I Bocconi, d’Annunzio e l’incendio: i tre ingredienti che hanno generato i più famosi
grandi magazzini di Milano. Forse d’Italia.
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I primi Grandi Magazzini d’Italia furono in Porta Nuova: una storia ancora viva a Milano
# Lo straordinario boom degli abiti da uomo
4 giugno 1865. In via Santa Radegonda i fratelli Luigi e Ferdinando Bocconi avviano la loro prima bottega: vendono stoffe e confezioni. Il successo della bottega e dei suoi abiti è così dirompente che nel 1877 i fratelli Bocconi arrivano a inaugurare il primo grande magazzino d’Italia: Aux Villes d’Italie, ispirato al Le Bon Marchè di Aristide Boucicaut, reso celebre da Emile Zola.
# I Magazzini finiscono in cenere: la reazione di Borletti in vero spirito milanese
Nel 1917 i Magazzini Bocconi vengono venduti a Senatore Borletti, imprenditore e politico che ha sostenuto l’entrata dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Borletti impone una nuova accelerazione ai Magazzini con un cambio di nome e di sede. Il nome è frutto dell’intuizione di una delle menti più geniali del tempo: la Rinascente.
Ma partiamo dalla nuova sede. Borletti apre al pubblico nello stabile di piazza del Duomo in cui i grandi magazzini sono rimasti fino ai giorni nostri. A pochi giorni dall’inaugurazione, però, l’edificio viene distrutto.
Era il 25 dicembre 1918. Proprio il giorno di Natale. Forse un corto circuito innesca un incendio che riduce in cenere l’edificio, che era stato inaugurato appena due settimane prima nel giorno di Sant’Ambrogio.
Sembra il colpo del KO ma Borletti ha una reazione che incarna la massima espressione di milanesità: “La Rinascente è bruciata, domani ricominciamo!” esclama Borletti sotto lo sguardo attonito dei parenti.
Con l’aiuto dei prestiti delle banche, Borletti si impegna a ricostruire l’edificio: la
nuova inaugurazione ha luogo oltre due anni dopo: il 23 marzo 1921. Da quel momento nulla potrà più arrestare la sua marcia trionfale. Ma torniamo all’altra grande trovata di Borletti: il cambio di nome.
# L’estro profetico di D’Annunzio
“Rinascente”? A inventare la nuova denominazione è stato Gabriele d’Annunzio, incaricato da Borletti, che lo ricompenserà con 30 lire in monete d’oro.
D’Annunzio scelse questo nome come “semplice, chiaro e opportuno” e perchè
indicava l’azione del rinascere come se fosse continua. Un presagio di quello accaduto dopo l’incendio e nel secolo a venire.
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ANDREA PARRINO
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