Palermo e Milano nell’immaginario collettivo sono da sempre due città in forte contrapposizione tra di loro. In effetti sono due culture molto diverse, ma ci sono delle affinità che le legano. Facendo una riflessione più attenta, infatti, e che va oltre i soliti cliché, potremmo riscoprire che le due città hanno delle similitudini forti.
MILANO e PALERMO, gemelle diverse
# Hanno subito un mix di dominazioni e di culture internazionali
Palermo è stata crocevia tra Occidente ed Oriente che l’ha resa un mix unico di generi e di culture. Grazie alle dominazioni che si sono succedute, dai Fenici, ai Greci, agli Arabi, per poi arrivare ai Normanni e terminare con la dominazione Spagnola, Palermo ha costruito la sua peculiare identità culturale. Gli Arabi hanno lasciato in eredità alcuni tra i più importanti monumenti della città: la Zisa, Palazzo Reale e la chiesa della Martorana.
Anche Milano ebbe diverse dominazioni: saccheggiata e devastata nel periodo delle invasioni barbariche, nel 569 fu conquistata dai Longobardi e rimase sotto il loro dominio sino al 774, quando ebbero il sopravvento i Franchi, per poi passare sotto la dominazione spagnola, austriaca, che terminò in un primo momento con l’arrivo di Napoleone, per poi ricominciare con la sua disfatta di Lipsia.
# Ospitano due grandi e celebri teatri d’opera
Il Teatro Massimo Vittorio Emanuele, conosciuto ai più come Teatro Massimo di Palermo è il più grande edificio teatrale lirico d’Italia e uno dei più grandi d’Europa, terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l’Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Alla sua apertura suscitò le invidie di molti per le sue dimensioni e monumentalità. Di gusto neoclassico-eclettico, sorge sulle aree di risulta della chiesa delle Stimmate e del Monastero di San Giuliano, i quali vennero in seguito demoliti per fare spazio alla grandiosa costruzione.
Il Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala, semplicemente noto come Teatro alla Scala, è il principale teatro d’opera di Milano. Considerato tra i più prestigiosi teatri al mondo, ospita da 243 anni i principali artisti nel campo internazionale dell’opera, del balletto e della musica classica. L’edificio sorse sulle ceneri del precedente teatro Ducale distrutto da un incendio nel 1776 e deve il nome alla chiesa di Santa Maria alla Scala, demolita per fare posto al teatro inaugurato il 3 Agosto del 1778.
# L’Orto botanico di Palermo e quello di Brera: due splendidi polmoni verdi
L’Orto botanico di Palermo è un’istituzione dell’Università degli Studi aperta al pubblico. La sua origine risale al 1779, anno in cui a Palermo sorse l’attuale Università nella quale, istituita la cattedra di Botanica e Materia medica, si ottenne di usufruire di un’area circostante per insediarvi un piccolo orto dove piantare colture ”semplici”, ovvero piante medicinali utile agli insegnamenti. Ben presto questo orto accademico si rivelò insufficiente alle necessità del tempo, così nel 1786, si decise di trasferirlo in una sede più ampia tale da consentire l’impianto di un orto più all’avanguardia rispetto a quello finora esistente. Troviamo moltissime specie di piante e molte di quelle esotiche, di origine prevalentemente sudafricana, australiana e sudamericana, trovano ospitalità nelle collezioni in vaso in piena aria e in varie serre, una delle quali fu donata dalla regina Maria Carolina di Borbone, grande sostenitrice dell’orto.
Ancora una volta continuiamo a trovare le famose affinità fra le due città. La creazione dell’orto botanico di Milano, avvenne nel 1774 dopo lo scioglimento dell’Ordine dei Gesuiti e il passaggio del loro Collegio in mano pubblica. Anche in questo caso si privilegiò l’aspetto didattico e informativo rispetto alla volontà di ostentare specie rare o esotiche particolarmente attrattive per chi avesse voluto visitarle. Poiché nello spazio dove sorgerà l’orto botanico erano cresciute piante molto alte, che ombreggiavano il terreno e rendevano difficile la coltivazione di altre specie, e a causa del fatto che lo spazio era circondato da alte mura ed edifici che rendevano difficile la sua trasformazione, il progetto dell’Orto comportò l’eliminazione degli alberi esistenti, l’innalzamento del livello con nuova terra e la costruzione della serra. In ragione delle sue finalità rivolte alla promozione dell’agricoltura e delle arti non erano previste piante esotiche. Attualmente l’Orto botanico di Brera, è un Museo universitario con la finalità di salvaguardare un bene storico come testimonianza del modello culturale in vigore nella seconda metà del settecento.
# L’opera dei Pupi e le Marionette di Colla
L’opera dei pupi è un teatro delle marionette tipico della tradizione siciliana. I pupari utilizzano questi personaggi per rappresentare storie tratte dalla letteratura epico-cavalleresca di origine medievale. Le marionette del Settecento venivano animate dall’alto per mezzo di una sottile asta metallica collegata alla testa attraverso uno snodo e per mezzo di più fili, che consentivano i movimenti delle braccia e delle gambe. Ancora oggi sopravvivono alcuni pupari che cercano di mantenere viva la tradizione, alcuni proponendo rappresentazioni per turisti altri attraverso una vera e propria rassegna teatrale.
