Il 2024 è già, per Milano, l’anno più piovoso degli ultimi due secoli e mezzo. Ma non tutta l’acqua viene per nuocere, anzi: come si potrebbe usare la pioggia per la Milano del futuro?
Milano: «il 2024 è l’anno più piovoso degli ultimi 250 anni». Le 4 soluzioni d’avanguardia per utilizzare la pioggia nella città del futuro
# L’anno più piovoso
Sono già caduti oltre 1.350 millimetri di acqua, ben oltre la media annuale di 980 millimetri. Non solo: il ciclone nordafricano sta portando nuove ondate di pioggia, con picchi che potrebbero raggiungere i 40 millimetri. Mentre i meteorologi ci parlano di un “anno record” per le piogge, la prima notizia è che le previsioni più sbandierate qualche mese fa sono state smentite: il coro degli esperti gridava a siccità e desertificazione per il 2024. E invece siamo sempre sotto l’ombrello. Almeno a Milano. È chiaro che il clima sta cambiando, ma se invece che verso il caldo si andasse in una diversa direzione? Milano deve essere pronta.
Non tutta l’acqua viene per nuocere: la situazione meteorologica potrebbe presentare l’opportunità di immaginare una Milano diversa, una città in cui l’acqua non è più solo un problema da gestire, ma una risorsa da sfruttare. È tempo di ripensare il nostro approccio all’acqua piovana e trasformarla in un’opportunità per il futuro. Ci dite che il futuro è la pioggia? Allora usiamola!
Leggi anche: Usare la pioggia per lavare le strade: ecco dove e come
#1 Raccolta condominiale dell’acqua piovana
Una delle strade più promettenti potrebbe essere la raccolta dell’acqua piovana sui tetti delle abitazioni. Da un lato si può immaginare un sistema in cui il Comune organizza e promuove l’installazione di serbatoi e sistemi di raccolta in ogni condominio, imponendo l’adozione di questa pratica sostenibile. Dall’altro lato, non è da escludere che il genio e l’intraprendenza privata sviluppino un approccio diverso e innovativo: i condomini potrebbero iniziare a raccogliere e utilizzare autonomamente l’acqua piovana, depurata, per le proprie necessità e potrebbero, addirittura, finire per vendere questa acqua ad altri condomini o persino al Comune stesso, creando così un’economia circolare locale.
Potrebbero anche nascere consorzi di condomini, magari dello stesso quartiere o della stessa zona, dove diverse abitazioni collaborano per gestire la raccolta e l’uso dell’acqua. Questo non solo promuoverebbe un uso più responsabile delle risorse idriche, ma stimolerebbe anche la comunità a lavorare insieme per il bene comune.
#2 Rinnovare il verde e le fontane: ruscelli a Parco Sempione
L’acqua piovana potrebbe trovare un impiego significativo anche nei parchi cittadini. Oltre a essere utilizzata per l’irrigazione delle aiuole e dei giardini, cosa che in realtà la natura fa già in autonomia, si potrebbe immaginare un sistema di ruscelli nel verde di Milano.
Prendiamo, per esempio, il Parco Sempione: una serie di ruscelli, dove l’acqua scorra continuamente, trasformerebbe decisamente il volto del parco. Un progetto di questo tipo, eviterebbe il ristagno dell’acqua, attraverso un ricircolo costante, contribuendo a un ecosistema sano e attraente per i visitatori. Un sistema di ruscelletti nei parchi cittadini non solo migliorerebbe l’estetica, ma possiamo ipotizzare che, ben presto, diventerebbe anche un luogo di rifugio e relax.
Inoltre, sempre a partire dal recupero dell’acqua piovana, sarebbe opportuno riattivare le fontane dismesse come quella di piazza Gramsci, chiusa da troppo tempo. Ovviamente, si potrebbe fare anche di più: perché non pensare a nuove fontane, disseminate nei principali quartieri di Milano? Ogni piazza beneficerebbe di una fontana con l’acqua che zampilla; se ben fatte, queste fontane non abbellirebbero solo l’ambiente, ma potrebbero anche divenire spazi di socializzazione, rendendo ogni angolo della città più vivace.
