Sarebbe dovuta diventare come “la Défense” parigina. Niente di tutto questo si è avverato.
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La triste fine della «Defense Milanese»
# Il sogno dei 50 grattacieli per “la Défense” milanese
Era il 2010 quando l’allora assessore all’Urbanistica, Carlo Masseroli, annunciava un futuro in stile “La Défense” a Parigi o Canay Wharf a Londra per i 450.000 mq di superficie degradata e poco connessa dell’ex area industriale di via Stephenson, confinante con l’Expo2015, nel quadrante Nord Ovest di Milano. Le volumetrie del Pgt avrebbero consentito di costruire fino a 50 grattacieli. Un centro direzionale con grandi torri e alberghi, uffici, consolati e ambasciate come nelle due capitali europee.
A questo si sarebbe dovuto aggiungere una nuova metropolitana di superficie di 12 km, per connettersi con la stazione di Porta Garibaldi, 8 di riqualificazione del Passante Ferroviario e la nuova linea M11 Molino Dorino-Polo della Salute fino all’ospedale Sacco. Nei progetti era prevista anche la linea M6.
L’area di proprietà quasi interamente di privati, in prevalenza della famiglia Ligresti, si trova anche a poca distanza dalle autostrade A4 e A9 e avrebbe potuto intercettare investimenti fino a 6 miliardi di euro con 300 milioni di oneri di urbanizzazione da destinare alla realizzazione delle infrastrutture per collegare meglio la zona.
# Un’area rimasta nel degrado e abbandonata
Niente di tutto questo si è avverato. Gli unici interventi realizzati sono stati un multisala del gruppo Liuni, che ha costruito anche una torre di 22 piani e 94 metri di altezza adibita ad hotel oggi di proprietà della società Voco, il centro di Porsche di Milano Nord, un edificio di 15 piani sede di Generali Finance e alcuni edifici residenziali. Per il resto si stagliano le torri di Ligresti, tra i 10 e 20 piani di altezza, abbandonate da anni anche dopo essere state rilevate dal Gruppo Unipol, capannoni in pessime condizioni e in generale una zona in cui il degrado e l’incuria sono imperanti. Mancano persino bar, ristoranti, negozi e supermercati per abitanti e lavoratori.
# Collegamenti quasi inesistenti
Anche arrivarci e muoversi all’interno del quartiere è un vero inferno. Via Stephenson è infatti raggiungibile direttamente solo a bordo della linea di bus 35, mentre per arrivare in treno la fermata più vicina è quella di Certosa a 20 minuti a piedi. La pista ciclabile presente nell’area non è utilizzata da nessuno, visto che i residenti sono pochi e mancano servizi e aree di interesse e che l’unico mezzo di trasporto utilizzabile è l‘automobile.
L’ultimazione del vicino quartiere residenziale di Cascina Merlata, con il nuovo mega centro commerciale di design, e del distretto MIND, insieme alle future stazioni della Circle Line di MIND-Cascina Merlata e Stephenson saranno sufficienti per rilanciare la zona?
Leggi anche: I rendering della futura STAZIONE MIND-MERLATA della CIRCLE LINE
Continua la lettura: Cascina Merlata o Tor di Bella Monaca?
FABIO MARCOMIN
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