L’HighLine Verde sul cavalcavia: a New York è a Manhattan, a Milano sarà alla Ghisolfa

«Un sogno che vogliamo diventi realtà». «Ma quale sogno? Sarà un incubo: la Ghisolfa non è Manhattan»

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Monte Ceneri boulevard

Uno dei sogni del Municipio 8: ne avevamo parlato qui, sul totale dei 19 progetti di riqualificazione, due per Municipio, inseriti nell’Atlante dei Quartieri del nuovo Pgt in fase di elaborazione. I prossimi passi, come dovrebbe diventare e i pro e contro dell’iniziativa.

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L’HighLine Verde sul cavalcavia: a New York è a Manhattan, a Milano sarà alla Ghisolfa

# Il modello: l’High Line di New York

mitomorrow – Atlante dei quartieri

Tutto parte dalle richieste inviate dai municipi a Palazzo Marino e inserite nell’Atlante dei Quartieri, inserito nel nuovo Pgt in fase di elaborazione, uno strumento che specifica quali interventi sono previsti per una determinata area. Tra questi troviamo piazze, scuole o piste ciclabili e anche arterie stradali come i cavalcavia. Il Municipio 8 ne ha proposti due: il più rilevante riguarda il cavalcavia Monte Ceneri. L’obiettivo è trasformarlo in una grande passeggiata pedonale sopraelevata sul modello della High Line di New York, con aree verdi, per fare sport all’aperto e un’identica riqualificazione anche del parte sottostante con servizi, spazi commerciali, aggregativi e culturali. Vediamo i prossimi passi. 

# Il bando nel 2025: «un sogno che vogliamo diventi realtà»

Monte Ceneri boulevard

Il Comune di Milano è d’accordo con il parlamentino del Municipio 8 nel ritenere che il cavalcavia abbia esaurito la sua funzione. Nel 2025 si prepara a lanciare quindi il bando di progettazione di fattibilità per far diventare la strada ad alto scorrimento sopraelevata in un parco lineare. L’assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi nel corso del Forum dedicato al suo assessorato ha detto che «è un sogno che vogliamo diventi realtà, nel 2025 lanceremo il bando. Le infrastrutture che non svolgono più la funzione per cui sono nate, da problema facciamole diventare luoghi riqualificati per i milanesi e per i turisti.»

# Le critiche: «il sogno sarà un incubo: la Ghisolfa non è Manhattan»

credits: @ildariella
IG

L’entusiasmo dell’amministrazione sembra però non fare i conti con alcuni fattori che potrebbero trasformare il sogno in un incubo. Vediamone alcuni:

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#1 Il cavalcavia si trova in un’area molto diversa da Manhattan: quali turisti ci andrebbero?

Credits: corriere.it – Cavalcavia Monteceneri

Tra le motivazioni per la trasformazione del cavalcavia c’è il fatto che possa diventare un luogo di attrazione per i turisti come successo per la High Line di New York. A differenza dell’infrastruttura americana che si trova nel cuore di Manhattan tra stupendi edifici e viste mozzafiato sull’acqua, il Monte Ceneri si trovi in una posizione ben diversa, in mezzo a palazzoni degli anni ’60-’70, tra i quartieri della Ghisolfa e Villapizzone. Che con tutto il rispetto hanno un appeal ben diverso dal cuore della Grande Mela. 

#2 Aumenterà la congestione del traffico in un’area senza metro

Maps – Viale Monte Ceneri

La chiusura della strada strozzerà ancora di più il traffico di un’area dove non c’è traccia di metropolitana. Questo comporterà prevedibilmente un aumento del traffico e dell’inquinamento, motivo per cui è ancora in discussione l’opportunità della demolizione di un altro cavalcavia, quello di Corvetto. Oggi molti veicoli la percorrono per evitare i semafori sottostanti e per procedere con più rapidità in questa parte della città. Prima di un intervento di questo tipo bisognerebbe pensare a infrastrutture alternative, come la realizzazione di tunnel, dove far transitare le auto. Oltre alla costruzione della M6.

#3 La High Line di New York era una ferrovia abbandonata, non un viale utilizzato per la circolazione

Un’altra differenza sostanziale con l’High Line di New York è che quest’ultima non era una strada utilizzata quotidianamente ma la sezione meridionale in disuso della ferrovia West Side Line di 2,33 km: costruita negli anni ’30 è stata abbandonata nel 1980. Non come Monte Ceneri che costituisce un’arteria fondamentale per chi si deve muovere lungo la circonvallazione e che, quindi, risulta strategico soprattutto per chi vive in periferia. 

