Le 7 grandi opere che i milanesi vorrebbero a Milano

7 progetti apparentemente non convenzionali che i milanesi desiderano in città

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Sondaggio aperto tra i milanesi: quali opere vorreste vedere a Milano? Queste sono le 7 idee più interessanti, originali e funzionali che sono emerse.

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Le 7 grandi opere che i milanesi vorrebbero a Milano

# Un penitenziario come il CECOT di El Salvador: detenuti impiegati in lavori utili per la città

Al primo posto dei problemi per i milanesi c’è la sicurezza. Per migliorarla sono state avanzate diverse proposte. Tra le più singolari spicca quella di costruire un nuovo carcere. C’è chi ha riportato l’esempio del carcere CECOT di El Salvador, noto per la sua massima sicurezza, che impiega i detenuti in attività utili alla collettività, riducendo i costi statali e promuovendo la loro riabilitazione.

A Milano si potrebbe immaginare una struttura con una logica simile, ma orientata ai reati minori. Situato in un’area periferica o nell’hinterland, per esempio San Giuliano Milanese o Sesto San Giovanni, questo carcere potrebbe ospitare programmi di formazione per i detenuti, che si impegnerebbero in attività come la manutenzione dei parchi, la pulizia delle strade e la gestione del verde urbano.

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In cambio, i detenuti potrebbero ricevere un compenso simbolico, utile per il reinserimento nella società, e l’amministrazione comunale beneficerebbe di una forza lavoro che migliorerebbe la qualità della vita cittadina. Il modello potrebbe anche essere ampliato per includere i giovani detenuti del carcere minorile di Opera, con l’obiettivo di prevenire la recidiva e promuovere una società più sicura.

# Un tunnel d’interscambio tra Crocetta (M3) e Sforza-Policlinico (M4)

Progetto interscambio Missori – Sforza-Policlinico

Altro grande problema: la mobilità. Molti milanesi hanno evidenziato la necessità di migliorare i collegamenti tra le linee metropolitane, con particolare riferimento alla introduzione di un tunnel pedonale sotterraneo lungo 240 metri che faccia da interscambio tra le fermate Crocetta (M3) e Sforza-Policlinico (M4).

La costruzione sottoterra dovrebbe essere una caratteristica fondamentale di questa infrastruttura. Un esempio poco virtuoso è rappresentato dal caso del collegamento tra Missori (M3) e Sforza-Policlinico, situato a breve distanza da Crocetta. Inizialmente previsto come un interscambio sotterraneo, con 10 milioni di euro già stanziati, il progetto è stato poi trasformato in una riqualificazione della superficie, che prevede una piazza pedonale come area di collegamento. Sebbene il risultato finale migliori l’estetica e la vivibilità della zona, l’obiettivo primario è stato perso: garantire un interscambio rapido, asciutto nei giorni di pioggia e protetto dal gelo durante l’inverno.

Per tratte brevi come questa, in alternativa a un tunnel sotterraneo, si potrebbe considerare un approccio innovativo, che abbiamo pensato per altri contesti urbani: isolare aree specifiche come piazze (San Babila) o interi quartieri (Brera) con strutture che le rendano vivibili anche in condizioni di neve o gelo. Applicando un concetto simile agli interscambi in superficie, si potrebbero progettare percorsi coperti e protetti che offrano comfort climatico a costi inferiori rispetto a quelli di un tunnel.

# La Circle Line

Un anello ferroviario che colleghi i principali nodi periferici di Milano è un progetto che molti cittadini sognano da tempo. La “Grande Circonvallazione” ferroviaria, risalente al XIX secolo, aveva proprio questa funzione, ma con il tempo è stata abbandonata.

Una nuova Circle Line potrebbe riprendere parte del percorso, adattandolo alle necessità moderne. Collegamenti strategici tra fermate come Romolo (M2 e S9), Rogoredo (M3), Pagano (M1) e Gerusalemme (M5) permetterebbero agli abitanti delle periferie di spostarsi senza passare dal centro città.

L’utilizzo di vecchie linee ferroviarie abbandonate, convertite in una linea moderna e veloce, ridurrebbe il traffico e renderebbe anche la città più sostenibile. La Circle Line diventerebbe presto un pilastro del trasporto pubblico, migliorando la qualità della vita per pendolari e residenti.

# Un’arena per concerti rock e metal

Effettivamente, pur essendo Milano un punto di riferimento per la musica in Italia e, soprattutto, una grande piazza per concerti e gruppi internazionali, alla città manca un’arena progettata specificamente per i concerti rock e metal. Attualmente, strutture come l’Alcatraz, il Legend Club e il Mediolanum Forum offrono soluzioni temporanee, che, però, rischiano di non soddisfare le esigenze tecniche e logistiche di questo genere musicale.

