«Milano verticale»: 3 piani per risolvere la mobilità e migliorare la qualità della vita

Riprogettare Milano come un grattacielo urbano per risolvere il problema mobilità e non solo!

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Strade libere, pedoni in ogni dove, viali alberati, auto sotto terra e ciclisti su cavalcavia elevati: questa è la Milano Verticale. Ecco come il grattacielo urbano potrebbe rivoluzionare la mobilità milanese.

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«Milano verticale»: 3 piani per risolvere la mobilità e migliorare la qualità della vita

# Il Grattacielo Milano come soluzione della mobilità

Milano ha un grosso problema: il traffico. Non si tratta solo di una questione di comodità, ma di una sfida fondamentale per la mobilità urbana e la qualità della vita. Come molte metropoli, Milano si è affidata allarea C e all’area B, ma, sebbene queste misure abbiano ridotto il traffico nel centro, non sono sufficienti e, sicuramente, non sono all’altezza della Milano del futuro.

L’obiettivo non può semplicemente essere eliminare le auto, bensì ripensare completamente la mobilità cittadina. La soluzione potrebbe risiedere in una visione radicale: trasformare Milano in una città stratificata, su almeno 3 livelli, seguendo l’esempio dei grattacieli che hanno ottimizzano uffici e abitazioni sull’asse verticale.

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Immaginare Milano come un “grattacielo orizzontale” significherebbe dividere la città in tre piani distinti: sotterraneo, piano terra e primo piano. Ogni livello sarebbe dedicato a una funzione specifica, riducendo il caos e migliorando l’efficienza complessiva. Ecco come si potrebbero sviluppare i 3 piani.

# Il piano sotterraneo: auto, tunnel e parcheggi interrati

Il primo livello della Milano verticale dovrebbe essere situato sotto terra. La città ha già esempi virtuosi di utilizzo del sottosuolo, come i parcheggi sotterranei di CityLife, ma è necessario un approccio più ambizioso.

Nel 2023 circolavano a Milano circa 993.000 auto: l’obiettivo deve essere quello di portare a zero il numero di veicoli in superficie. Seguendo l’esempio di Elon Musk (e dei tunnel sperimentali della Boring Company, già in funzione a Los Angeles), Milano potrebbe sviluppare una rete di direttrici sotterranee che sostituiscano il traffico di superficie.

Questi tunnel potrebbero essere inizialmente testati su arterie chiave come Corso Buenos Aires, Viale Monza e Melchiorre Gioia, con l’obiettivo di espandersi, poi, a una circonvallazione sotterranea. Grazie all’intelligenza artificiale, il traffico potrebbe essere gestito in modo automatizzato, riducendo incidenti e ottimizzando i flussi.

Ai tunnel sotterranei dovrebbe essere affiancata la creazione di 3 mega-silos sotterranei, considerando i parcheggi di CityLife come il 4°, accessibili direttamente dalle autostrade. Questi hub strategici, posizionati alle porte della città, potrebbero ospitare migliaia di auto e consentire ai pendolari di parcheggiare e continuare il loro viaggio con mezzi alternativi.

3 idee ottimali potrebbero essere:

  • Nord: Porta Volta/Parco Sempione, servendo chi arriva dalle autostrade A8 e A9.
  • Sud: Ex Scalo Romana, ideale per chi proviene dall’A1.
  • Est: Lambrate e Città Studi, per chi entra dalla A4.

# Il piano terra: la città pedonale libera dalle auto e da ogni altro mezzo

Con lo spostamento del traffico sotterraneo, il piano terra di Milano potrebbe essere completamente ripensato. L’assenza di auto trasformerebbe la città in un paradiso per i pedoni. I tram storici, simbolo della tradizione milanese, potrebbero rimanere come un elemento distintivo, mentre autobus e altri mezzi su ruota verrebbero gradualmente sostituiti da metropolitane e tunnel.

Le strade, una volta liberate dal traffico, diventerebbero vere e proprie “strade verdi”, con alberi, aiuole e percorsi pedonali. La circonvallazione, da simbolo di congestione, potrebbe trasformarsi in un grande parco lineare che collega i diversi quartieri. Gli spazi liberati permetterebbero ai ristoranti di espandere le aree all’aperto, creando nuovi luoghi di socialità.

Questo cambiamento radicale non riguarderebbe solo l’estetica urbana, ma anche la sicurezza e la vivibilità. I bambini potrebbero giocare liberamente nelle strade dei quartieri, senza il rischio di essere investiti, mentre i cittadini riscoprirebbero il piacere di camminare e incontrarsi in una città finalmente a misura d’uomo.

# Il primo piano: piattaforme sopraelevate per biciclette e mezzi elettrici

Il livello sopraelevato rappresenta la frontiera più futuristica del progetto. L’idea è creare una rete di piste ciclabili, accessibile anche a monopattini, skateboard, overboard e, potenzialmente, anche scooter elettrici, sospesi sopra le strade e gli edifici. Queste strutture leggere ed eleganti, non dovrebbero richiamare i classici cavalcavia grigi, ma integrarsi armoniosamente nel paesaggio urbano.


L’esempio che dimostra la fattibilità di tutto ciò è la pista ciclabile sospesa di Xiamen, in Cina, lunga 8 chilometri e dotata di accessi diretti ai mezzi pubblici e di punti di noleggio biciclette.
Una rete simile, a Milano, permetterebbe ai cittadini di spostarsi rapidamente senza interferire con il traffico sottostante.

Ascensori strategicamente posizionati in corrispondenza degli ormai ex-incroci del piano terra renderebbero le piste facilmente accessibili dalla strada, mentre la posizione sopraelevata del cavalcavia permetterebbe anche l’accesso diretto a chi abita nei piani superiori degli edifici. Questi percorsi sopraelevati potrebbero seguire il tracciato delle arterie sotterranee, creando un sistema coerente e integrato.

# I piani del grattacielo sono infiniti, come procedere?

Completato il piano uno avremmo risolto definitivamente la mobilità milanese. Ora la sfida sarebbe continuare con lo sviluppo del grattacielo Milano.

Si potrebbero, per esempio, progettare passerelle sospese tra gli edifici del centro, offrendo percorsi pedonali sicuri e suggestivi, ideali per zone ad alta densità come il Quadrilatero della Moda o i Navigli.  Oppure ancore, i tetti degli edifici potrebbero trasformarsi in piazze verdi e spazi di aggregazione, ampliando ulteriormente le possibilità di utilizzo dello spazio urbano.

Realizzare questa visione richiederà tempo, risorse e una pianificazione accurata, ma i benefici sarebbero enormi: una città più vivibile, sostenibile e all’avanguardia. Come la metropolitana un tempo era solo un sogno, anche questa idea può diventare realtà. Con una strategia chiara e la volontà di osare, Milano può davvero trasformarsi in una città verticale, tracciando una nuova strada per il futuro urbano. Qui il video del progetto:

Continua la lettura con: Un cambio di prospettiva radicale: macchine nei tunnel della metro di Milano?

MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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