Uno dei momenti simbolo di Milano. Non tutti sanno che rappresenta una storica presa in giro. Che ha divertito molto i milanesi dell’Ottocento. Foto cover: Andrea Cherchi
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L’Arco della Pace, una delle più grandi prese in giro della storia
# Nato per celebrare la vittoria di Napoleone contro gli austriaci (e i loro alleati)
In origine fu eretto da Napoleone per celebrare le sue vittorie. Si chiamava infatti “Arco della Vittoria”: la vittoria era quella dei francesi nella battaglia di Jena contro le potenze dell’Ancien Regime. Tra cui c’erano anche gli austriaci che quella scoppola se la sono legata al dito. Come vedremo. Ma torniamo all’arco più celebre di Milano.
# Nato per celebrare il trionfo di Napoleone
Il monumento era quasi completato quando è accaduto un fatto che non era un dettaglio: la caduta di Napoleone. A quel punto l’opera venne abbandonata. Ma dopo il loro ritorno in città, gli austriaci decisero di completare il monumento, ma cambiandone il significato. Invece che alla Vittoria fu intitolato alla Pace. La pace era quella di Vienna che aveva sancito la sconfitta di Napoleone e la ripresa dei territori da parte degli Asburgo. Ma gli austriaci che se l’erano legata al dito decisero di non fermarsi qui. E di aggiungere un tocco di classe.
# La famosa giravolta
Gli austriaci decisero di non limitarsi all’inversione del significato del monumento: da simbolo di guerra a simbolo di pace. Ma di apportare un’altra inversione.
Il tocco di classe fu girare di 180 gradi i cavalli: così da rivolgere il loro fondoschiena verso la Francia, che si protende oltre l’orizzonte di Corso Sempione. Neppure allora dai milanesi i francesi erano molto amati e questo gesto scatenò l’ilarità dei cittadini che per una volta ingoiarono il rospo dell’occupazione asburgica.
# Le “correzioni” dei piemontesi
Secondo Ernest Hemingway l’Arco della Pace sarebbe allineato con l’Arco di Trionfo del Carrousel e l’Arco di Trionfo dell’Étoile di Parigi.
Un’altra curiosità: nel breve interregno in cui Milano, liberata dagli Asburgo con le cinque giornate, passò al Piemonte, furono apportate al monumento delle nuove epigrafi dedicatorie poste sulla sommità degli archi:
«Entrando coll’armi gloriose / Napoleone III e Vittorio Emanuele II liberatori / Milano esultante cancellò da questi marmi / le impronte servili / e vi scrisse l’indipendenza d’Italia / MDCCCLIX»
«Alle speranze del Regno Italico / auspice Napoleone I / i Milanesi dedicarono l’anno MDCCCVII / e francati da servitù / felicemente restituirono / MDCCCLIX»
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ANDREA ZOPPOLATO
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