Sicurezza a Milano: «più telecamere dove lo chiedono i cittadini». Perché non un’app dedicata?

Tutto ciò basterà a rendere Milano più sicura?

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Credits: Ideogram.AI

La sicurezza è il problema numero uno di Milano, l’amministrazione comunale ha accolto l’idea dell’opposizione di posizionare maggiori telecamere dove lo richiedono i cittadini. Tutto ciò basterà a rendere Milano più sicura?
 
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Sicurezza a Milano: «più telecamere dove lo chiedono i cittadini». Perché non un’app dedicata?

# Il problema di Milano: la sicurezza

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La sicurezza è il problema principale che attanaglia la città di Milano. Secondo quanto rilevato dal Sole 24 Ore, con un indice di 6.991,3 denunce ogni 100.000 abitanti, la città si trova al primo posto tra le più insicure d’Italia.

Il report mostra un quadro preoccupante per il capoluogo lombardo: 3.489 denunce per minacce, 1.229 per percosse, 3.832 per lesioni dolose, 29.720 per danneggiamenti, 124.631 per furti, 4.123 per rapine, 20.029 per frodi informatiche e 76 per omicidi colposi, su 298 omicidi totali registrati in Italia.

# La soluzione dell’opposizione? Più telecamere dove vogliono i cittadini

In questo contesto, il Consiglio comunale di Milano ha approvato un ordine del giorno, presentato dalla Lega, volto a intensificare la videosorveglianza nelle periferie cittadine. L’idea è stata accolta positivamente dall’Assessore alla sicurezza, Marco Granelli, che ha evidenziato l’importanza di ascoltare le segnalazioni dei residenti per stabilire le aree da coprire con i nuovi “occhi elettronici”.

Con un ampio consenso di 29 voti a favore e 4 astensioni, la proposta ha guadagnato il via libera, dimostrando, forse per la prima volta, un’attenzione trasversale al tema sicurezza nelle zone più sensibili e vulnerabili della città.

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# Anche la maggioranza lavora per una Milano più sicura

A dire il vero, l’aumento delle telecamere di videosorveglianza non è l’unica misura in campo: il Comune ha investito significativamente anche nel rafforzamento delle forze dell’ordine.

L’assessore Granelli ha sottolineato come la sicurezza sia una priorità anche per l’amministrazione locale e ciò è testimoniato dall’assunzione di 707 nuovi agenti, quasi il doppio rispetto ai pensionamenti, che ha portato a un incremento netto di circa 250 effettivi. Si tratta di una risposta parziale ma concreta alle problematiche che affliggono la città.

In più, a metà ottobre, Palazzo Marino ha approvato un nuovo regolamento sulle telecamere di videosorveglianza che favorisce l’integrazione con i diversi sistemi di sicurezza privata presenti a Milano. Questo strumento faciliterà l’uso delle immagini da parte dei soggetti autorizzati, grazie alla collaborazione tra Comune, prefettura e altri enti, incluse le forze dell’ordine e i vigili del fuoco. Si promuoverà, inoltre, un’intesa con i soggetti di sicurezza privata, garantendo un controllo del territorio più capillare.

# Potrebbe un’applicazione risolvere il problema sicurezza?

Sebbene l’incremento delle telecamere e delle forze di polizia rappresenti un passo avanti, una reale e duratura percezione di sicurezza richiede ulteriori soluzioni innovative. Tra queste, si potrebbe immaginare un sistema che integri le telecamere di sorveglianza con una app accessibile ai cittadini.

L’applicazione, concepita come strumento bidirezionale, potrebbe consentire alle forze dell’ordine di inviare notifiche agli utenti in caso di pericolo nelle vicinanze, basandosi su dati in continuo aggiornamento. I cittadini, dal canto loro, avrebbero la possibilità di segnalare immediatamente situazioni sospette, reati subiti o comportamenti violenti a cui stanno assistendo, rendendo le informazioni in tempo reale accessibili a chi di dovere.

# La soluzione definitiva che però fa un po’ paura

Guardando oltre le misure immediate, ci si potrebbe interrogare su tecnologie di sorveglianza ancora più avanzate, come le telecamere dotate di riconoscimento facciale, già in uso in città come Pechino e Singapore. Questi dispositivi futuristici consentono un controllo estremamente efficiente e puntuale, ma sollevano questioni rilevanti in merito alla privacy e al rispetto delle libertà individuali.

L’utilizzo sistematico di questi sistemi senza dubbio, a lungo andare, migliorerebbe il problema della sicurezza, rendendo, però, Milano una città sotto sorveglianza perenne, con il rischio di una deriva distopica. Una soluzione del genere potrebbe trovare il favore di coloro che cercano una maggiore protezione, ma solleverebbe le perplessità di chi teme un controllo eccessivo da parte delle autorità.

Continua la lettura con: Sicurezza a Milano? “La gran parte non denuncia neanche”

MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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