La vita nella Milano di inizio Ottocento: immagini e curiosità

Com'era Milano 200 anni fa

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Veduta della Corsia dei Servi, di Angelo Inganni, 1850 circa

La Pagina Milano Scomparsa, grazie a una serie di quadri dell’Ottocento, ci aiuta a scoprire come era Milano a quell’epoca nei luoghi più conosciuti. Piazza del Duomo aveva ancora la forma precedente ed erano presenti gli antichi isolati del Rebecchino e del Portico dei Figini. Il Verziere di Porta Tosa è invece scomparso. Ecco come era la nostra città 200 anni fa.

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La vita nella Milano di inizio Ottocento: immagini e curiosità

# Il Duomo di Milano

Una cosa che accomuna quasi tutti i dipinti presi in considerazione, eccetto quello di Carlo Canella del 1860, è il colore arancione o blu dei tendoni dei negozi e dei balconi. A tinta unita o con righe bianche e con foggia e taglio simile. Nonostante fosse il periodo della dominazione austriaca i tendoni non erano di colore bianco o grigio come quelli visibili nei dipinti di Vienna, allora capitale dell’Impero Asburgico. Solo dagli anni Trenta e Quaranta in poi a Milano si diffusero tende e tendoni verdi diventati poi una caratteristica della città. 

Piazza del Duomo di Carlo Bossoli, 1848

In questo dipinto si può notare un negozio che riporta nell’insegna la scritta “chincaglieria”. Alcuni esempi pare siano sopravvissuti fino all’ultima decade del ‘900. Questo il commento di Gianantonio Conzadori sotto il post della pagina Fb: “Chincaglieria è un’insegna che ho visto fino ai primi anni novanta, anche in periferia.”

# Il Teatro alla Scala

La facciata del Teatro alla Scala, di Angelo Inganni, 1852

Anche in questo dipinto che rappresenta il Teatro alla Scala si può notare il colore dei tendoni. Ancora non c’è la piazza antistante la stretta contrada della Scala con diversi edifici, tra cui il palazzetto in cui aveva sede lo storico Caffè Martini, tutti demoliti per fare spazio nel 1858 all’attuale Piazza della Scala.

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# Corso di Porta Romana con ponte e statua di San Giovanni Nepomuceno

Corso di Porta Romana al ponte sul Naviglio, di Natale Ferrè, 1848

In questo dipinto si può vedere Corso di Porta Romana all’altezza del ponte sul Naviglio, con la statua di san Giovanni Nepomuceno. La statua è stata trasferita ed è rimasta per alcuni decenni in piazza Cardinal Ferrari, dopo la copertura del canale. In seguito ai danneggiamenti subiti durante la Seconda Guerra Mondiale, è stata ritrovata e fatta restaurare e almeno dal 1955 si trova nel giardino posteriore di Villa Clerici

# Il Verziere di Porta Tosa, oggi scomparso

Il Verziere di Porta Tosa, autore sconosciuto, 1830 circa

Il Verziere di Porta Tosa, una più simile ad una piazza allungata, fu sede per secoli del mercato ortofrutticolo (da qui il nome) dopo lo spostamento per ordine del conte Carlo Firmian, ministro plenipotenziario di Maria Teresa d’Austria. Dopo le trasformazioni di questa parte della città l’unica traccia rimasta oggi è la Colonna del Verziere, sovrastata da una statua di Cristo, in Largo Augusto.

# Loggia degli Osii in Piazza dei Mercanti

Loggia degli Osii e le Scuole Palatine, di Luigi Bisi, 1840

Piazza dei Mercanti con la Loggia deli Osii (sulla sinistra ndr), che deve il nome ai palazzi e alle proprietà degli Osii site in questo punto prima della sua realizzazione, è rimasta abbastanza simile a come la si vede nel dipinto. La Loggia, dove un tempo i magistrati annunciavano alla cittadinanza editti e sentenze, ha una fronte gotica porticata e loggiata e dopo essere stata deturpata nel Seicento e nel Settecento è stata infatti restaurata in grandi linee corrispondenti all’antica. 

# Corso Vittorio Emanuele II

Veduta della Corsia dei Servi, di Angelo Inganni, 1850 circa

Completamente diverso quello che un tempo era conosciuto come Corsia dei Servi, oggi Corso Vittorio Emanuele II. Al posto delle vecchie case di origine medievale vennero costruiti palazzi di maggior prestigio in stile neoclassico tra gli anni ’20 e gli anni ’30 del ‘900 quando la strada fu regolarizzata e ampliata.

Fonte e immagini: Pagina Fb Milano Scomparsa

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.