Era un grande classico, soprattutto nei mesi più caldi. Una birretta al Rattazzo che si beveva in piazza Vetra, nel verde del Parco delle Basiliche o nei pressi di corso di Porta Ticinese.
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Birra e polpette al Rattazzo: la stagione gloriosa del «bar più famoso di Milano»
# «Comunichiamo che il Bar Rattazzo non riaprirà definitivamente, mai più»

Iniziamo dalla fine. Maggio 2020. Milano è rimasta scassata dalle ordinanze anti Covid. Molti i locali che non hanno più riaperto i battenti. Tra quelli anche un luogo storico, definito il «bar più famoso di Milano». Il Rattazzo di Piazza Vetra, il luogo dove ci si dava appuntamento fin dagli anni Sessanta.
«Comunichiamo che il Bar Rattazzo non riaprirà definitivamente, mai più. Il Covid-19 con le chiusure e le ordinanze non ci consente più di ripartire». Questo lo scarno annuncio pubblicato nel maggio 2020. Mentre l’Italia piano piano riapriva, lo storico locale comunicava la sua chiusura definitiva. Una grande disdetta. Anche perché il Rattazzo si apprestava a festeggiare i 60 anni di attività.
# Una birretta al Rattazzo?

Tutto era iniziato nel 1961, quando lo storico fondatore, Piero Rattazzo, aveva aperto in Porta Ticinese. Strategica la posizione: dirimpetto Piazza Vetra con i suoi spazi verdi nel cuore di Milano. La posizione lo aveva reso un’avanguardia della movida serale, prima ancora che questa brutta parola si diffondesse dalle nostre parti. Era un classico dei giovani di ogni generazione: darsi appuntamento al Rattazzo di sera, per bere una birra e mangiare una polpetta mentre si stava in gruppo a parlare in piedi o accovacciati sull’erba del parco.
# “Il santo patrono della gioventù”

Negli anni Settanta aveva preso anche una connotazione politica: era il locale degli studenti di sinistra anche perché nella stessa strada, via Vetere, si trovava la sede di Avanguardia Operaia. Anno dopo anno divenne un mito: nel 2016, la BBC inglese lo definì “il santo patrono della gioventù”. Un bar che malgrado i tempi che cambiavano continuava a rispecchiare l’anima popolare del Ticinese con l’aria da vecchia Milano.
In realtà la fine è arrivata prima della chiusura: a dicembre 2019 Piero è venuto a mancare. I figli hanno provato a portare avanti il progetto ma non hanno avuto fortuna: anche perché dopo un paio di mesi dalla scomparsa del padre è arrivata la mazzata del Covid e del lockdown da cui le saracinesche non sono più riuscite a sollevarsi. Resterà nei ricordi di quasi tutti i milanesi quel sapore unico che hanno le polpette e la birra gustate in compagnia una sera d’estate.
Continua la lettura: I locali mitici della Milano del passato
ANDREA ZOPPOLATO
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