I fantasmi di Arcore

Resa celebre dal "Bunga Bunga", pochi sanno che la villa dove viveva Berlusconi è collegata a una delle storie più tragiche e scioccanti delle cronache italiane

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E’ diventata celebre nel mondo come la villa del “Bunga Bunga”. Il suo nome è Villa San Martino e si trova ad Arcore. E’ diventata il regno di Silvio Berlusconi. Pochi sanno che la villa è collegata a una delle storie più tragiche e scioccanti delle cronache italiane. 

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I fantasmi di Arcore

E pensare che in origine era un monastero benedettino, poi riconvertito finchè divenne proprietà dalla famiglia dei marchesi Casati Stampa nel XVIII secolo. Dopo diversi passaggi generazionali la villa finì nel patrimonio di Camillo II Casati Stampa di Soncino. L’uomo entrato nella storia per il delitto Casati Stampa.

Il delitto Casati Stampa

Camillo Casati non era solo ricco e discendente di una delle più nobili famiglie milanesi. Era un gran sporcaccione. Fin dal viaggio di nozze Camillo Casati aveva svelato i suoi gusti sessuali: spingere la moglie a intrattenere rapporti sessuali sotto il suo sguardo con giovani di bell’aspetto da lui stesso scelti e pagati.

Questo affollato menage andò avanti per oltre un decennio finché nel 1970 la moglie iniziò ad affezionarsi un po’ troppo a uno di quei giovanotti pagati dal marito, Massimo Minorenti, uno studente fuori corso di scienze politiche con fama di picchiatore missino.  «…è la prima volta che mia moglie mi tradisce con il cuore», rivelò Casati ai suoi amici.

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Questa cosa fece andare via di testa definitivamente Camillo Casati che, a fine agosto 1970 durante una battuta di caccia in Veneto nella tenuta dei conti Marzotto, chiamò la moglie a Roma e si sentì rispondere dal Minorenti.  Casati che già schiumava per la gelosia si precipitò a Roma nella sua casa di via Puccini al numero 9.

I due amanti erano nel salotto. Casati sparò tre colpi alla moglie e due all’amante, che aveva afferrato un tavolino per proteggersi. L’ultimo colpo lo usò contro se stesso. 

lui, lei, l'altro: i tre protagonisti del delitto casati stampa
lui, lei, l’altro: i tre protagonisti del delitto casati stampa

Lo zampino di Previti

Alla sua morte le sue proprietà, tra cui la villa di Arcore, passarono alla figlia Anna Maria, avuta dalla prima moglie. Ma nel suo testamento aveva disposto di lasciare tutti i suoi possedimenti alla moglie Anna Fallarino. Pertanto, la successione universale di quest’ultima fu contestata dalla famiglia Fallarino, che si affidò all’avvocato Cesare Previti. Tra l’altro, l’erede universale era ancora minorenne e anche per sottrarsi al polverone del tragico delitto si trasferì in Sudamerica. Un casino.

Dal 1974 la villa di Arcore divenne la residenza di Silvio Berlusconi, tra i sospetti che la vicinanza con Previti gli abbia consentito di aggiudicarsela a condizioni di favore, 500 milioni di lire, oggi sarebbero circa 250mila euro, senza però considerare l’inflazione.

L’esorcismo di Padre Amorth

Nel corso degli anni la villa è emersa spesso in cronache dai contorni fumosi, dalla presenza come stalliere del mafioso Vittorio Mangano alle “serate eleganti” del Bunga Bunga. 

Ma soprattutto si è alimentata negli anni la leggenda della presenza in villa del fantasma di Anna Casati Stampa, tanto che padre Amorth eseguì un esorcismo per scacciare dalla villa presenze diaboliche.

Non si sa se l’esorcismo abbia avuto effetto. Quello che si dice è che dei vecchi proprietari rimane un quadro impressionante della Casati Stampa in una stanza secondaria. Dove l’unico a riuscire a dormire pare fosse lo scomparso Niccolò Ghedini.

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