Mini o Maxi: quali potrebbero essere i confini di Milano Città Stato?

Qual è l'unità amministrativa ideale per l'autonomia di Milano?

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In un sondaggio, “2 cittadini su 3 hanno dichiarato di essere a favore che Milano abbia poteri e competenze da regione o provincia autonoma” (Sondaggio Ipsos). Ma qual è l’unità amministrativa ideale per l’autonomia di Milano? Ci sono almeno tre opzioni principali. 

Mini o Maxi: quali potrebbero essere i confini di Milano Città Stato?

La Costituzione consente molta flessibilità nel definire il tipo di autonomia e di confini che può avere una determinata area. Nei principi fondamentali, all’articolo 5 la Costituzione promuove le autonomie locali, attua nei servizi “il più ampio decentramento amministrativo” e “adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”.

L’articolo 132 prevede che ogni area di almeno 1 milione di abitanti possa chiedere lo status di regione e l’articolo 116, nel terzo comma, consente alle Regioni di ottenere forme speciali di autonomia contrattandole con lo Stato. Per quanto riguarda i confini, sempre l’articolo 132 consente a tutti i Comuni che ne facciano richiesta di essere “staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra“.

l’articolo 132 consente a tutti i Comuni che ne facciano richiesta di essere “staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra“.

Quindi, se Milano diventasse una città stato acquisendo lo status che il nostro ordinamento assegna a una regione, potrebbe sia accedere a forme di autonomia più spinta, simili a quelle delle regioni a statuto speciale, sia poter estendere i suoi confini su tutti i comuni che dovessero preferire fare parte di Milano Città Stato invece che della regione a cui appartengono. Quali potrebbero essere prevedibilmente i confini di Milano Città Stato?

#1. Milano Città Stato = Comune di Milano (come l’Estonia)
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Questa rappresenta la soluzione più semplice. Il Comune di Milano ha una popolazione di circa 1.347.000 abitanti e quindi, superando il milione, ha le carte in regola per poter richiedere lo status di regione, come da articolo 132. La semplicità deriva dal fatto che basterebbe la volontà di una sola giunta, quella appunto del Comune di Milano, per avviare la pratica con il parlamento.

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L’ultimo asso sarebbe poi quello del referendum confermativo che coinvolgerebbe tutti i cittadini. L’esito sarebbe di avere una città stato piccolina, anche se già così la regione di Milano avrebbe più abitanti di nazioni come Estonia o Cipro, come ha ricordato Alex Storti nell’articolo “Abitanti a Milano: quanti sono?“.

2. Milano Città Stato = Città Metropolitana (come la Slovenia)

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Qui il terreno si fa piuttosto spinoso. Le città metropolitane introdotte nella riforma Del Rio avrebbero dovuto sostituire le province. Ma la bocciatura della riforma costituzionale ha mantenuto formalmente le province nella Costituzione, mentre le città metropolitane sono rimaste carta straccia. Quindi, in caso di creazione di Milano Città Stato, per poter estendere i confini sulla città metropolitana, potrebbe bastare la delibera della giunta della città metropolitana o dovrebbero invece esprimersi le giunte di ogni singolo comune? La seconda ipotesi è più plausibile. Quindi, perchè Milano Città Stato coincida come confini con l’attuale città metropolitana dovrebbe essere deliberato in tal senso da tutti i comuni dell’hinterland e, successivamente, dalle rispettive popolazioni. Si potrebbe pensare che per tutti loro sia più naturale fare parte della Regione di Milano invece che del resto della Lombardia.

Se ciò accadesse, Milano Città Stato avrebbe una popolazione di 3.211.000 abitanti, portandola così ad avere un peso superiore a quello di nazioni come Lituania, Lettonia o Slovenia.

3. Milano Città Stato = Area Metropolitana OCSE di Milano (come l’Irlanda)
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Questa sarebbe la soluzione più pesante dal punto di vista politico. Milano Città Stato coincide con l’area metropolitana di Milano, la cosiddetta Grande Milano, come viene definita dall’OCSE.
Questa area è stata calcolata sulla base dei flussi produttivi e racchiude tutte le zone che economicamente hanno Milano come loro centro di riferimento. Si tratta dei territori, totali o parziali, delle province di Monza e Brianza, Varese, Bergamo, Como, Lecco, Brescia, Cremona, Lodi, Pavia, Novara, Alessandria e Piacenza.

