Milano al «52° posto per gli studenti internazionali»: come riconquistare l’attrattività che aveva a inizio Duemila?

Milano negli anni 2000 era tra le 5 città più ambite in Europa dagli universitari. In seguito ha assistito a un declino rovinoso: cosa fare per tornare al top?

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Credits: Ideogram.AI

Milano negli anni 2000 era tra le 5 città più ambite in Europa dagli studenti universitari (rif: Neo Students of Europe). In seguito ha assistito a un declino rovinoso della sua attrattività, scivolando al 52° posto nella classifica QS Best Student Cities 2025. Come riportare Milano al suo “splendore universitario”?

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Milano al «52° posto per gli studenti internazionali»: come riconquistare l’attrattività che aveva a inizio Duemila?

# Il ranking 2025: prosegue il calo di Milano

Nei primi anni 2000, Milano si posizionava tra le prime dieci città del mondo per il programma Erasmus, figurando stabilmente nella top 5 europea. Poi è iniziato il declino che sembra inesorabile, come certifica la classifica QS, che indica il tasso di attrattività per l’anno futuro: Milano è uscita perfino dalle prime 50, passando dal 50°posto per il 2024 al 52° secondo i piani degli studenti per il 2025. Nonostante sia ancora la prima città italiana nella classifica, il gap con altre metropoli europee si sta ampliando, con Londra, Tokyo e Seul in cima, rappresentando standard elevati di qualità accademica, opportunità lavorative e qualità della vita.

Uno dei parametri chiave che ha contribuito a questo calo è la Classifica della qualità universitaria, dove Milano ha registrato un abbassamento del punteggio. Sebbene ci sia stato un miglioramento nella categoria Student mix (73.8 su 100), il fattore principale alla base della discesa è il costo della vita, con spese elevate per le tasse universitarie, la vita e gli affitti. A questo aggiunge un generale arretramento nella sezione intrattenimento, in cui a inizio millennio Milano figurava tra le più ambite in Europa. 

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# Il dato positivo: l’occupazione post-laurea a Milano

Ci sono anche luci. Milano, ad esempio, si distingue come uno dei centri più dinamici per l’occupazione post-laurea in Italia, posizionandosi al 24° posto a livello mondiale per il reclutamento di neo-laureati. Questa competitività è dovuta a un ecosistema economico che include moda, finanza e tecnologia. Le aziende milanesi, attratte dalla presenza di istituzioni accademiche di alto livello, sono costantemente alla ricerca di giovani talenti, offrendo opportunità lavorative concrete attraverso tirocini e collaborazioni.

Sul resto purtroppo c’è il buio. Queste sono 4 idee per rendere il nostro centro universitario più attrattivo per gli studenti internazionali.

#1 Riduzione del costo della vita

Credits: medicinaonline.com

Una delle misure più urgenti per attrarre studenti a Milano da tutto il mondo, dovrebbe essere la riduzione del costo della vita: il tasso di affordability, ovvero l’incidenza del potersi permettere la vita nella città universitaria, misurato dal ranking per Milano è di 19.3 su un massimo di 100.

In vista dei possibili guadagni dalle spese di nuovi abitanti, il Comune potrebbe prevedere agevolazioni, come sgravi sulle tasse universitarie e, soprattutto, borse di studio pensate per l’alloggio.

I costi elevati della vita rappresentano una sfida significativa: con affitti che superano frequentemente i 900 euro al mese, molti giovani trovano difficile trovare un alloggio accessibile. Questa situazione è aggravata da un’analisi del Codacons del 2024, che evidenzia come Milano si collochi al secondo posto in Italia per costo della vita, con spese superiori del 23% rispetto ad altre aree metropolitane.

Questi dati pongono i giovani, stranieri e milanesi, in una posizione precaria. Per vivere dignitosamente a Milano, uno studente internazionale avrebbe bisogno di un reddito netto di almeno 1.700-2.000 euro al mese, cifra che sale a circa 3.000 euro per garantire un livello di comfort. Tale squilibrio economico rende la città particolarmente ostile per chi, magari, proviene da paesi con economie meno sviluppate o con meno possibilità di sostegno economico.

