7 cose che si facevano a Milano e che… ora non si fanno più!

Cose che ha fatto chi è nato prima degli anni novanta

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Ph. @tiricordiquesto IG

Con il senno di oggi sembrano roba da fantascienza. Foto cover: @tiricordiquesto IG

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7 cose che si facevano a Milano e che… ora non si fanno più!

# Nel pomeriggio… le Varesine

Credits: pinteresti.it
le Varesine

Ufficialmente datate 1973, anche se alcuni giostrai già lavoravano nell’area ma senza potervi stare in modo permanente, le Varesine sono state il punto di ritrovo per molti giovani che volevano calarsi in un’atmosfera simile a quella più famosa di Coney Island, diventata leggendaria grazie al finale del film The Warriors. Una serie di giostre sempre più degradate e al limite del fanciullesco, ma che permettevano di cambiare la routine fatta di pomeriggi in discoteca o a pattinare sul ghiaccio.

Chiusero le attività con nessun incidente particolare ed è quasi un miracolo, dato lo stato delle giostre nel quale versavano gli ultimi anni. Il fascino decadente e quasi di zona malfamata valsero alle Varesine numerosi set cinematografici, specie per il genere poliziesco anni ’70-80 che tanto piacque anche ad un genio come Tarantino. Nel 1998 cessano qualunque attività, per poi lasciare spazio ad uno dei quartieri più cool d’Italia.

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# Andare a ballare di sabato pomeriggio

Credits: zero.eu
Ballare il pomeriggio

Difficile datare scientificamente la nascita delle prime discoteche aperte il pomeriggio, ma certo è che il fenomeno esplose nella seconda metà degli anni ’70, facendo la gioia di un paio di generazioni di milanesi e di alcuni gestori di locali che registravano il tutto esaurito anche nei pomeriggi di apertura. Ogni quartiere aveva i suoi locali e per ognuno c’era una particolarità che lo distingueva dagli altri: generi musicali, abbigliamento, fascia d’età, tendenza, tutto faceva un locale diverso dagli altri. Dal Biberon ai Tre Ponti allo Shocking sotto l’ex Teatro Smeraldo, al Primadonna, al Divina, decine di discoteche aprivano, selezionavano più o meno la clientela e poi tutti a ballare.

A volte si aspettava il giro dei lenti per regalarsi qualche emozione o un bel due di picche, ma faceva parte del gioco. Verso sera, tutti a casa dopo un panino volante e orecchie fischianti per il volume sempre troppo alto. La moda è scemata con le nuove generazioni che hanno potuto godere di locali diversi e forse più libertà nell’uscire prima alla sera, togliendo tutto quel fascino che avevano quei locali, molti dei quali veri e propri scantinati, dove si ascoltavano rock o i Duran Duran e gli Wham. In attesa dei lenti…

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# Tutti in piazza per TRL-MTV

Credits: sikiproduction.it
TRL-Mtv

Dal 1999 al 2010 il programma itinerante ha visto come principale sede Piazza del Duomo a Milano. Dal balcone situato sul lato destro della Galleria Vittorio Emanuele, lato Duomo, si attendevano le star del momento che si affacciavano per la gioia dei fan che stazionavano per ore in attesa dei loro beniamini. Alessandro Cattelan, Giorgia Surina, Marco Maccarini, Carolina di Domenico e Federico Russo hanno accompagnato, preso per mano e intervistato decine e decine di star internazionali che, proprio grazie a MTV, sono passate da quel balcone. Dalle 15 alle 16 la piazza era gremita di ragazzi, mentre un pubblico decisamente più numeroso si collegava da casa col proprio televisione per lo spettacolo di rito.

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# Le sale giochi

Credits: glianni80.com
sale giochi anni ’80

Ben diverse da quelle attuali che mettono in difficoltà intere famiglie per colpa della ludopatia, le sale giochi anni ’70-90 erano il fulcro di alcuni quartieri periferici, dove i ragazzi si riversavano per sfide interminabili con gli intramontabili giochi quali calcio-balilla o flipper e affiancati dai vari giochi elettronici. Visti adesso, con quella grafica dozzinale, sembrano uno scherzo fatto da qualche buontempone, ma una volta erano il massimo per chi voleva mostrare, non muscoli, ma una classe cristallina nel saper gestire pulsanti e levette direzionali.

Da Space Invaders a Pack-Man, da Firefox a tutti gli altri giochi allora fantascientifici. Bastava avere cento lire, poi duecento, poi i gettoni e da li a salire con il prezzo, per accaparrarsi da qualche minuto a mezzo pomeriggio in base alla bravura del giocatore. Le sale più organizzate avevano un tabellone dove segnavano il record del giorno, settimana, mese e anno. E, alla fine, i migliori riscuotevano successo e qualche bevuta, unico azzardo che si compiva in quelle sale.

