Arriva sul mercato un nuovo monopattino che sembra uscito da un film di fantascienza. In pratica, è un vero e proprio mini bus che finge di essere un monopattino e rischia davvero di cambiare il modo in cui ci spostiamo nelle grandi città. L’idea suona troppo avveniristica? Forse lo è, ma proviamo a capirci di più. E soprattutto a intravedere come potrebbero cambiare i mezzi di trasporto privati e in sharing a Milano.
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Questi sono i 4 mezzi del futuro che potrebbero rivoluzionare la mobilità di Milano
# Il Monopattino-minibus automatico
Per cominciare, si chiama “Hop” ed è pensato per girare sulle piste ciclabili: trasporta più persone contemporaneamente, come una sorta di navetta urbana. La struttura richiama quella di una bicicletta, ma è fatta per far salire e scendere i passeggeri in fermate dedicate, seguendo percorsi prestabiliti. Tutto senza bisogno di un conducente, grazie alla guida autonoma. In pratica, è un incrocio tra un monopattino elettrico e un mini bus, ma è abbastanza snello da muoversi nello spazio di una normale bici. Potrebbe dimostrarsi la soluzione per decongestionare il traffico e alleggerire i mezzi pubblici.
Il veicolo ha una struttura leggera, fatta di tubi metallici, senza i sedili a cui siamo abituati. Questo permette di stipare più persone rispetto ai normali mezzi pubblici. Insomma, un modo diverso di vedere la micromobilità urbana. La vera scommessa, però, sarà se riuscirà davvero a fare la differenza nelle nostre città congestionate, oppure resterà solo un’idea futuristica destinata a pochi quartieri sperimentali.
Altri 4 possibili mezzi di trasporto del futuro
Ma l'”Hop” non è l’unico veicolo che immagina un futuro più connesso e meno ingombrante per le nostre strade. Vediamo quali altri mezzi potrebbero rendere il nostro tragitto casa-lavoro più divertente o, perlomeno, meno stressante.
#1 Biciclette che diventano bus: il “Bike-Bus”
Immagina di pedalare con altre sette persone, su un veicolo che ricorda più una piccola corriera che una bici tradizionale. Il “Bike-Bus” potrebbe portare gruppi di persone in giro per la città, con tutti i passeggeri che pedalano insieme per spingere il veicolo. Ma non c’è da temere, non si parla della sola forza delle gambe: un sistema elettrico aiuterebbe a mantenere la velocità giusta senza sudare troppo.
Pensato per essere compatto e maneggevole, dovrebbe essere perfetto per i piccoli gruppi che vogliono muoversi in modo ecologico e, magari, chiacchierare un po’ durante il tragitto. Il comfort sarebbe garantito da sedili ben imbottiti e dotati di schienale regolabile, con tanto di copertura modulare per proteggersi dal maltempo. E per chi porta zaini o borse, ci sarebbero spazi dedicati sotto i sedili.
Quello che lo distingue dai mezzi classici è la possibilità di scegliere itinerari turistici o personalizzare i percorsi tramite un piccolo schermo touch al centro del veicolo. Più che un mezzo di trasporto, quindi, sarebbe un’esperienza di mobilità condivisa, ideale per chi vuole esplorare la città senza fretta.
#2 Skateboard che fanno tutto da soli
Gli skateboard del futuro potrebbero diventare qualcosa di completamente diverso da quello che immaginiamo oggi. Dimentica il classico “pezzo di legno con le ruote” e pensa invece a una flotta di tavole autonome che si muovono in sincronia, grazie all’intelligenza artificiale e a una miriade di sensori. L’idea è che queste tavole potrebbero formare dei “convogli” mobili, mantenendo sempre la giusta distanza gli uni dagli altri, regolando automaticamente la velocità. Ogni skateboard avrebbe sistemi intelligenti per garantire equilibrio e stabilità, anche su terreni accidentati.
In questo scenario futuristico, gli skateboard non si limiterebbero a portarti da un punto A a un punto B, ma si integrerebbero con l’infrastruttura urbana, sfruttando percorsi che potrebbero cambiare dinamicamente a seconda delle condizioni del traffico. Sarebbe un modo completamente nuovo di pensare alla mobilità, un flusso continuo di movimento che si adatta e si trasforma in tempo reale.
#3 Scooter per il relax dei pendolari
Se pensavi che gli scooter elettrici fossero già abbastanza futuristici, aspetta di vedere la prossima generazione. Immagina degli scooter autonomi, privi di comandi complessi, che si muovono da soli, lasciandoti il tempo per rilassarti. A bordo, si potrebbero trovare sistemi di intrattenimento, connessione Wi-Fi e persino un assistente virtuale che suggerisce itinerari panoramici o attrazioni turistiche lungo il percorso. Questi veicoli punterebbero a trasformare il tragitto quotidiano in un momento di svago o, perché no, di socializzazione.
