Il TRENINO della LUCE nella GALLERIA di Milano

Ne rimangono solo tre esemplari. Il suo arrivo era uno spettacolo

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Credits milanosparitaedaricordare FB - Galleria con lampadari

Ne rimangono solo tre esemplari. A cosa serviva e come funzionava.

Il TRENINO della LUCE nella GALLERIA di Milano

# Il lampadario della Galleria Vittorio Emanuele

Credits milanosparitaedaricordare FB – Galleria in costruzione

La Galleria Vittorio Emanuele II ha inaugurato il 5 settembre 1867 e fin dal primo giorno fu illuminata. Il progettista, Arch. Mengoni, pensò infatti di fornirla di adeguata illuminazione serale, nonostante a quell’epoca l’illuminazione pubblica era data da lampioni a gas. Non potendo installare lampioni a 50 metri d’altezza, la cupola è alta 47, che avrebbero dovuto accendere manualmente da un operaio detto “el làmpedee” inerpicandosi su una pertica come per quelli lungo le strade della città, fu scelta un’altra soluzione.

Credits Andrea Cherchi – Tetto Galleria e Duomo

Fu costruita una tubazione con un centinaio di ugelli e un binario attorno a tutta la circonferenza della cupola percorso da un trenino che al passaggio accendeva questo particolare lampadario cittadino.

# Lo spettacolo del “topolino” su rotaia che accendeva il lampadario

Credits storiemeneghine.it – El Rattin

Si trattava di un originale meccanismo a molla in dotazione della Galleria con in coda una fiammella a spirito che al contatto con il gas dava vita alla luce attorno alla cupola. Ogni sera al tramonto l’Ottagono si affollava di milanesi pronti a godersi lo spettacolo, annunciato da alcuni fischi, della veloce corsa di questo trenino che osservandolo dal basso sembrava un topolino, per questo venne chiamato “el rattin“. Per evitare un eccessivo accumulo di gas sotto la cupola, che avrebbe potuto causare facilmente un’esplosione, la corsa del congegno doveva essere rapida e sicura.

# Lo stop con l’arrivo dell’energia elettrica

nel riquadro la prima centrale elettrica d'Europa
nel riquadro la prima centrale elettrica d’Europa

“El rattin” rimase in funzione per circa 20 anni, fino al 1885, quando a Milano arrivò l’energia elettrica in seguito alla costruzione della centrale termoelettrica di Via Santa Redegonda, la prima in Europa e la seconda al mondo dopo quella di New York.

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Credits milanosparitaedaricordare FB – Galleria con lampadari

Oggi di questi trenini ne rimangono tre esemplari esposti in tre musei milanesi: il Museo del Risorgimento, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia e il Museo dell’AEM.

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.