#4 Il verde deve essere mantenuto in modo adeguato per evitare nuovo degrado

Alessandro Vidali – Erba alta tra panchine zona Bonola

Un altro degli aspetti da tenere in considerazione è la cura del verde. Come si è visto negli ultimi anni in molte zone della città marciapiedi, aiuole e spazi verdi esistenti in generale non riescono a essere mantenuti in modo adeguato e la recente strategia di Palazzo Marino di ridurre lo sfalcio ha contribuito ad aumentare ulteriormente il degrado. Il ponte rischierebbe di fare la stessa fine, con l’ulteriore rischio di peggioramento della sicurezza per i residenti come succede nel piazzale della Stazione Centrale.

#5 Gli elevati costi di manutenzione

Bisogna poi mettere in conto che un’infrastruttura di questo tipo ha bisogno di maggiori interventi manutentivi e di conseguenza maggiori risorse economiche da investire. La stessa High Line di New York, presa ad esempio per trasformare il cavalcavia milanese, non potrebbe rimanere agibile e pulita senza gli investimenti di privati e filantropi.

# Molti milanesi la ritengono una soluzione fuori da ogni logica

Ci sono molti milanesi che ritengono l’idea del Comune di Milano fuori da ogni logica. Questi alcuni dei commenti sotto il post facebook di Milano Today che parla del progetto:

«Giustamente incasiniamo ancora di più il traffico! Prima le macchine potevano passare anche sopra, senza farsi i semafori. Adesso con il cavalcavia chiuso le auto che passeranno sotto raddoppieranno e coi semafori le code saranno lunghissime.
Grazie salah per questa ottima idea anti auto» – Maria Landoni

«Uguale. Da una parte una ferrovia in disuso che non volevano abbattere. Attrazione squalliduccia per turisti. Dall’altra una importante infrastruttura vitale per il lavoro cittadino. Geni!»  – Davide Vincenzo Dionigi Mazzilli

«Non mi sembra che il cavalcavia abbia esaurito la sua funzione. Per niente, anzi, per chi deve raggiungere Piazzale Stuparich da Piazzale Lugano poter saltare una decina di semafori e avere una corsia preferenziale è una gran cosa. Sicuramente aiuta a decongestionare il traffico ma il nostro sindaco e il suo team vivono a Gardaland coi boulevard, i bistrot, le mele e le pere…complimenti per la marchetta. Ci vuole coraggio anche a scrivere articoli demenziali come questo.» – Arianna Geith

«E le macchine volano su per il cielo, già così nelle ore di punta il cavalcavia è intasato e anche le strade di sotto.. sono proprio dei fenomeni» – Claudio Siciliano

«La classica soluzione alla Sala ostaggio di quel manipolo di radical-chic finto-ecologisti. Molte città tedesche stanno rendendo verde e pedonali parecchie strade anche molto trafficate, ma costruiscono tunnel sotto queste aree per far passare le auto. Quello che Sala e i suoi amici della rivoluzione coi fichi secchi non hanno capito è che non è che se chiudi una strada la gente per magia lascia a casa l’auto. Perché la gente lasci a casa l’auto ci vuole un sistema coordinato su tutto il territorio, provincia e regione compresa e un piano nazionale di incentivazione al trasporto alternativo. Non c’è. Per il momento se chiudi una via devi essere competente abbastanza per capire che stai solo riempiendo altre vie di auto (se non costruisci un tunnel come in Germania).» – Luca Cartapatti

Continua la lettura con: L’«Atlante dei quartieri» per il futuro di Milano: dall’Highline su Monte Ceneri alle nuove piazze

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

3 COMMENTI

  1. Simpatico che ogni 3 mesi pubblichiate un articolo a favore e quando si muove qualcosa di concreto lo pubblicate contro 🙂 ridicoli

  2. A Monza si è trasformato un caotico Viale Lombardia in un viale un pò più vivibile incanalando il traffico di transito in un…. tunnel di quasi due chilometri. A mio vedere ci vorrebbe il coraggio di fare qualcosa di simile, tra l’altro essendoci volumi di traffico paragonabili. Il disagio durante i lavori sarebbe enorme, però adesso a Monza ringraziano vivamente. E d’altro canto, tutti si lamentano di quando sono a disagio per i lavori di una costruenda linea di metrò, salvo poi beneficiarne senza troppe esitazioni….
    Nel farlo, si dovrebbe cogliere l’occasione di rendere più preferenziale la corsia per la 90/91, magari nel tunnel stesso, dato che ora questo è proprio uno dei tratti dove la corsia è solo dipinta e ci scorre di tutto nella più totale indisciplina.
    Come ho spesso sostenuto, ristrutturare tutto l’anello della circonvallazione, magari partendo da questa occasione, sarebbe un grosso contributo a dare una vera funzione di Circle Line alla 90/91 rendendone sempre più isolato il percorso dal traffico e, appunto, predisponendo sottopassi solo di qualche decina di metri in corrispondenza degli incroci. Ma qualcuno qui ha detto che sarebbe controproducente…..
    Non sono un esperto, ha SICURAMENTE ragione!

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