Un’arena dedicata potrebbe nascere in aree ex industriali come Bovisa o Rubattino, valorizzando spazi dismessi con un progetto di riqualificazione urbana.

L’arena dovrebbe avere un’acustica eccellente, progettata con materiali fonoassorbenti e tecnologie avanzate per garantire un suono potente e immersivo. Una capienza modulabile, da 3.000 a 20.000 posti, permetterebbe di ospitare eventi di diversa scala, offrendo zone standing, tribune rialzate e aree VIP. Inoltre, dovrebbe includere servizi specifici come punti ristoro tematici, negozi di merchandising, spazi per mostre musicali, backstage ampi e attrezzati, e tecnologie innovative come schermi LED e illuminazione scenografica.

Progettata con criteri di sostenibilità, l’arena potrebbe utilizzare energie rinnovabili e materiali riciclati, riducendo l’impatto ambientale. Una struttura simile non solo consoliderebbe Milano come capitale internazionale della musica live, ma attirerebbe fan da tutta Europa, generando un impatto economico positivo e valorizzando quartieri oggi poco sfruttati.

# Case per studenti: la Repubblica Universitaria Milanese

Non sono pochi i milanesi, magari d’adozione, che pensano alla sorte degli studenti fuorisede. Effettivamente, Milano, che ospita alcune delle università più prestigiose d’Italia, soffre la carenza di alloggi a prezzi accessibili: il famoso caro-affitti.

Recentemente abbiamo pensato a una “Repubblica Universitaria Milanese”, ovvero un grande distretto universitario in zona Bicocca, per riunire il fermento universitario milanese, dotato di residenze studentesche sia classiche che moderne. Gli studenti potrebbero beneficiare di tariffe calmierate in cambio dell’impegno a lavorare a Milano per almeno cinque anni dopo la laurea, contribuendo così allo sviluppo del tessuto economico e sociale cittadino.

Il progetto includerebbe anche spazi comuni per favorire l’interazione e la collaborazione tra studenti di diverse discipline, trasformando il quartiere in un vero hub della conoscenza e dell’innovazione.

# Una fontana iconica per Milano

In passato, Milano vantava fontane piuttosto iconiche nei pressi del Duomo, ma oggi questa tradizione è andata persa. In più, sono parecchie le fontane cittadine che “galleggiano” tra il dismesso e il mal tenuto. Diversi milanesi ritengono che riportare in vita queste fontane, progettandone anche di nuove (al passo con i design contemporanei), farebbe bene all’estetica della città.

Un’idea alquanto provocatoria, che proviene direttamente dalla mente di un milanese, sarebbe spostare la Fontana di Trevi da Roma a Milano. Perché non farlo? Milano, pensa questo nostro concittadino, la gestirebbe sicuramente meglio, la pulirebbe più frequentemente e, perché no, troverebbe anche il modo di renderla un’attrazione turistica ancora più profittevole.

Se però trasferirla a Milano dovesse risultare infattibile… perché non progettare una fontana altrettanto iconica nel cuore pulsante della città? Si, in Piazza Duomo. Un’opera che abbini tradizione e innovazione, valorizzando l’estetica storica della piazza, ma anche conferendo un tocco di modernità.

# Un palazzo dello sport degno di Milano

Milano ha una lunga tradizione sportiva, lo Stadio Meazza è solo un esempio, ma gli impianti attuali per molti sono inadeguati. Il crollo del Palasport di San Siro, nel 1985, e, oggi, il mancato recupero del Palasharp rappresentano due grandi occasioni perse. Da anni i milanesi devono andare ad Assago per trovare l’arena per gli eventi sportivi e musicali indoor. 

Per le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026, la città aveva deciso di rimediare, ma la mala gestione ha dirottando le gare di hockey femminile a Rho Fiera. I milanesi, però, sentono la necessità di un palazzo dello sport all’altezza della città.

Un’idea davvero ambiziosa, ma parliamo di Milano e quindi non ci sono limiti, l’avevamo pensata a proposito dello Stadio e del quartiere San Siro: trasformare l’intera area in un “tempio dello sport”. Vietando l’ingresso alle auto, nulla ostacolerebbe la realizzazione, in superfice, di grandi piste da corsa e per le bici, o zone per lo yoga. E, sottoterra, una rete sotterranea di palestre, infrastrutture tecnico-mediche all’avanguardia e perfino spazi per gli sport estremi. Un’intero quartiere dello sport sarebbe decisamente meglio di un solo palazzo.

Continua la lettura con: I 10 progetti in arrivo nella Milano del futuro

MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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