Milano senz’auto? Sarebbe così

Perché sì, perché no... forse c'è di meglio!

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Area B, Area C, ZTL e riduzione dei parcheggi… Milano ha intrapreso una strada che, se percorsa fino in fondo, potrebbe trasformarla in una città senza auto. Non si tratta di un complotto, è semplicemente una visione condivisa da parte dalla cittadinanza milanese, che vuole una città a misura di pedone. Ma come sarebbe davvero una Milano senza auto? Abbiamo immaginato i pro e i contro di un futuro di questo tipo.

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Milano senz’auto? Sarebbe così

# Contro: la perdita di valore delle auto e il mercato immobiliare

Se Milano diventasse una città senza auto, la domanda di veicoli privati crollerebbe, facendo precipitare il loro valore di mercato. Le automobili, oggi simbolo di status e bene di consumo per molte famiglie milanesi, perderebbero gran parte del loro valore. I proprietari, trovandosi con veicoli che non possono più utilizzare, potrebbero tentare di venderli, ma il mercato, ormai saturo, non sarebbe in grado di assorbirli, spingendo i prezzi verso il basso.

In questo scenario, il resto d’Italia potrebbe approfittare della situazione, approfittando delle vendite delle auto a Milano a prezzi stracciati. Le famiglie fuori Milano, vedendo una convenienza nell’acquisto, potrebbero acquistare a prezzi ben al di sotto del valore di mercato, danneggiando chi ha investito in un veicolo. Senza una pianificazione adeguata, un simile cambiamento rischierebbe di amplificare le disuguaglianze economiche, creando un divario tra chi possiede e chi non possiede mezzi privati.

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# Pro: una città più vivibile

Immagina le strade di Milano finalmente libere dal traffico. Senza automobili, l’inquinamento atmosferico (causato principalmente da veicoli a benzina e diesel) scomparirebbe quasi del tutto. Questo porterebbe a una qualità dell’aria decisamente migliore, con un impatto positivo sulla salute dei cittadini, in particolare per i più vulnerabili come anziani e bambini.

Le strade, ora occupate dai mezzi motorizzati, potrebbero essere riconquistate dai pedoni. I ristoranti, i bar e i caffè potrebbero estendere i propri spazi all’aperto, invadendo i marciapiedi e trasformando i vialoni in luoghi di incontro e socializzazione. Le zone centrali, come il Quadrilatero della moda, potrebbero diventare veri e propri salotti urbani, dove chiacchierare sorseggiando un caffè o un aperitivo all’aperto diventa parte della vita quotidiana. Un futuro più green, dove le arterie che ospitano il traffico oggi diventano parchi urbani, piste ciclabili e giardini pubblici, offrendo spazi di svago e relax a tutti.

# Contro: il lavoro e la mobilità pubblica

Tuttavia, un futuro senza auto presenta anche numerosi svantaggi, a partire dal mondo del lavoro. I tassisti, che a Milano rappresentano una fetta importante della forza lavoro legata alla mobilità cittadina (4.855), si troverebbero a perdere il loro impiego. Questo richiederebbe politiche per riqualificare i lavoratori e assorbire i disoccupati in altre attività, ma la transizione non sarebbe semplice né rapida.

Inoltre, senza auto, i milanesi sarebbero costretti a fare affidamento esclusivamente sui mezzi pubblici e, tra i mezzi pubblici, in realtà unicamente sulla metro, dato che autobus, pullman e tram sarebbero equamente banditi.

Se oggi il trasporto pubblico cittadino è già sotto pressione, con autobus e tram che spesso non riescono a soddisfare la domanda, l’introduzione di una grande massa di cittadini privi di alternative personali rischierebbe di mandare in tilt il sistema. Le metropolitane, non progettate per gestire un così grande afflusso, dovrebbero almeno triplicare le corse e ampliare le proprie capacità. Questo comporterebbe enormi sfide logistiche, costi elevati e potenziale sovraffollamento anche sui mezzi pubblici.

# Pro: nuove soluzioni di mobilità

In un futuro senza auto, potrebbero emergere nuovi modelli di trasporto, ispirati a quelli che vediamo in alcune città asiatiche. I tuc tuc, ad esempio, potrebbero diventare una delle alternative più diffuse per brevi spostamenti. E non parliamo di tuc tuc a motore, ma di versioni più ecologiche, magari spinti da pedali o elettrici. Questo tipo di trasporto potrebbe rappresentare una soluzione pratica, economica e sostenibile per coprire le distanze brevi, magari in quartieri residenziali o nelle zone centrali.

Inoltre, la maggiore disponibilità di piste ciclabili e spazi pedonali potrebbe incentivare l’uso della bicicletta come mezzo principale per spostarsi in città. Con un sistema di bike sharing diffuso e un’infrastruttura che favorisce la mobilità sostenibile, Milano potrebbe diventare una delle capitali mondiali della mobilità “verde” e ciclistica.

# Contro: emergenze e accessibilità

Una grande incognita sarebbe la gestione delle emergenze. Come si raggiungerebbe un ospedale nel bel mezzo della notte, senza la possibilità di utilizzare un’auto? Le ambulanze, fondamentali per garantire il soccorso in tempo reale, potrebbero trovarsi in difficoltà se le strade sono occupate esclusivamente da pedoni e ciclisti. Un sistema capillare di trasporto per le emergenze sarebbe essenziale, ma ci sarebbero inevitabilmente dei rallentamenti.

Inoltre, se le ambulanze potessero circolare, ciò significherebbe che le strade non sarebbero completamente libere da veicoli motorizzati, e quindi la visione di una Milano interamente pedonale e verde sarebbe compromessa. La soluzione a questo dilemma potrebbe essere l’introduzione di tunnel sotterranei.

# La soluzione: spostare le auto sottoterra con dei tunnel sotterranei

Un sistema di tunnel sotterranei potrebbe risolvere molte delle problematiche legate alla mobilità in una Milano senza auto. Le auto potrebbero circolare sotto terra, consentendo di mantenere le strade libere per i pedoni e garantire un sistema di trasporto rapido ed efficiente. I taxi, le ambulanze e i mezzi di emergenza potrebbero continuare a operare senza intaccare la visione di una città verde e a misura di pedone.

In questo modo, i cittadini non sarebbero costretti a buttare via le loro auto, i tassisti potrebbero mantenere il loro lavoro e la città potrebbe risolvere il problema delle emergenze. Allo stesso tempo, la superficie della città resterebbe un luogo vivibile, sicuro e pieno di spazi sociali.

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MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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