Parcheggi, ultima frontiera: a pagamento anche per moto, monopattini e biciclette?

Se il principio base è di far pagare l'occupazione degli spazi e se la priorità è di aumentare le risorse per il bilancio cittadino, allora si deve applicare una tariffa per la sosta sulle strade anche per moto, monopattini e biciclette

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L’amministrazione di Milano ha dichiarato guerra alle auto: l’introduzione di nuove Zone a Traffico Limitato (ZTL), l’espansione dei parcheggi a pagamento e altre misure sempre più severe contro il traffico stanno cambiando la mobilità cittadina. Se la grande priorità implicita è quella di fare cassa, facendo pagare l’occupazione degli spazi, perché non estendere i balzelli a tutti i mezzi in sosta sulle strade?  
 
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Parcheggi, ultima frontiera: a pagamento anche per moto, monopattini e biciclette?

# Parcheggi per mezzi leggeri a pagamento: l’occupazione si paga 

Credtis: TripAdvisor

Nel 2023, secondo il Corriere della Sera, l’offerta complessiva di parcheggi a Milano ha superato i 380.000 posti, di cui circa 300.000 su strada e 39.700 in parcheggi pubblici. Nonostante questa grande disponibilità, circa 180.000 veicoli parcheggiano in modo irregolare ogni giorno, senza rispettare le strisce blu o altre aree di sosta regolare.

A questi numeri, bisogna aggiungere circa 192.000 moto e scooter che occupano spazio sulle strade milanesi, un numero in crescita esponenziale. Senza contare la grande diffusione di monopattini elettrici e biciclette, quasi sempre lasciate ore sui marciapiedi. 

Nella Milano del nuovo millennio occorre farsi delle domande chiare per evitare ipocrisia, incoerenza e il doppiopesismo, ossia la tendenza a creare diseguaglianze di trattamento. Se il principio base è di far pagare l’occupazione degli spazi e se la priorità per l’amministrazione è quella di aumentare le risorse per il bilancio cittadino, allora dovrebbe essere pacifico considerare di applicare una tariffa per la sosta sulle strade anche per moto, monopattini e biciclette. Anche perché non si tratterebbe di una novità assoluta. 

# Il modello Parigi: un’idea replicabile?

Credits: Insella.it

A Parigi, dal 1° settembre 2022, è stata introdotta una misura che obbliga i motocicli e gli scooter a pagare il parcheggio, con una tariffa applicata ogni giorno dalle 9 alle 20, proprio come per le auto. Questa politica, voluta dalla sindaca Anne Hidalgo nell’ambito delle politiche ambientali, ha l’obiettivo di far pagare l’uso dello spazio pubblico e generare risorse per finanziare altre iniziative comunali.

Milano, con il suo numero crescente di mezzi leggeri in circolazione, potrebbe prendere esempio da Parigi. Se si ridurranno drasticamente le auto in città, il Comune non potrà certo rinunciare agli introiti derivanti dai parcheggi, ma potrebbe adattare gli spazi dedicati alle auto per accogliere i mezzi più leggeri.

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Questa semplice riconversione potrebbe triplicare, se non quadruplicare, la capacità di parcheggio disponibile, creando nuove aree di sosta sicure ed efficienti per moto, biciclette e monopattini, rendendo la città più ordinata e regolata.

# La doppia tariffa: una proposta innovativa per Milano

Milano potrebbe distinguersi da Parigi adottando un sistema a doppia tariffa per il parcheggio dei mezzi leggeri. Una parte delle aree di sosta potrebbe essere dedicata esclusivamente a moto, biciclette e monopattini, con tariffe più basse.

Per chi, invece, parcheggia su marciapiedi o in aree non regolamentate, potrebbe essere applicata una tariffa più alta, trasformando ciò che oggi è una multa in una tariffa ridotta per la sosta irregolare.

Il costo potrebbe variare in base alla zona. Le aree più centrali e trafficate potrebbero prevedere tariffe più alte per incentivare il parcheggio regolare, mentre nelle zone residenziali si potrebbero applicare tariffe leggermente più basse per garantire un parcheggio più agevole.

# Sorveglianza e controllo: targhe e app come strumenti chiave

Per implementare questo sistema di tariffe, sarebbe necessario introdurre una registrazione delle biciclette e dei monopattini, che al momento sono privi di targa, eccetto quelli immatricolati in Italia. Solo la targa permetterebbe di identificare facilmente i mezzi e associare il parcheggio al proprietario, proprio come avviene per le auto. La registrazione potrebbe essere estesa anche ai monopattini in sharing, garantendo che tutti i mezzi rispettino le nuove regole.

Per facilitare l’intero processo, Milano potrebbe sviluppare un’app dedicata, che permetta ai cittadini di individuare, prenotare e pagare il parcheggio in anticipo, o in tempo reale, e possibilmente di salvare la posizione del parcheggio per future necessità. Le aree di sosta potrebbero anche essere monitorate da telecamere, controllabili tramite l’app, per assicurare il corretto utilizzo degli spazi e combattere il parcheggio irregolare.

Se implementato correttamente, il nuovo sistema potrebbe rendere la città più ordinata, più sicura e più funzionale, migliorando la qualità della vita per tutti i suoi abitanti.

Continua la lettura con: Arriva il monopattino «mini bus»: i 4 mezzi di trasporto del futuro che potrebbero rivoluzionare la mobilità urbana

MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

1 COMMENTO

  1. Ma se l’ obiettivo è fare cassa, perché non fare pagare il transito sulle piste ciclabili o sui marciapiedi? In fondo i pedoni e i ciclisti pagano le tasse esattamente come gli automobilisti, perché fare differenze? E non mi dicano che il problema è l’ inquinamento dell’ aria, perché riscaldamento e allevamenti fanno peggio. Comincino da quelli

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