Milano vanta diversi primati: dal design alla moda, dal calcio alle fiere. Tra i tanti che rendono famosa la nostra città in tutto il mondo, ci potrebbe presto essere il titolo di capitale della cannabis.
MILANO progetto PILOTA della CANNABIS?
# Una battaglia che prosegue da decenni
Si sa, il dibattito sulla legalizzazione dell’erba dalla piacevole essenza aromatica e dai molteplici effetti benefici va avanti da tempo. Sono anni che la battaglia per il suo libero consumo e la sua libera commercializzazione si trascina tra infiammati dibattiti in trasmissioni televisive e aule parlamentari. Come non ricordare il combattivo Marco Pannella che sul tema ne fece una vera e propria crociata trovandosi, come spesso gli accadeva, decenni più avanti rispetto al paese.
# Ha origini molto antiche
La pianta originaria dell’Asia centrale, considerata sacra per la gente hindu, era indicata in sanscrito con i termini bhanga, vijaya e ganjika; in hindi, con un termine checi è un po’ più familiare, ganja. Il suo utilizzo risale alla notte dei tempi e la sua lunga storia è testimoniata dal ritrovamento all’interno di una grotta in Romania di alcuni semi fossilizzati appartenenti al periodo del Neolitico.
La cannabis ha, da sempre, diversi settori di utilizzo in campo medico, cosmetico e tessile ma ad alcuni potrebbe interessare maggiormente l’aspetto ludico-ricreativo di quest’erba. La sua liberalizzazione pare sia una ormai una scelta ineluttabile. Gli effetti positivi di questa “rivoluzione” sono chiari a tutti.
# Cosa succederebbe se venisse legalizzata
Si avrebbe la possibilità di consumare un prodotto sicuro, affidabile e non più trasportato, conservato o venduto senza rispettare le misure igienico sanitarie, così come la possibilità finalmente di alleggerire le forze dell’ordine e la magistratura da una mole di lavoro enorme per reati connessi al suo consumo. dedicandosi così a ben altre attività che sono vere e proprie emergenze.
La cannabis darebbe anche una spinta notevole all’economia facendo emergere un consumo che di fatto è già libero ma formalmente vietato che sfugge così ad ogni tipo di tassazione, arricchendo solo le varie organizzazioni criminali.
# La proposta dell’Oktoberfest dell’erba
Presto ci sarà un referendum. Perché, dunque, non proporre Milano, la città socialmente e culturalmente più avanzata d’Italia per un progetto pilota, al fine di sperimentare la legalizzazione per poi attuarla in tutto il paese? Magari in una determinata area della città, in appositi spazi, in precisi orari o una sorta di Oktoberfest dell’erba anziché della birra.
D’altronde, in Olanda il consumo di questi prodotti nei coffee shop dedicati esiste da decenni. Loro ci hanno rubato la sede dell’EMA, l’autorità europea del farmaco, e così noi potremmo copiarli sulla strada del libero consumo con un grande ritorno economico.
# Ora tocca all’Italia, iniziando da Milano
Se la totale legalizzazione esiste in pochi paesi oltre a quello dei tulipani (cinque stati degli USA -Colorado, Alaska, Washington, Oregon, distretto di Columbia- Uruguay e Bangladesh), sono diversi quelli dove il suo consumo è depenalizzato e sostanzialmente tollerato solo se di uso personale come la Spagna, il Portogallo, la Svizzera e l’Austria.
Perfino il ricco e sonnacchioso Lussemburgo, noto per i fiorenti conti bancari depositati e per essere sede di alcune importanti istituzioni della UE, ha appena approvato la libera coltivazione e il consumo in casa.
Finiamola con quest’atteggiamento ipocrita del “so che lo fai basta che non ti veda” permettendo però il consumo di alcol e tabacco ben più dannosi. Portiamo avanti da Milano questa rivoluzione ecologica che ora pare essere molto attuale.
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ANDREA URBANO
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