L’andamento lento dell’inflazione a Milano: tra le meno colpite in Italia. Eppure è seconda per caro vita

Milano, la capitale economica, si salva dall'inflazione. Ma il costo della vita rimane proibitivo

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Usciti i dati dell’ultima indagine condotta dall’Unione Nazionale Consumatori, basata su dati ISTAT. Milano si posiziona, a sorpresa, al 5° posto tra le città lombarde più colpite dall’inflazione ed è fuori dalla top 10 nazionale.

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L’andamento lento dell’inflazione a Milano: tra le meno colpite in Italia. Eppure è seconda per caro vita

# La classifica dell’inflazione

Contrariamente alle aspettative, Milano non è la città più afflitta dall’aumento dei prezzi. Questo non significa che la vita nel capoluogo meneghino sia economica, anzi, Milano rimane una delle città con il costo della vita più elevato in Italia.

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A livello nazionale, la città che ha subito i rincari maggiori è Bolzano, che ha visto un aumento annuo stimato di 724 euro a famiglia. Siena e Macerata seguono con un rincaro di circa 500 euro, mentre Trento chiude il podio con un aumento di 403 euro.

Sorprendentemente, nessuna città lombarda compare nella top 10 nazionale dei rincari, confermando che l’inflazione ha colpito più duramente altre aree del Paese, in particolare il Nord-Est e alcune regioni del Centro.

In Lombardia, la città più colpita è Lecco, dove il costo medio della vita è aumentato di 341 euro all’anno per una famiglia. Seguono Como, con un incremento di 335 euro, e Bergamo, con 279 euro. Nonostante questi rincari, le percentuali d’inflazione rimangono inferiori rispetto a città come Bolzano e Trento. Lecco ha registrato un aumento dell’1,3%, mentre Bolzano ha toccato un picco del 2,5%.

Milano si posiziona solo al 5° posto in Lombardia con un aumento medio di 229 euro per famiglia, pari a uno 0,8% in più rispetto allo scorso anno. Questo dato colloca la metropoli lombarda alla 41° posizione sulla scala nazionale, un risultato decisamente inaspettato per una città nota per i suoi alti costi.

# Costo della vita a Milano: inflazione moderata, ma spese elevate

Sebbene Milano non sia la città più colpita dall’inflazione, il costo della vita rimane estremamente elevato. I dati confermano che i milanesi continuano a pagare prezzi superiori alla media nazionale per una vasta gamma di beni e servizi, a partire dagli affitti. Milano ha visto un incremento costante dei costi abitativi negli ultimi anni, rendendola una delle città più care d’Italia, nonostante il recente rallentamento dell’inflazione.

Secondo un’analisi del Codacons del 2024, Milano si posiziona al secondo posto in Italia per il costo della vita, subito dopo Aosta. I prezzi degli affitti, dei beni di prima necessità e dei servizi sono tra i più alti del Paese, con monolocali che superano spesso i 900 euro al mese e costi alimentari in costante aumento. Un singolo a Milano, soprattutto nella fascia tra i 18 e i 29 anni, deve affrontare spese superiori del 23% rispetto alle altre aree metropolitane, mentre i salari, pur più alti della media nazionale, non compensano adeguatamente il divario.

# Per vivere a Milano servono 3.000 euro al mese

Credits Kunnasberg-pixabay – Costi energia

Uno studio di Tortuga e Adesso! evidenzia come i giovani milanesi, soprattutto quelli a basso reddito, siano tra le categorie più colpite da questa disparità. Per loro, la soglia di povertà si attesta a 1.175 euro al mese, ben oltre la media nazionale, mentre i salari orari lordi restano in linea o addirittura inferiori rispetto ad altre regioni d’Italia. Questo squilibrio tra redditi e costo della vita rende Milano una città particolarmente ostile per i single e per chi ha difficoltà a far fronte alle spese.

Secondo lo studio, per vivere decorosamente in città è necessario un reddito netto di almeno 1.700-2.000 euro, ma per garantire un certo livello di comfort, la soglia si alza a circa 3.000 euro al mese. Il costo della vita, particolarmente gravoso per affitti e beni di consumo, rende difficile il risparmio, creando un gap tra le aspettative professionali e la realtà economica della città.

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# La Lombardia è spaccata in due: l’inflazione divide Nord e Sud

Tornando all’indagine sul peso dell’inflazione, è evidente una netta differenza tra le province settentrionali e meridionali della Lombardia. Lecco, Como e Bergamo sono le città più colpite dall’inflazione, con aumenti superiori all’1%. Al contrario, città come Pavia e Lodi, situate più a sud, hanno registrato aumenti molto più contenuti. A Pavia, ad esempio, l’incremento annuo è stato di soli 84 euro, pari allo 0,3%, l’inflazione più bassa registrata in Lombardia.

Questa “spaccatura” riflette una tendenza territoriale che vede il nord della regione più vulnerabile agli aumenti, mentre il sud riesce a contenere meglio l’impatto dell’inflazione. Brescia si pone al centro di questa divisione, fungendo da ponte tra le due aree.

Nonostante ciò, Milano rimane un caso unico: mentre le altre città del Nord soffrono di più, il capoluogo lombardo è stato relativamente protetto dall’aumento dei prezzi. Questo, di certo, non riduce la pressione sui cittadini, che devono comunque affrontare un costo della vita tra i più alti del Paese.

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MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.