Per arrivare a questo occorrerebbe che tutti i comuni deliberassero di aderire a quest’area, in ottemperanza con quanto definito dall’OCSE, e si potrebbe raggiungere una popolazione compresa tra i 7 milioni e mezzo e gli 8 milioni e mezzo, raddoppiando così Roma, diventando il quarto centro d’Europa e superando nazioni come Finlandia, l’Irlanda, la Danimarca, la Croazia, la Slovacchia, la Bulgaria.

Può sembrare un’utopia ma se Milano Città Stato si farà con l’obiettivo non di chiusura ma, al contrario, di stimolo per il Paese, diventando un laboratorio di sperimentazione e di innovazione sociale, potrebbe accadere che molti comuni e territori preferiscano far parte di Milano Città Stato invece che restare amministrati da regioni più inefficienti.

Continua la lettura con: 2024: quanto sono gli abitanti di MIlano?

ANDREA ZOPPOLATO

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Andrea Zoppolato
Più che in destra e sinistra (categorie ottocentesche) credo nel rispetto della natura e nel diritto-dovere di ogni essere umano di realizzare le sue potenzialità, contribuendo a rendere migliore il mondo di cui fa parte.

5 COMMENTI

  1. Condivido troppi comuni ! Trovare la nostra vocalizzazione utilizzando il focus Metropoli Milano. Non per puntare alla globalizzazione ma per stimolare le altre Metropoli Italiane ad alzare la testa. Per riportare la nostra Italia nel giusto ruolo di Leader mondiale per Cultura – Innovazioni – tradizioni – Valori – operosità – generosità ! Composta da Donne e Uomini che si distinguono nel Mondo! Italia alza la Testa.

  2. L’argomento è piuttosto complicato. Si dice giustamente che tutti i comuni dovrebbero esprimersi per un consenso a far parte di un nuovo ente superiore, e visto che tutti dovrebbero dare consento, io credo che ci vorrebbe una lunga preparazione della popolazione per comprendere di cosa si tratta. Lunga perché le gente prima si chiede che tornaconto ha, e poi si chiede cosa ne sarebbe della propria identità territoriale.

    Come spesso ho sostenuto in qualche vostro articolo, sarebbe da chiedere ad un alessandrino, ad esempio, che si riterrà giustamente un piemontese, cosa ne pensa di diventare “milanese”. E tutto va confrontato con la relativamente recente tendenza allo smembramento della provincia in altre, con la creazione di Lodi e di MB, per chiedersi se invece la gente non voglia esattamente l’opposto.

    Detto questo, se l’OCSE ha definito un’area di 8 milioni di persone per Milano, bisognerebbe vedere con gli stessi criteri come risulterebbe l’area di Roma prima di dire che Milano sarebbe il suo doppio (ripeto: con questi criteri). Roma infatti esercita influenza non solo nella sua provincia, ma anche i tutte quelle del Lazio e dell’Umbria meridionale, un’area di circa 6 milioni di persone; meno popolosa, ma non della metà. Ad esempio, si è parlato di un terzo aeroporto nel Viterbese. Perché no, visto che Milano ha il suo terzo a Bergamo (dove non so quanto si sentano milanesi), e Parigi uno dei suoi 4 a 80 km di distanza.
    Per dire che tutto è relativo, e personalmente sono favorevole a che si crei una regione milanese; ma ci vuole una profonda analisi di quali requisiti dovrebbe possedere e in che misura sono già soddisfatti. Credo che non basti un’agglomerazione urbana o una rete di trasporti baricentrica; ci vuole il coinvolgimento della popolazione, interrogarla e presentarle alla porta di casa il progetto. E poi molte manifestazioni oggi confinate a Milano città, dovrebbero allargarsi a tutta la regione. Ad esempio: la settimana del mobile, dovrebbe avere allestita l’esposizione anche in fiere di altre città; quella della moda idem. Così si promuoverebbe il concetto di una città globale; insomma la vitalità di Milano che si allarga, coinvolge.

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