Un cambio di prospettiva radicale: macchine nei tunnel della metro di Milano?

Che cosa succederebbe se si adattassero i tunnel della metropolitana di Milano per estenderli al traffico stradale? 

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Un cambio di prospettiva radicale: e se i rivoluzionari tunnel di Musk fossero una semplice declinazione di quelli utilizzati per la metro? Che cosa succederebbe, allora, se si adattassero i tunnel della metropolitana di Milano per estenderli al traffico stradale? 

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Un cambio di prospettiva radicale: macchine nei tunnel della metro di Milano?

# I tunnel stradali di Elon Musk

I tunnel sotterranei progettati da Elon Musk con The Boring Company promettono di rivoluzionare la mobilità urbana, offrendo una soluzione alternativa al traffico di superficie. A Las Vegas, i veicoli elettrici regolati dall’intelligenza artificiale percorrono i tunnel sotterranei con efficienza, bypassando la congestione.

L’idea, nata nel 2016 da un tweet di Musk bloccato nel traffico di Los Angeles, è diventata un business globale. Con un investimento iniziale di 300 milioni di dollari, Musk fondò nel 2017 The Boring Company per creare una rete di tunnel sotterranei a costi drasticamente ridotti. Nonostante lo scetticismo iniziale, l’azienda è cresciuta fino a valere oltre 100 miliardi di dollari, firmando contratti significativi come quello per il sistema sotto il Las Vegas Convention Center.

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Nel 2018, The Boring Company completò il primo tunnel di prova a Hawthorne, in California, dimostrando la fattibilità di progetti sotterranei a basso costo. Grazie a macchine da scavo più efficienti e a un diametro ridotto dei tunnel, i costi sono passati da 1 miliardo a soli 10 milioni di dollari per miglio. E i tunnel della metro? Se non ci ha pensato Elon potrebbe farlo Milano.

# Milano ha già i tunnel: perché non estenderli alle auto?

La metropolitana di Milano rappresenta un pilastro fondamentale del trasporto pubblico cittadino. Con oltre 1,3 milioni di passeggeri al giorno e circa 400 milioni all’anno, i tunnel della metro sono un esempio di efficienza e capacità di assorbire il traffico urbano. Tuttavia, l’infrastruttura è dedicata esclusivamente al trasporto su rotaia, mentre in superficie le strade soffocano sotto il peso di migliaia di automobili.

Ma i tunnel, già esistenti o in progetto, rappresentano uno spazio prezioso e inutilizzato in termini di versatilità. E se fosse possibile adattarli per un doppio uso, permettendo non solo alla metro, ma anche alle automobili, di sfruttarli?

Un’idea simile potrebbe trovare la sua prima applicazione nel progetto della linea M6, che rappresenta una pagina bianca sulla quale immaginare il futuro della mobilità milanese. Si potrebbe progettare un unico tunnel polifunzionale, sviluppato verticalmente: sul fondo, un percorso dedicato alle auto, mentre sopra, una struttura sopraelevata per i binari della classica metro. Questa configurazione permetterebbe di sfruttare al massimo lo spazio, senza compromettere la sicurezza o l’efficienza del trasporto pubblico.

In alternativa, si potrebbe prevedere la costruzione di due tunnel paralleli, uno per i treni e uno per le auto. Questa soluzione richiederebbe un investimento maggiore, ma offrirebbe maggiore flessibilità operativa.

Per le linee esistenti, invece, il discorso è più complesso ma non impossibile. Una volta concluso il progetto della M6, si potrebbe valutare la conversione delle altre linee, magari partendo dai tratti più vecchi, adattandoli per un uso misto. L’opzione del tunnel unico potrebbe risultare più praticabile.

# L’importanza dei silos interrati

Affinché un sistema simile possa funzionare, sarebbe indispensabile prevedere parcheggi interrati collegati alle stazioni della metropolitana. Ogni fermata dovrebbe essere dotata di un silos sotterraneo, dove i veicoli potrebbero essere lasciati temporaneamente o prelevati per accedere ai tunnel. Per contenere i costi iniziali, si potrebbe partire con un silos ogni tre fermate, per poi estendere gradualmente la rete in base alla domanda.

Questi parcheggi sotterranei non sarebbero solo un elemento funzionale, ma un tassello fondamentale per rendere il sistema sostenibile e pratico. Grazie ai silos, i cittadini avrebbero un punto di accesso comodo e rapido al sistema sotterraneo, senza congestioni o complicazioni.

# Taxi e cittadini: chi usa i tunnel?

Come ogni grande innovazione, anche questa richiederebbe una fase sperimentale. I primi utenti potrebbero essere i taxi, che rappresentano un elemento essenziale del trasporto urbano. Grazie ai tunnel, i taxi potrebbero ridurre significativamente i tempi di percorrenza, offrendo un servizio più rapido ed efficiente, a costi potenzialmente inferiori.

Una volta testato il sistema, potrebbe essere aperto anche ai cittadini. L’accesso ai tunnel potrebbe avvenire attraverso un abbonamento ATM, trasformandolo di fatto in un’estensione del trasporto pubblico. Questo non solo alleggerirebbe il traffico in superficie, ma permetterebbe agli automobilisti di entrare in Area C senza interferire con pedoni e ciclisti. Si potrebbe persino riservare l’accesso ai residenti milanesi, garantendo una mobilità più fluida per chi vive in città.

# Tecnologia e sicurezza nei tunnel

Un aspetto cruciale sarebbe la modalità di guida nei tunnel. Due le opzioni principali:

  • Guida tradizionale: le auto si muoverebbero in autonomia, seguendo un percorso regolato da segnaletica e limiti di velocità. Questa soluzione, però, sarebbe più lenta e meno sicura.
  • Trasporto automatico su nastri: una tecnologia più innovativa potrebbe prevedere che le auto vengano caricate su nastri trasportatori automatici, regolati da un sistema di intelligenza artificiale. Gli automobilisti dovrebbero semplicemente indicare in anticipo la fermata desiderata, ad esempio attivando la freccia, e il sistema farebbe il resto. Questo approccio garantirebbe maggiore sicurezza, efficienza e sostenibilità.

La possibilità di adattare i tunnel della metro per un uso misto è un’idea che unisce innovazione e pragmatismo. Non si tratta di costruire da zero, ma di sfruttare al meglio le infrastrutture esistenti o in via di realizzazione. Certo, ci sarebbero sfide tecniche ed economiche da affrontare, ma i benefici – in termini di traffico, inquinamento e qualità della vita – sarebbero enormi.

Continua la lettura con: Il futuro di Milano sarà verticale: sotterranea, pedonale, sopraelevata (video)

MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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