C’era una volta un grande lago che bagnava Milano. Nella zona est- sud est, corrispondente all’area del lodigiano.
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I misteri di Gerundo, il lago che bagnava Milano
# Il lago con il terribile mostro (che ha ispirato il simbolo di Milano)
Milano non aveva il mare. Ma un lago sì. Un grosso lago, chiamato Gerundo: si diceva che ospitasse anche un terribile mostro, il drago Tarantasio.
Secondo la leggenda, questo mostro avrebbe ispirato il simbolo di Milano, il biscione che tiene in bocca un bambino. Ma si tratta di storia o di leggenda?
# Le prove della sua esistenza: resti di palafitte, piroghe e scheletro di un mini balenottero nelle campagne
Il nome Gerundo deriva probabilmente da géra, la “ghiaia” (oppure gérola), letteralmente “sasso”. Ci sono diverse prove dell’esistenza di questo grande lago. Ad esempio, ci sono nella zona resti di palafitte e si è ritrovato anche uno scheletro di una specie di balenottero nelle campagne tra Milano, Pavia e Cremona. Questi resti si possono riscontrare, ad esempio, nella chiesa di San Cristoforo, nel lodigiano, e nella chiesa di San Bassiano, a Pizzighettone.
Così come sono state ritrovate, nella stessa area, 11 piroghe, datate tra il 400 ed il 750 dopo Cristo.
Anche la toponomastica deriva ancora dal vecchio lago, come indicano i paesi Gera d’Adda, Gerola, Girola o la cascina Taranta.
La prova definitiva è quella dei geologi che indicano con certezza l’esistenza, appena fuori di Milano, di un lago preistorico, paludoso, malsano, ricco di ghiaia, il cui sottosuolo emanava metano e idrogeno solforato. Un luogo che doveva essere infernale. Tanto da sembrare il luogo perfetto per un terribile mostro.
# Il lago del drago Tarantasio
Mentre sull’esistenza del lago sembrano non esserci più dubbi, per il suo elemento più iconico è più difficile capire dove passi il confine tra storia e leggenda.
Stiamo parlando di Tarantasio, il drago-dinosauro che divorava uomini e bambini, dall’alito asfissiante – come le esalazioni di metano -, al quale venivano offerti sacrifici umani.
Il drago se la prese anche con il figlio del fondatore della dinastia dei Visconti il quale con un colpo di spada strappò il suo erede dalle fauci del mostro, uccidendo la grossa bestia.
Per eliminare ogni rischio, Visconti fece prosciugare il lago di Gerundo e bonificare la palude. Lasciando a memoria dell’impresa, un’immagine scolpita sulla pietra.
Nasceva così il Biscione, il simbolo di Milano.
Continua la lettura con: Anche Milano ha il suo mostro di Loch-Ness
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