Ed ecco qui un’altra affinità con Milano, infatti la compagnia Carlo Colla e figli di Milano è la più grande e antica compagnia di marionette esistenti al mondo, attiva da più di due secoli. Il ricco commerciante Gianbattista Colla, infatti, alla fine del Settecento, adibisce per divertimento una delle sale del suo palazzo di Milano a teatro delle marionette. All’inizio dell’Ottocento, a causa di alcune vicissitudini, i Colla furono costretti a lasciare la città e gli spettacoli di marionette diventano l’attività della famiglia. Alla morte di Giovanbattista, i figli fondarono tre diverse compagnie e nacque cosi la compagnia marionettistica Carlo Colla e figli.
# Tra una fetta di cassata e una di panettone
Arrivando a Palermo non possiamo fare a meno di rimanere incantati dalla varietà e dalla bontà dei suoi dolci tanti e tali sono quelli che la rendono famosa nel mondo. Sicuramente al primo posto troviamo la cassata, un dolce tradizionale a base di ricotta zuccherata, pan di spagna, pasta reale e frutta candita. Un dolce buonissimo al palato ma anche molto bello da vedere, con i suoi colori rispecchia in fondo, il calore e la solarità dell’isola. Esistono più varietà di cassate: quella catanese, la trapanese, la nissena e la siracusana. A Palermo però è ancora molto usata la prima versione di questa torta di ricotta, denominata cassata al forno, priva di canditi e di pasta reale. E’ un involucro di pasta frolla che contiene all’interno la crema di ricotta di pecora zuccherata e gocce di cioccolato fondente, una delizia per il palato!
A Milano, invece, il dolce per eccellenza è il panettone, che oltre ad essere conosciuto in tutto il mondo e dalla grande bontà, vanta due leggende circa la sua nascita. La prima pare sia legata ad un amore, nato tra un falconiere e la figlia di un fornaio. Costui, innamorato della ragazza, si fece assumere dal padre di lei come garzone e per incrementare le vendite provò a inventare questo dolce fatto di farina, uova, burro, miele e uva sultanina. Il dolce riscosse talmente tanto successo che tutti lo vollero assaggiare, divenendo cosi il dolce milanese per eccellenza. L’altra leggenda invece racconta di un cuoco incaricato di preparare un sontuoso pranzo di Natale a cui erano stato invitati molti nobili del circondario. Narra la leggenda che il cuoco, dimenticatosi per errore del dolce in forno, lo fece bruciare. Vista la disperazione di quest’ultimo, un piccolo sguattero di nome Toni gli propose di portare in tavola il dolce che aveva preparato quella mattina, fatto di farina, burro, uova, scorza di cedro e qualche uvetta. Il dolce riscosse un incredibile successo, da far sembrare che il nome “panettone” derivasse dal nome del piccolo garzone, Toni (da qui il Pane di Toni, quindi Panettone).
# Milano e Palermo, accomunate dalla nobiltà d’animo dei loro cittadini
Ci siamo soffermati a parlare delle affinità “materiali” che legano le due città. Ma adesso voglio mettere in luce quelle che, a parer mio, sono le similitudini che ancora una volta troviamo in esse e voglio farlo parlando della nobiltà d’animo dei loro cittadini, che, ne sono certa, le accomuna seppur in modi differenti.
Palermo: generosa, passionale, ospitale, città che raramente ti fa sentire sola e questo tu lo avverti sin dal primo istante che la vivi, ti senti avvolto dall’amore dei suoi abitanti, anche a dispetto di quello che talvolta si sente dire da chi non conosce la città e la bella anima dei suoi cittadini. Chiunque sia stato a Palermo, non ha potuto fare a meno di notare la sensazione di sentirsi a casa pur non essendo la propria.
Oggigiorno purtroppo, la parola nobiltà, intesa come nobiltà d’animo, si è un po’ svuotata del suo significato vero. Essa non ha nulla a che vedere con la ricchezza economica o con lo status sociale, attiene ad una condizione che riguarda l’essenza vera dell’essere umano e in questo Palermo ha un vero e proprio primato. Palermo è storia, cultura, aggregazione e tanto altro.
Milano, altra città, seppure in maniera diversa, ospitale e accogliente. Questo è un aspetto che pochi valutano: abbiamo mai pensato a quante persone si sono riversate qui per motivi differenti? Una moltitudine etnica che la rende, senza ombra di dubbio, la città più variegata e multietnica d’Italia. Pensiamo a quanta gente senza grosse pregresse speranze, qui ha potuto costruire un “futuro”, quel futuro che spesso, non si è trovato nella città d’origine. Nobiltà d’animo è anche questa: dare una possibilità, integrare in forme diverse, accogliere chiunque “ha voglia di fare”.
“Per capire Milano bisogna tuffarvisi dentro. Tuffarvisi, non guardarla come un’opera d’arte.” (Guido Piovene)
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FABIANA CRIVELLO
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