«Micro Metro» e «Bosco Rosso»: la Paolo Sarpi del futuro?

Cosa potrebbe riservare il futuro alla Chinatown di Milano?

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Cosa potrebbe riservare il futuro alla Chinatown di Milano? Ecco alcune idee per rivoluzionare Paolo Sarpi.

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«Micro Metro» e «Bosco Rosso»: la Paolo Sarpi del futuro?

# Una micro-metropolitana per Paolo Sarpi?

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Rispetto alla mobilità, il quartiere di Paolo Sarpi presenta problematiche specifiche. Infatti, come molte zone lunghe e “strette” già chiuse al traffico, è molto frequentato dai pedoni, simile ai Navigli.

Qui, e nelle zone come questa, i tunnel e i silos sotterranei per il parcheggio, caratteristici del modello City Life, risulterebbero senza dubbio utili per i residenti della zona, ma non faciliterebbero in alcun modo la mobilità, che è già pedonale. In Paolo Sarpi serve un’idea nuova.

Con l’espansione sempre maggiore della comunità cinese, possiamo immaginare che a espandersi sarà anche l’estensione stessa della zona: la mobilità interna dovrà quindi essere rivisitata per garantire un collegamento rapido che permetta di ovviare al “traffico pedonale” in stile mercato.

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Qui potrebbe entrare in gioco un binario, o una monorotaia, che si sviluppi lungo la via principale, con passaggi sotterranei per le traverse o, in alternativa, totalmente interrata o, ancora, totalmente sopraelevata. Questa micro-metropolitana, con al massimo una fermata intermedia, potrebbe collegare rapidamente i due capi di Paolo Sarpi, offrendo un servizio di spostamento pratico e istantaneo, percorrendo su e giù la strada. Volendo si potrebbe spingere fino a Piazza XXV Aprile. 

Micro-metropolitana potrebbe non rendere l’idea. Il progetto vincente per la mobilità di Paolo Sarpi potrebbe essere la costruzione di qualcosa che assomigli a una funicolare di città, come quella che unisce le due parti di Bergamo, ma costruita in piano e con una velocità moltiplicata di molto. Questo nuovo mezzo, per essere efficace e risultare interessante, potrebbe essere pensato con la possibilità di agganciarvisi con le proprie biciclette o monopattini. L’idea sarebbe quella di creare una fusione delle diverse modalità di trasporto, rese “micro” dalla brevità del tratto.

Questo approccio non solo potrebbe facilitare lo spostamento all’interno di Paolo Sarpi, ma, qualora funzionante, potrebbe essere presto esteso a zone, anche di tutta Italia, con una struttura simile, per esempio ai Navigli, volendo rimanere a Milano.

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# Il bosco rosso

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In Paolo Sarpi, al di là di pochi alberi, tenuti neanche troppo bene, manca il verde. Per di più, il colore tipico della zona, sia per la Cina moderna che per quella tradizionale, è il rosso. Con il modello CityLife, spesso si pretende di portare il verde in tutta la città, ma le piante non sono tutte verdi.

Immaginate un bosco verticale dedicato alla cultura cinese, sarebbe un passo audace che potrebbe proiettare Milano in testa alle altre città del mondo in quanto a integrazione. Un bosco verticale rosso si potrebbe distinguere per l’uso di piante che richiamino il simbolismo della cultura cinese, dove il rosso è sinonimo di fortuna e prosperità.

Piante come l’acer rubrum e varietà di acero giapponese non solo contribuirebbero anche a migliorare la qualità dell’aria, ma arricchirebbero anche il panorama visivo con forme e colori al momento difficilmente osservabili a Milano. Questo spazio verde, in realtà rosso, potrebbe presto diventare un punto di riferimento non solo per i residenti, ma anche per i turisti in cerca di un’esperienza unica e immersiva.

All’interno di questo nuovo bosco verticale, poi, non sarebbe difficile immaginare giardini tematici, dedicati certamente al relax, ma anche e soprattutto all’incontro culturale. Si tratterebbe di spazi progettati per incoraggiare la sinergia tra la cultura cinese, quella italiana e quelle europee: si potrebbero organizzare eventi, laboratori e scambi culturali.

I visitatori potrebbero utilizzare questi spazi, che sarebbero costruiti in maniera simile a quanto ipotizzato per Lambrate, per fermarsi, conversare e apprendere, scambiando tradizioni e conoscenze. In questo modo, il bosco verticale rosso sarebbe molto più di un giardino esotico, si tratterebbe di un palcoscenico per la cultura e l’incontro.

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# Con le vetrine interattive supereremo le barriere culturali?

Innovazione potenzialmente imprescindibile per la Paolo Sarpi del futuro potrebbero essere vetrine o pavimentazione interattiva; la loro introduzione avrebbe il potenziale per trasformare radicalmente l’esperienza di acquisto e di interazione sociale nel quartiere.

In più, se il modello si dimostrasse funzionante, ciò che sarebbe utile a un milanese per interagire con una comunità straniera nella sua città, potrebbe rivelarsi ancora più utile per un turista straniero che debba interagire con milanesi e italiani in generale.

Immaginate un sistema di vetrine digitali che offrono informazioni dettagliate sui prodotti e sui piatti tipici, superando quindi le barriere linguistiche in tempo reale; rappresenterebbe un’innovazione radicale.

Queste vetrine non solo fornirebbero traduzioni automatiche in tempo zero, ma offrirebbero anche dettagli su ingredienti e preparazioni, nel caso di ristoranti, o provenienza dei materiali e tecniche di produzione, nel caso di negozi commerciali, permettendo ai visitatori di valutare le offerte in un modo decisamente nuovo. Avere accesso, attraverso schermi touch, a informazioni, storie, curiosità e ricette, potrebbe rendere ogni “giro” in Paolo Sarpi un’opportunità di apprendimento e scoperta unica.

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MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.