La vera novità sarebbe l’atmosfera a bordo, progettata per il comfort e il relax, con sedili comodi e spazi pensati per interagire con gli altri passeggeri. Potresti anche fare amicizia durante il viaggio, rendendo il tragitto qualcosa di più di un semplice spostamento.
#4 Automobili volanti? Quasi
E poi ci sono le auto leggere volanti, che sembrano voler sfidare la gravità stessa. Alcuni progetti, come l’Alef Model A di Alef Aeronautics e l’Hexa di Lift Aircraft, stanno già facendo parlare di sé. L’Alef ha fatto scalpore al Mobile World Congress 2024 con un veicolo che sembra uscito da un film di fantascienza, mentre l’Hexa ha mostrato le sue capacità di volo durante il SusHi Tech di Tokyo. Entrambe puntano a un futuro in cui volare sopra il traffico potrebbe essere alla portata di tutti, o almeno di chi potra permetterselo.
Nonostante tutto l’entusiasmo attorno a queste auto volanti, bisogna ammettere che il loro utilizzo quotidiano è ancora lontano. Per ora, progetti come questi servono più che altro a farci sognare. Tuttavia, altre soluzioni, come monopattini, bici, skateboard e scooter potrebbero già essere quasi pronti per l’implementate e potrebbero trasformare radicalmente il trasporto urbano.
Ecco allora che il futuro della mobilità urbana potrebbe non essere per forza nelle auto volanti o nei mezzi dal look avveniristico, ma piuttosto nella capacità di combinare le tecnologie già esistenti in modo intelligente, creando un sistema di trasporto che sia davvero a misura di città.
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MATTEO RESPINTI
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Se il futuro della mobilità Milano sta in monopattini, skateboard e scooter, generalmente guidati da scriteriati avventurieri incuranti dell’incolumità propria e altrui, irrispettosi della sicurezza, privi di cautela e lungimiranza, ditemelo subito, che vedo di cambiare città…
Ogni volta che si mette mano alla mobilità cittadina è una catastrofe: basterebbe imitare, nei limiti del possibile, le città più attrezzate del Nordeuropa (tenendo presente i limiti strutturali e senza rinnegare la tradizione della milanesità: efficienza, sicurezza, praticità, purtroppo cadute da tempo nel…dimenticatoio. monopattini che sfrecciano, abbandonati ovunque, pert abbracciare una “novità” giovanilistica (e forse godere di qualche speculazione) senza alcuna cautela prudenziale ha portato a decine di incidenti e problemi, mentre in altre città europee i monopattini sono stati presto banditi o fortemente limitati. Città che però hanno implementato il trasporto pubblico, elettrico o poco inquinante, facilitando anche lo spostamento sulle due ruote mediante la sistemazione delle strade, prive di buche e di “trappole” di ogni genere. Città che non hanno abolito i trasporti di superficie, solo per aver aggiunto qualche stazione metropolitana. Città che garantiscono un’effettiva abolizione delle barriere architettoniche con ascensori o scale mobili funzionanti, specialmente nelle tratte più frequentate (cosa che a Milano pare avere la frequenza di un miracolo…). Città che non aumentano il costo del trasporto prima di aver garantito il miglioramento del servizio. Pensare ad “auto volanti”, quando oggi si pone il problema di riportare l’educazione stradale nelle scuole, per aumentare la sensibilità al rischio, dato l’elevato numero di incidenti gravi soprattutto fra conducenti giovani, quando l’utilizzo generalizzato di “droni”, anche solo per consegne di pacchi o corrispondenza incute timore, visto che ogni tanto qualcuno precipita o va fuori controllo, sembra non tanto fantascientifico, né solo avveniristico, ma parto di pura follia. “Voliamo basso”, mi verrebbe da dire, ma muoviamoci con criterio e sicurezza. Non solo quella di arrivare “interi”, ma anche quella di non subire rapine, molestie, minacce, con l’utilizzo dei mezzi pubblici. E piantiamola con queste Aree B, C, del tutto inutili, che tutelano (a tempo) i ricchi che abitano nel centro, che possono permettersi le multe, che tanto poi dopo una certa ora (e anche prima ) o giorno della settimana l’inquinamento torna a farla da padrone… Lasciamo perdere i sogni da playstation, anche perché nasce il sospetto che dietro queste “visioni” si nascondano le manovre speculative dei progettisti delle città 15 minuti, con super rete 5-6G, altamente penetranti (e quanto pericolose?), per alimentare l'”autotrasporto” ecc. ecc. Ultima osservazione: (non per essere polemica ad ogni costo, ma si tratta di realismo) davvero siamo convinti di promuovere la “socializzazione”, fornendo, fra l’altro, mezzi e occasioni di intrattenimento in questi futuribili veicoli? quando attualmente il miracolo è trovare, su bus, metro, treni qualcuno che non smanetti sul proprio smartphone, nel delirio solipsistico della connessione permanente con la Rete e con interlocutori sempre più virtuali o addirittura inumani?
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