Le case popolari, soprattutto nelle grandi metropoli come Milano, sono spesso teatro di situazioni di insicurezza che incidono profondamente sulla qualità della vita dei residenti.
Un’idea che potrebbe concretamente risolvere questa problematica è quella di destinare un decimo degli alloggi di ogni complesso di case popolari a vigili del fuoco, carabinieri e agenti di polizia, mentre le portinerie potrebbero essere affidate agli agenti in pensione. Non solo: e se si avessero delle mini-caserme di quartiere?
Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare
Per una Milano più sicura: mini-caserme di quartiere e 1/10 delle case popolari a carabinieri e vigili
# Un decimo degli alloggi di ogni complesso assegnato alle forze dell’ordine
L’idea non consiste nel riservare un decimo di tutte le case popolari di Milano agli agenti, ma di destinare questa proporzione agli alloggi di ogni singolo complesso residenziale. In altre parole, un decimo degli appartamenti di ogni condominio o quartiere popolare sarebbe assegnato a forze dell’ordine come vigili urbani, carabinieri o poliziotti.
Questo approccio avrebbe il vantaggio di garantire una presenza costante di forze di polizia direttamente nel cuore dei quartieri più problematici, senza concentrarla esclusivamente in alcune aree isolate o in grandi caserme. La vicinanza degli agenti ai residenti potrebbe migliorare il dialogo tra la comunità e le forze dell’ordine, abbattendo barriere e aumentando la fiducia reciproca.
Tuttavia, la soluzione potrebbe estendersi anche ad altri quartieri di Milano che, pur non essendo case popolari, presentano problematiche di sicurezza simili, come ad esempio alcuni quartieri ad alto tasso di criminalità, degrado sociale o fenomeni di microcriminalità.
Qui, però, le cose si complicano. Il Comune dovrebbe considerare come “calmierare” i costi degli alloggi destinati alle forze dell’ordine, dato che gli agenti, pur vivendo nei quartieri più difficili, non potrebbero sostenere affitti troppo elevati. Le spese per il Comune potrebbero lievitare, ma un piano mirato di sussidi o agevolazioni potrebbe alleggerire l’impatto economico, garantendo comunque una presenza attiva e continua delle forze dell’ordine sul territorio.
# Portinerie agli agenti in pensione
Una seconda proposta, complementare alla prima, sarebbe destinare le portinerie degli edifici agli agenti in pensione, anche quelli residenziali fuori dal circuito delle case popolari. La figura del portinaio, un tempo presenza fissa e rassicurante negli edifici, è andata via via scomparendo. Ma la sua funzione di sorveglianza e gestione quotidiana degli spazi comuni resta cruciale. La proposta, dunque, è quella di impiegare ex agenti di polizia, carabinieri e vigili in pensione come “portinai” qualificati per gli edifici situati nei quartieri più difficili.
Gli agenti pensionati porterebbero con sé un’esperienza unica, in grado di contribuire a mantenere l’ordine e la sicurezza all’interno degli edifici e dei complessi residenziali. La loro presenza sarebbe una risorsa fondamentale per monitorare eventuali problemi tra i residenti, risolvere conflitti o segnalare situazioni di disagio, come occupazioni abusive o comportamenti vandalici.
In più, la figura di un ex agente in pensione come punto di riferimento quotidiano aumenterebbe la sensazione di sicurezza e di protezione per i cittadini.
# Una proposta più ampia: piccole caserme nei quartieri
Un’alternativa ai costi del diffondere le forze dell’ordine nei quartieri difficili potrebbe essere quella di creare una rete di piccole caserme in questi quartieri più problematici della città.
Queste caserme, di dimensioni contenute, potrebbero essere dislocate in modo strategico nei quartieri ad alta densità abitativa e ad alta incidenza di problematiche sociali e di sicurezza. L’idea di piccole caserme sarebbe vantaggiosa rispetto alla tradizionale concentrazione di forze in grandi sedi distaccate.
Una caserma più vicina e presente nel quartiere avrebbe una capacità di intervento e di monitoraggio più immediata. Questo tipo di presenza capillare delle forze dell’ordine consentirebbe di ridurre i tempi di risposta alle emergenze e favorirebbe una migliore integrazione con la comunità.
# I vantaggi sociali e le preoccupazioni
La proposta di destinare un decimo delle case popolari agli agenti delle forze dell’ordine potrebbe aumentare la sicurezza, ma solleva dubbi legittimi riguardo alla sorveglianza costante e al controllo capillare nei quartieri.
Mentre la presenza delle forze dell’ordine potrebbe ridurre il crimine, potrebbe anche risultare opprimente, facendo nascere preoccupazioni sulla privacy e sulla libertà individuale. La percezione di essere sempre osservati potrebbe erodere il senso di comunità e generare diffidenza, superando i benefici della sicurezza percepita.
L’impiego degli agenti in pensione come portinai e la creazione di piccole caserme locali potrebbe fornire una presenza di sicurezza senza invadere la vita quotidiana dei residenti.
Continua la lettura con: L’Intelligenza Artificiale alla guida di Milano? Le novità all’orizzonte per mobilità e sicurezza
MATTEO RESPINTI
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo
Clicca qui per il libro di Milano Città Stato
Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Lo propongono da sempre ma non lo fanno mai. A Milano, poi! Lo dicono ogni tre per quattro!