Negli ultimi sei anni in Giappone nessun’altra azienda ha saputo fare di meglio. Se anche ATM percorresse questa strada come potrebbe migliorare il trasporto pubblico di Milano?
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Tokyo Metro si quota in borsa: raccolta una cifra record. Se lo facesse anche ATM? I 5 investimenti che servono alla rete di Milano
# La più grande offerta pubblica del Giappone degli ultimi sei anni
Una raccolta di capitale da record, negli ultimi sei anni in Giappone nessun’altra azienda ha saputo fare di meglio. Una notizia ancora più rilevante se si tiene conto che a farlo è stata un’azienda di trasporto pubblico. Dopo aver fissato il prezzo della sua IPO al massimo del suo intervallo, 1.200 yen l’una, Tokyo Metro ha raccolto 348,6 miliardi di yen pari 2,3 miliardi di dollari. Il governo centrale e quello di Tokyo, che possiedono rispettivamente il 53,4% e il 46,6%, hanno venduto la metà delle loro azioni nell’IPO. La quotazione in borsa è fissata per il 23 ottobre di quest’anno.
Un’iniezione di risorse utili per migliorare il servizio di trasporto, e se lo facesse anche ATM?
# Cosa potrebbe fare ATM quotandosi in borsa?
La rete metropolitana milanese si è ampliata: il 12 ottobre ha inaugurato il tratto mancante della linea M4, portando la sua estensione a 111,8 km e 134 stazioni. Il servizio potrebbe però essere migliorato ulteriormente e ci sarebbe bisogno di altre linee metropolitane da realizzare nel minor tempo possibile. La quotazione in borsa potrebbe essere una soluzione utile a incamerare il capitale per investire in modo ancora più impattante sulla città e l’hinterland. Ecco cosa si potrebbe fare.
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#1 Ripristinare il regolare servizio di superficie scongiurando la fuga degli autisti
Ripristinare il regolare servizio del trasporto pubblico di superficie. Nell’ultimo anno si sono registrati continui tagli alle corse, con attese fino a 40 minuti. Sono due i problemi principali: servono circa 300 milioni di euro, richiesti senza successo dal Comune di Milano al governo in più di un’occasione, e più autisti, ne mancano almeno 300. Tra chi se ne va e chi non vuole lavorare nel trasporto pubblico milanese è difficile arrivare all’obiettivo. Bisogna prevedere stipendi oltre la media nazionale per bilanciare l’alto costo della vita, maggiori tutele e ulteriori incentivi agli affitti e al pagamento delle patenti di categoria in aggiunta a quelli già proposti da ATM.
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#2 Coprire gli extra costi di tutte le estensioni della metro già programmate
Sono 4 i prolungamenti di linee metropolitane approvati e in teoria finanziati, prima della necessità di nuove risorse per coprire gli extra costi:
- M1 fino a Sesto Restellone, 1,9 km di tracciato per 2 fermate, in costruzione da oltre 12 anni ma in attesa di una nuova azienda per la prosecuzione dei cantieri. Extra costi in teoria coperti, ma bisogna capire con il nuovo bando aumenteranno ulteriormente;
- M1 fino a Quartiere Olmi, 3,3 km per 3 fermate, con un primo bando flop perchè la base d’offerta ritenuta troppo bassa. Servono circa altri 60 milioni di euro.
- M4 fino a Segrate, 3,1 km e 2 fermate. Lo studio di fattibilità è in fase di realizzazione, ma mancano 44 milioni di euro per la copertura integrale del finanziamento dell’opera.
- M5 fino a Monza Polo Istituzionale, 13 km e 11 fermate, in attesa del bando di gara e di circa 300-400 milioni di euro.
In totale sono circa 700 milioni di euro.
#3 Finanziare tutti i prolungamenti allo studio
Ci sono poi tutti i prolungamenti allo studio ma che ancora non sono diventati progetti definitivi. Eccoli nel dettaglio:
- M2 come metrotranvia veloce fino a Vimercate, di cui è in partenza un primo studio di fattibilità, di circa 12 km;
- M3 fino a Paullo, il cui costo attuale per una soluzione mista con 2 fermate di metropolitana e 8 di metrotranvia ammonterebbe a 850 milioni di euro;
- M4 fino a Buccinasco, con l’ipotesi più papabile di una sola fermata dopo l’attuale capolinea di San Cristoforo FS;
- M5 fino a Settimo Milanese, oppure un percorso più breve di 2,5 km e due fermate ad ovest (Quarto Cagnino e Quinto Romano) e un investimento di 350 milioni di euro.
Fonte: Business24tv
#4 Il libro dei sogni sulle metropolitane: le nuove linee
Visto che sognare non costa nulla, ma una quotazione in borsa potrebbe fare diventare qualche sogno realtà, ecco cosa potrebbe realizzare ATM con molte più risorse a disposizione:
- estendere la M1 fino al Comune di Abbiategrasso come ipotizzato anni fa da Beppe Sala, e a nord fino ad Arese o addirittura a Legnago;
- realizzare i prolungamenti di M2 e M3, rispettivamente a Vimercate e Paullo, come metropolitana;
- allungare la M2 anche a sud a Rozzano e Binasco;
- portare M4 fino a Trezzano sul Naviglio, il tracciato più lungo tra le sei ipotesi considerate nelle analisi costi/benefici;
- far arrivare M5 fino a Magenta, non come metrotranvia da Settimo Milanese ma come metropolitana;
- costruire la linea M6 da Certosa a Ponte Lambro con biforcazione verso Opera dove interscambiare con la stazione dell’alta velocità verso Genova;
- una vera circle line, più esterna della semi-circle line in fase di realizzazione, con un percorso Lotto – Susa – Lotto e interscambi su tutte le linee;
- completare la semi-circle line interna realizzando il lato ovest;
- costruire metro tangenziali a nord, sud, ovest ed est con percorsi ai limiti dei confini della Città Metropolitana, interscambiando i prolungamenti di tutte le linee e la circle line esterna o in alternativa una super metro circolare “Gran Milan Express” per richiamare il progetto in costruzione a Parigi.
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#5 Migliorare il trasporto pubblico sotterraneo e in superficie: metro 24h, stazioni più belle, integrazione del passante
Detto delle estensioni e di nuove linee, ci sono altri aspetti che si possono migliorare nel trasporto milanese. Vediamone alcune:
- far funzionare le metropolitane H24, almeno nei weekend dato che la notte è riservata alla manutenzione, partendo dalla due linee automatiche M4 e M5. A Copenaghen, dove la rete è stata pensata per essere sempre operativa, i treni circolano tutti i giorni a tutte le ore, ci sono solo linee driverless, e la gestione è affidata ad ATM;
- trasformare le stazioni in opere d’arte, rendendo di design anche le uscite delle ultime due metropolitane;
- asservimento semaforico su tutte le linee tranviarie e metrotranvie in costruzione;
- integrare alla perfezione il passante con la rete metropolitana, magari a seguito di fusione tra le relative società di trasporto, uniformando tornelli, accessi e identità visiva.
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FABIO MARCOMIN
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