nasce l’idea rivoluzionaria della Riviera Verde. Un progetto di rigenerazione urbana ideato da DL-Architects con il Comitato Ponti e una rete di associazioni di quartiere.

architects-dl.com – Progetto Riviera Verde

L’obiettivo? Fare di un tratto dimenticato un nuovo spazio di bellezza, accessibilità e vita sociale. Il primo passo è ripulire, piantare e aprire ai cittadini. Poi verranno gradoni, aree attrezzate, spazi per sport e incontro. 

# Un parco lineare di mezzo chilometro con piste ciclabili, gradoni, camminamenti continui e ponti tibetani

architects-dl.com – Suggestione sponde con gradoni

La Riviera Verde è prima di tutto un gesto di ricucitura urbana. Il parco lineare nasce per connettere ciò che oggi è frammentato: scuole, case, piazze, aree industriali dismesse. Lo fa con piste ciclabili e camminamenti continui, con ingressi ben segnalati e passaggi fluidi. Anche i materiali sono pensati per fondersi con l’ambiente: locali, durevoli, a basso impatto. Piccoli ponti a struttura leggera, persino tibetani, sono stati immaginati per collegare le due sponde del fiume Olona, rendendo il parco un sistema aperto, poroso, vivo. 

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# Autosufficiente con spazi per lo smartworking, per giocare, fare sport e nuotare in una piscina naturale

architects-dl.com – Spazi per lo smartworking

Il progetto va oltre la forma. Dentro c’è una sfida ecologica: un parco autosufficiente, che si alimenta da solo. I tetti ospitano pannelli solari, il flusso dell’acqua viene sfruttato per produrre energia idroelettrica. Strutture autosufficienti che forniscono Wi-Fi gratuito e spazi di smart working all’aperto. Previste poi aree dedicate allo sport, come uno skatepark minimale e integrato con la natura e campi da basket, e spazi gioco per i bambini.

Ma la vera rivoluzione è nell’acqua: fitodepurazione, rain gardens, e una piscina naturale ecologica alimentata da sistemi di depurazione biologica dentro la quale nuotare. Un parco balneabile, irrigato autonomamente e scollegato dai cicli di spreco urbano. 

# Un’infrastruttura verde innestata nel verde urbano esistente con orti urbani per promuovere l’agricoltura condivisa

architects-dl.com – Orti urbani

La Riviera Verde non sarà un parco chiuso, ma pensato per essere un pezzo di infrastruttura verde che si infila nella città come un’arteria nuova. Metterebbe in collegamento piazze esistenti, come Piazza Bilbao, a nuovi luoghi di incontro, e si innesterebbe nel sistema di verde urbano più ampio, creando continuità ecologica. Gli orti urbani sono immaginati per promuovere agricoltura condivisa e coesione sociale, mentre le superfici sarebbero realizzate in pavimentazioni permeabili che riducono l’effetto isola di calore e aiutano la ricarica delle falde. 

# Un progetto modulare per sviluppare idee future come la canoa a slalom nella piccola cascata dell’Olona

architects-dl.com – Suggestione canoa a slalom

Si tratta di progetto modulare, fatto per crescere nel tempo, fase dopo fase. Prima la pulizia, poi i percorsi, infine gli spazi attrezzati. E non solo, è un work in progress che lascia spazio a nuove idee, come la canoa a slalom sulla cascata creata dal Naviglio Grande dove si immette nel fiume Olona, o la valorizzazione della Fontana delle Rane. Il progetto è già stato accolto dal Municipio 6, con una delibera che lo ha portato a Palazzo Marino, affinché proceda con la definizione di un piano per la fattibilità tecnico-economica. Contestualmente nel Piano Triennale delle Opere il parlamentino ha chiesto al Comune di Milano di impegnarsi per avviare la progettazione nel tratto tra Lodovico il Moro e via Brugnatelli. Un primo passo per trasformare il sogno in cantiere?

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

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