Leggi anche: Questi sono i 10 parchi «più popolari d’Europa»: sì, c’è anche Milano!
#3 Energia: dall’acqua piovana ai Navigli
Un’altra idea intrigante potrebbe essere quella di trarre energia dall’acqua piovana. Potremmo immaginare sistemi che utilizzano il movimento dell’acqua per generare elettricità, magari attraverso turbine installate nei serbatoi di raccolta. Questi sistemi non solo contribuirebbero a soddisfare parte del fabbisogno energetico delle abitazioni, ma avrebbero anche un impatto positivo sull’ambiente, riducendo la dipendenza da fonti fossili.
Ma il nostro sguardo non si ferma qui: come ben sappiamo, Milano possiede una storica rete di navigli che, in futuro, potrebbe diventare il fulcro di un nuovo sistema energetico. Quando i combustibili fossili saranno esauriti, potremmo assistere a un rinascimento dei mulini ad acqua lungo i Navigli, che sfrutterebbero la corrente per produrre energia rinnovabile. Questi impianti non sarebbero solo efficienti dal punto di vista energetico, ma potrebbero anche essere progettati in modo da integrarsi armoniosamente con l’ambiente circostante, diventando attrazioni turistiche e centri di educazione ambientale.
La storia ci insegna che l’acqua è stata una fonte di energia fondamentale, e con la tecnologia moderna possiamo reinventare questo rapporto. In effetti, i Navigli, un tempo vitali per il trasporto e l’irrigazione, potrebbero tornare a essere protagonisti della vita cittadina, unendo tradizione e innovazione in un sistema sostenibile.
Leggi anche: Il «quartiere sull’acqua»: una nuova avanguardia per riportare i Navigli al centro di Milano?
#4 Dall’acqua piovana a un sistema di raffreddamento urbano
In un contesto di crescente urbanizzazione e cambiamenti climatici, l’uso dell’acqua piovana per il raffreddamento urbano rappresenta un’opzione innovativa e sostenibile per mitigare gli effetti delle ondate di calore. Le alte temperature estive non solo influiscono sul comfort dei cittadini, ma possono anche aggravare i problemi di salute e aumentare il consumo energetico. Pertanto, è fondamentale adottare strategie che utilizzino l’acqua come alleato.
Uno dei metodi più promettenti potrebbero essere i sistemi di raffreddamento passivo, come le torri evaporative e i sistemi di nebulizzazione, che sfrutterebbero il principio dell’evaporazione per abbassare la temperatura degli ambienti circostanti. Le torri potrebbero essere installate inizialmente in spazi aperti come parchi, strade, piazze e cortili. Un giorno, poi, una volta dimostrata la propria efficacia, potrebbero essere implementate anche negli edifici pubblici e privati in sostituzione di sistemi di raffreddamento più costosi.
L’acqua piovana raccolta potrebbe essere distribuita in piccole quantità, aumentando l’umidità dell’aria e abbassando la temperatura. Questo approccio non solo offrirebbe un sollievo immediato durante le calde giornate estive, ma contribuirebbe anche a creare microclimi favorevoli per la vegetazione, migliorando la qualità dell’aria e favorendo la biodiversità urbana.
L’anno 2024, con le sue piogge abbondanti, potrebbe rappresentare un’opportunità unica per Milano: è tempo di pensare alla pioggia come una risorsa da valorizzare. Con sistemi di raccolta privata, fontane in ogni quartiere, ruscelli nei parchi urbani, fonti di energia sperimentali e un sistema di raffreddamento urbano, Milano si avvicinerebbe molto a una vera e propria “città dell’acqua”.
Continua la lettura con: Quel che resta della Roggia Gerenzana, il corso d’acqua dimenticato di Milano
MATTEO RESPINTI
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo
Clicca qui per il libro di Milano Città Stato
Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/