#2 L’importanza della comunicazione per le università milanesi

Credits: Ideogram.AI

Diciamoci la verità: le università di Milano in generale se la tirano un po’. Soprattutto quando si deve comunicare. Lo si fa poco e in modo vecchio rispetto ai competitor. Più ossessionati a non ricevere critiche che a cercare di essere creativi e originali. Non solo: spesso ci si rivolge esclusivamente agli studenti italiani, perdendo così i mercati globali. Le università milanesi devono affrontare una sfida fondamentale: raccontarsi meglio attraverso i social media, coinvolgendo gli studenti e valorizzando i propri spazi e corsi. Piattaforme come YouTube e Instagram offrono opportunità straordinarie per raggiungere un vasto pubblico. Programmi culturali e contenuti informativi su queste piattaforme riscuotono un enorme successo, attirando l’attenzione di studenti potenziali e appassionati di cultura. Le università del mondo lo fanno già (un esempio sono i dibattiti registrati di Oxford e Harvard), e le milanesi dovrebbero sfruttare questa tendenza, incentivando i professori a creare contenuti divulgativi che presentino i loro corsi, progetti di ricerca e spazi accademici.

In particolare, i professori potrebbero essere incoraggiati a realizzare video informativi e interviste in inglese, condividendo le loro esperienze e scoperte. Questa strategia migliorerebbe l’immagine delle università e contribuirebbe a creare una comunità accademica più coesa, dove gli studenti si sentirebbero motivati a partecipare attivamente.

#3 Ricercare i migliori docenti internazionali 

Credits: Liberi oltre le illusioni

Discorso simile per i docenti. Anche in questo caso le università milanesi puntano a far risplendere i loro docenti (anche se non sempre) sul mercato domestico, ma a dimenticarsi invece il palcoscenico internazionale. Investire nella qualità accademica è cruciale per migliorare la posizione di Milano nella classifica globale. Un’innovativa misura potrebbe essere incentivare le università a indire concorsi non solo per gli studenti, ma anche per i docenti, cercando di attirare i migliori insegnanti stranieri. Se lo si fa per i calciatori, perchè non per i docenti?

Non solo: serve anche una maggiore crescita dei docenti attuali. Il Comune, la Regione o lo Stato dovrebbero promuovere gare pubbliche di confronto accademico per le materie scientifiche, mentre per le discipline umanistiche si potrebbero organizzare conversazioni e discussioni aperte. Questo approccio garantirebbe che i professori siano sempre aggiornati e migliorerebbero le loro capacità comunicative, creando un ambiente di apprendimento più stimolante e dinamico.

La maggiore attenzione mediatica derivante da questi concorsi metterebbe in luce le università che si distinguono per la qualità dei loro docenti. Le istituzioni accademiche con professori altamente competenti guadagnerebbero una reputazione di prestigio, aumentando la loro visibilità e attirando studenti da tutto il mondo.

#4 Il Grand Tour dell’Italia riparta dalle università milanesi

Durante il romanticismo, il Grand Tour numerosi giovani europei in tutta Italia, Milano potrebbe essere il centro della sua rinascita in chiave contemporanea.

Per attirare gli studenti internazionali, potrebbe essere stipulare accordi con musei, teatri e altre istituzioni culturali, per cui il nostro Paese è invidiato in tutto il mondo, garantendo un accesso prioritario e sconti.

L’Italia è rinomata per la sua ricca eredita culturale, e Milano, la città italiana più internazionale e più comoda per uno straniero rappresenta il punto di partenza ideale per esplorare il patrimonio artistico e storico del Paese. Naturalmente, solo l’iscrizione a un’università meneghina consentirebbe l’accesso a quanto prima.

Accesso gratuiti, costi ridotti e visite prioritarie potrebbero essere garantiti in luoghi come il Duomo, il Museo del Novecento e il Castello Sforzesco, ma, anche e soprattutto, in luoghi iconici del Paese, come il Colosseo o gli Uffizi.

Per massimizzare l’impatto di queste iniziative, sarebbe utile che proprio il Comune, la Regione e lo Stato sviluppassero “pacchetti di visita” pensati appositamente per gli studenti stranieri. Questi pacchetti potrebbero includere sconti su attrazioni culturali e offerte su visite guidate.

Per rendere queste opportunità ancora più accessibili, si potrebbe considerare l’idea di permettere agli studenti di aprire un debito agevolato, da ripagare una volta completati gli studi. Questo approccio non solo faciliterebbe l’accesso alla cultura, ma promuoverebbe anche un legame duraturo tra gli studenti e il patrimonio culturale italiano, incentivando l’iscrizione di studenti stranieri.

Continua la lettura con: Le università di Milano dove si sono laureate le persone famose

MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.