Squisitezza d’animo, innata affabilità e una reciproca simpatia con gli ambrosiani. Sono solo alcune delle qualità del principe Umberto che fecero chiudere un occhio ai milanesi intransigenti quando, durante i soggiorni a Milano, il principe organizzava serate mondane all’insegna di musica, danze e tanto, tanto alcol.
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Le feste sfrenate del principe a Milano
# Il ballo a Villa Reale
Era il 29 gennaio del 1863. Il principe Umberto organizzò uno sfarzoso ballo nella sontuosa Villa Reale di Via Palestro, che oggi ospita la Galleria d’Arte Moderna. Colonne scanalate con capitelli dorati, teste femminili che sostengono una volta a cassettoni e rosoni, ricchi arredi e un affascinante giardino “all’inglese” accolsero gli invitati alla festa. Le danze si protrassero fino a notte fonda nel lusso più sfrenato e (solo) alle 6 del mattino, quando tutti gli ospiti si furono congedati, il principe pensò bene di montare a cavallo, imboccare lo stradone di Loreto, oggi Corso Buenos Aires, e recarsi a Monza, dove lo avrebbe atteso una battuta di caccia, suo passatempo preferito.
# Il Carnevalone
Non passò neanche un mese che il principe Umberto, ancora 18enne, prese parte al carnevalone ambrosiano. Non solo. Per l’occasione indossò il costume da cacciatore e partecipò al corso dei carri mascherati, il suo era quello dello Spirito Folletto, uno dei più apprezzati dalla folla in delirio. Gli furono lanciate da finestre e balconi di corso Venezia e Vittorio Emanuele fiori, stelle filanti, coriandoli, confetti, gettoni… inutile dirlo, il principe apprezzò molto.
# Il torneo ippico alla Scala
Poco più di un anno dopo, ecco che Principe Umberto ricomparve a Milano in occasione del magnifico torneo ippico Italia-Savoia che si svolse alla Scala. La platea del teatro fu sgombrata dalle sedie e recintata da un grande steccato entro cui i cavalieri, divisi in tre squadre, diedero spettacolo sbizzarrendosi in avventate evoluzioni e giochi di destrezza. Scontato sottolineare la felicità delle elegantissime dame che guardavano lo spettacolo dai palchi. L’esilarante carosello si concluse con una quadriglia che, capeggiata da un cavaliere in costume cinquecentesco, radunò tutti i partecipanti all’esibizione e tutti insieme in coro inneggiarono al principe che aveva assistito allo spettacolo dal palco reale.
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LETIZIA DEHÒ
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