Sciopero ATM? Allora va aperta l’Area C (e altre 4 proposte)

In Svezia se c'è uno sciopero dei mezzi il Comune rimborsa il taxi. Da noi? Si scarica tutto sui cittadini

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Lunedì 24. L’ennesimo sciopero dei mezzi a cui Milano è sopravvissuta. Ma chissà quante altre volte le rivendicazioni dei lavoratori paralizzeranno la città. Il problema si ripete ciclicamente, ma il Comune continua a non adottare misure straordinarie per mitigare l’impatto sui cittadini.

Perché non mettere in atto soluzioni concrete che rendano più sostenibili questi giorni difficili? Ecco alcune idee per affrontare lo sciopero senza rimanere bloccati, partendo dalla più ovvia: aprire Area C e Area B.

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Sciopero ATM? Allora va aperta l’Area C (e altre 4 proposte)

#1 Aprire Area C e Area B durante gli scioperi

Credits: areacmilano.it

Quando ATM si ferma, il blocco della circolazione nel centro di Milano diventa un ostacolo ancora più limitante del solito per chi deve raggiungere il lavoro o altre destinazioni importanti. L’attuale politica del Comune, che mantiene attive Area C e Area B anche nei giorni di sciopero, con tanto di avviso specifico nell’app ATM, è pura follia.

Se i mezzi pubblici non funzionano, il Comune dovrebbe incentivare le alternative, non ostacolarle. Eliminare il pedaggio di Area C e sospendere i divieti di Area B permetterebbe ai cittadini di muoversi liberamente, riducendo il disagio causato dallo sciopero, nonostante il traffico intenso che, inevitabilmente, si andrebbe a creare.

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Chiaramente, un aumento delle auto private in circolazione può creare problemi di traffico, ma il blocco della mobilità attuale è ancora peggiore. Per ridurre la congestione, si potrebbe prevedere una gestione dinamica dei varchi elettronici, consentendo l’accesso solo in determinate fasce orarie o limitandolo ai veicoli con più passeggeri a bordo. Questo sistema permetterebbe di equilibrare l’esigenza di mobilità con quella di non soffocare il centro città, tanto cara all’amministrazione comunale.

#2 Trasporto pubblico gratuito e incentivi per la mobilità alternativa

Non tutti i mezzi pubblici si fermano durante uno sciopero: alcune linee restano attive e alcuni conducenti eroici decidono di lavorare. In questi casi, il Comune dovrebbe rendere gratuito il trasporto pubblico nei giorni di sciopero. Questa misura avrebbe un doppio effetto: ridurre il peso economico sui cittadini costretti a prendere mezzi alternativi e incentivare chi può a continuare a usare il trasporto pubblico, evitando un eccessivo intasamento delle strade.

Oltre ai mezzi pubblici, altre soluzioni potrebbero rendere la mobilità più fluida. Il Comune potrebbe incentivare il car sharing e il bike sharing con sconti, ma anche corse direttamente gratuite per chi si sposta in città durante i giorni di sciopero. Ad esempio, i monopattini elettrici, molto diffusi a Milano, potrebbero essere resi disponibili senza costi aggiuntivi per la prima mezz’ora di utilizzo, incentivando così spostamenti rapidi e sostenibili.

Un’altra opzione sarebbe quella di creare un sistema di bonus per chi utilizza mezzi ecologici nei giorni di sciopero. Un’app del Comune potrebbe tracciare gli spostamenti con bici, monopattini o car sharing e offrire sconti su altri servizi municipali come parcheggi o ingressi a strutture sportive e culturali.

#3 Sconto taxi compensato dal Comune

Un’altra soluzione concreta sarebbe di offrire sconti sui taxi durante gli scioperi, con il Comune che copre parte del costo della corsa. Un modello simile è già stato adottato in alcuni paesi europei, come la Svezia, dove in caso di sciopero il Comune rimborsa il costo dei taxi, rendendoli gratuiti per i cittadini.

A Milano si potrebbe almeno prevedere uno sconto del 50%, con il Comune che interviene per compensare la parte mancante. Questo incoraggerebbe l’uso dei taxi e alleggerirebbe il traffico, riducendo l’uso delle auto private. Parallelamente, si potrebbe avviare una collaborazione con le aziende di noleggio con conducente (NCC) per offrire tariffe scontate nei giorni di sciopero. Un sistema di prenotazione rapido e un aumento temporaneo della disponibilità di vetture potrebbero aiutare a garantire un servizio efficiente ai cittadini.

Alternativamente, si potrebbe anche introdurre un sistema di voucher per i cittadini, che permetta loro di usufruire di corse gratuite o scontate, finanziate dal Comune, durante i giorni di sciopero. Questo sistema potrebbe essere implementato attraverso un’applicazione dedicata o con l’invio di codici sconto via SMS per chi utilizza i servizi di trasporto alternativi.

#4 Smart working incentivato e gestione delle emergenze

Credits: Gerd Altmann, Pixabay

Anche le aziende devono fare la loro parte. Il Comune potrebbe promuovere una politica di incentivi per le aziende che favoriscono lo smart working nei giorni di sciopero. In questo modo si ridurrebbe la pressione sul sistema di mobilità cittadino e si eviterebbero inutili disagi ai lavoratori. Alcune realtà già adottano questa soluzione in modo informale, ma un incentivo economico o fiscale potrebbe spingere più aziende a seguire questa strada.

#5 Carpooling privato organizzato con supporto comunale

Da ultimo, una soluzione innovativa e pratica potrebbe essere l’introduzione di un servizio di carpooling privato-comunale, in cui i cittadini possano condividere passaggi con un supporto logistico fornito dal Comune. Attraverso un’apposita piattaforma digitale, si potrebbe facilitare l’incontro tra automobilisti e passeggeri, riducendo così il numero di auto in circolazione e i disagi causati dallo sciopero.

Questa iniziativa potrebbe essere affiancata da incentivi per chi partecipa al carpooling, come la possibilità di parcheggiare gratuitamente nelle aree di sosta comunali o di accedere a corsie preferenziali. Un sistema di certificazione potrebbe garantire la sicurezza dei passeggeri, rendendo il carpooling un’opzione valida e affidabile per chi deve spostarsi in città durante gli scioperi.

Continua la lettura con: Corse tagliate? Allora l’abbonamento va in parte risarcito! I milanesi si mettono in moto

MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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