Un «nuovo Politecnico» da 68 milioni: come sarà il Polimi del futuro?

Il PoliMi è un'eccellenza milanese in Italia e nel mondo, come potrebbe evolversi nel futuro?

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Credits: Ideogram.AI

Regione Lombardia ha stanziato quasi 30 milioni di euro per finanziare il nuovo campus del Politecnico di Milano, che sarà situato nell’area di Bovisa-Goccia. Oltre agli investimenti della Regione, come evolverà il Politecnico? Ecco 5 idee per il PoliMI del futuro.

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Un «nuovo Politecnico» da 68 milioni: come sarà il Polimi del futuro?

# Il progetto da 68 milioni: un nuovo campus per Bovisa-Goccia:

Il Campus Bovisa visto dall’alto

Il progetto, dal costo complessivo di 68 milioni, rappresenta una pietra miliare per il futuro dell’istituzione milanese e lombarda. Oltre alla costruzione di nuove aule e spazi dedicati all’apprendimento, il progetto avrà un impatto significativo anche sul quartiere Bovisa, con la realizzazione di un parco scientifico e un polo per l’innovazione.

Il nuovo Campus universitario includerà anche la Foresta Urbana, un grande parco che servirà sia gli studenti che la comunità locale, e migliorerà le connessioni con le stazioni di Bovisa e Villapizzone. Questo progetto ambizioso punta a rigenerare l’intero quartiere, promuovendo una sinergia tra università, città e imprese.

Ma come sarà il Politecnico del futuro? Oltre agli investimenti, come potrà evolvere in un ambiente davvero innovativo e stimolante per le prossime generazioni? Ecco 5 idee per il Campus PoliMI del futuro.

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#1 Le aule del futuro: intelligenti, modulari e reattive

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Le aule del futuro potrebbero non essere più statiche, ma spazi modulari che si potrebbero trasformare, in tempo reale, per adattarsi alle esigenze didattiche.

Utilizzando tecnologie innovative, come pareti mobili e pannelli intelligenti, ogni spazio potrebbe cambiare configurazione con pochi clic, consentendo di passare da lezioni frontali a lavori di gruppo o, addirittura, a laboratori pratici in pochi minuti. Questi ambienti dinamici permetterebbero una maggiore flessibilità nella didattica, con ambienti che si adattano sia al numero degli studenti che alla tipologia di lezione.

Immagina una stanza che può espandersi, contrarsi o suddividersi in più sottospazi, grazie a pareti robotizzate, e superfici digitali, che proiettano contenuti didattici interattivi. La realtà aumentata potrebbe, poi, arricchire ulteriormente le lezioni, offrendo schemi tridimensionali dei progetti tecnici o simulazioni virtuali direttamente negli ambienti di apprendimento.

#2 Le residenze del futuro: coliving integrati con natura e quartiere

Credits: Free Pick

Il futuro del Politecnico potrebbe andare oltre la classica concezione del campus, introducendo la formula del coliving sostenibile. Questo modello abitativo potrebbe prevedere spazi condivisi tra gli studenti, i ricercatori e i professori, integrati all’interno del verde urbano, come la Foresta Urbana, già parte del progetto finanziato dalla Regione.

I nuovi edifici potrebbero essere alimentati da fonti di energia rinnovabile e le aree di coliving potrebbero essere costruite con materiali sostenibili, garantendo un basso impatto ambientale e promuovendo l’idea di una comunità universitaria a zero emissioni.

Questi spazi non sarebbero solo dedicati all’abitazione, ma integrerebbero anche laboratori per il lavoro di gruppo, aule studio all’aperto e zone di relax immerse nel verde. Unire vita, studio e innovazione in un ambiente che promuove la sostenibilità potrebbe diventare il modello educativo del futuro.

#3 Sarà un polo di innovazione aperto ai cittadini?

Credits: Ideogram.AI

Un centro universitario non dovrebbe essere chiuso solo agli studenti: il Politecnico del futuro potrebbe aprire i suoi laboratori di innovazione ai cittadini, creando una sorta di polo ingegneristico accessibile per la cittadinanza, le imprese e le start-up. Immagina laboratori aperti, dove cittadini curiosi, inventori indipendenti e imprenditori possono collaborare con studenti e ricercatori, utilizzando tecnologie all’avanguardia come le stampanti 3D e simulatori di realtà virtuale.

Questi spazi potrebbero accelerare l’innovazione cittadina a tutti i livelli, il PoliMi potrebbe diventare non solo una realtà accademica, ma una vera e propria fucina di idee che collega Milano al mondo.

#4 Nel Campus ci saranno aule completamente digitali e internazionali?

Se il futuro del lavoro sarà sempre più ibrido e virtuale, anche il Politecnico potrebbe abbracciare questa rivoluzione con aule in realtà virtuale. Gli studenti potrebbero partecipare a lezioni immersive indossando visori VR che permettono loro di “trovarsi” in ambienti simulati iper-realistici: dalla progettazione della città del futuro al controllo di impianti industriali, fino a esperimenti di fisica in ambienti che sfidano le leggi della gravità.

Questo approccio migliorerebbe notevolmente la qualità dell’insegnamento tecnico, studenti di tutto il mondo potrebbero trovarsi a condividere la stessa aula virtuale, senza mai lasciare il proprio paese.

#5 La biblioteca del futuro: interattiva, personalizzata e “senziente”

Infine, un’ottima novità da introdurre nel Politecnico del futuro, potrebbe essere la “biblioteca senziente”, alimentata da un’intelligenza artificiale in grado di comprendere i bisogni di ciascun studente, offrendo contenuti personalizzati e percorsi di studio su misura. Gli studenti non cercherebbero più semplicemente libri o articoli, ma potrebbero dialogare con una vera e propria IA bibliotecaria, che suggerisce articoli, libri, video, e persino corsi online basati sugli interessi degli studenti e sul loro livello di preparazione.

Questa biblioteca cognitiva potrebbe archiviare non solo le risorse classiche, ma potrebbe essere in grado di integrare gli studi più recenti e le nuove scoperte provenienti da tutto il mondo, aggiornando continuamente i suoi database.

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MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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