# Il Palaghiaccio in via Piranesi


Palazzo di ghiaccio via Piranesi

In questo palazzo stile Liberty, ora riconvertito a spazio polifunzionali e per fortuna salvato dall’abbattimento, hanno potuto allenarsi e giocare i Diavoli Milano e una meravigliosa Matilde Ciccia che per anni è stata la stella del nostro pattinaggio artistico. Dopo l’ingresso i più fortunati si dirigevano nello standone del cambio con i propri pattini, mentre per i più c’era il rituale che prevedeva l’affitto dei pattini, generalmente stra consumati e privi di lamine, con i quali si doveva convivere per qualche ora.

Nella bolgia presente ci si divertiva a pattinare, cercare di frenare in derapata e si consumava la mitica cioccolata calda al bar. Cessata l’attività sportiva nel 2002, è ora sede di eventi ed esposizioni; ma chi ha avuto la fortuna di indossare i pattini in quella struttura non potrà fare a meno, una volta entrato, di ricordare qualche evoluzione, qualche caduta e qualche passo incrociato finalmente ben eseguito.

# Le domeniche allo zoo

Credits: Giampy Cas pinterest.com

Un grande passo verso la civiltà, un obbligo nel confronto degli animali. Ma va da sé che per decenni lo Zoo dei Giardini Montanelli ha richiamato orde di bambini e non alla ricerca di qualcosa di esotico. L’elefante e l’ippopotamo accoglievano i visitatori che proseguivano la visita tra scimmie, orsi e due splendide tigri. Lo spettacolo, col senno del poi deprimente, permetteva ai più piccoli di sentirsi immersi in un’atmosfera salariata, mentre per i poveri animali era una sofferenza indicibile. Per fortuna smantellato è comunque possibile vedere alcune gabbie, fortunatamente vuote, nel parco, lato verso via Manin.

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# La sera al Palatenda

Credits: wikipedia.org
Concerto di Vasco Rossi al Palatenda

Noto come PalaTrussardi, PalaVobis, PalaTucker, MazdaPalace, la struttura venne eretta per creare uno spazio adatto a concerti ed eventi sportivi. Da quel momento memorabili concerti, eventi sportivi anche estremi come le gare indoor di motocross, l’Olimpia Milano o le esibizioni di Wrestling hanno riempito gli spalti. Con fortune alterne, ha vissuto un primo periodo fino al 1986 quando venne ricostruito, pare sempre abusivamente, fino al 2011 quando ha cessato ogni attività.

Oggi giganteggia nell’area come un fantasma in attesa di una riconversione. Ma le note di di Pino Daniele e Joe Cocker riecheggiano ancora nella struttura che ha permesso a grandi artisti di rendersi immortali, almeno per chi ha varcato i cancelli della struttura e assistito ai loro concerti. Per fortuna, molte delle star qui esibitesi sono ancora in buona salute al contrario della struttura che certamente ha bisogno di cure.

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ROBERTO BINAGHI

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Roberto Binaghi
Nato a Milano il 25 agosto 1965. Sin da bambino frequento l’azienda di famiglia (allora una tipografia, ora azienda di comunicazione e stampa) dove entrerò ufficialmente a 17 anni. Diplomato Geometra all’Istituto Cattaneo a 27 anni e dopo aver abbandonato gli studi grafici a 17, mi iscrivo a Scienze Politiche ma lascio definitivamente 2 anni dopo per dedicare il mio tempo libero alla famiglia e allo sport. Sono padre di Matteo, 21 anni, e Luca, 19 anni. Sono stato accanito lettore di quotidiani e libri storico-politici, ho frequentato gruppi politici e di imprenditori senza mai tesserarmi, per anni ho seguito la situazione politica italiana collaborando anche con L’Indipendente allora diretto da Vittorio Feltri e Pialuisa Bianco (1992-1994). Per questioni di cuore ho iniziato a seguire il mondo del basket dilettantistico ricoprendo il ruolo di dirigente della società Ebro per oltre 10 anni e della Bocconi Basket FIP dal settembre 2019 (ruolo che ricoprirò anche per la prossima stagione). Nel corso degli anni ho contribuito allo sviluppo di alcune start-up e seguito alcuni progetti di mia ideazione che hanno come obiettivo la rivalutazione del patrimonio meneghino oltre che un chiaro interesse sociale.

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